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Sono giorni che mi sento debole. Non ho le forse nemmeno di alzarmi dal letto. Domenico vuole portarmi in ospedale ma voglio aspettare ancora qualche giorno, magari non è niente. Devo solo riposare e starò meglio. Chiudo gli occhi, avvolta nelle coperte. Fa parecchio freddo anche se c'è il riscaldamento acceso.

Mi rilasso appoggiata a l'enorme cuscino che Domenico mi ha comprato per stare più comoda con la pancia. Più cresce la pancia e più il peso si fa sentire. Ma in questa posizione di fianco con la pancia appoggiata al cuscino, me la tiene sollevata facendomi rilassare.

Lui lo sento che lavora nell'altra stanza, parla al telefono con clienti e investitori. Ha deciso di ampliare l'azienda, aprendo una terza sede. E questo gli porta via più tempo del solito. Ma la sera quando stacca poi si dedica completamente a me, nonostante sia stanco, si vede sul suo volto. Si sdraia nel letto con me, mi accarezza la pancia, come se avesse una calamita e non potesse farne a meno.

Provo ad alzarmi per andare in bagno ma le vertigini mi impediscono di appoggiare i piedi per terra. Mi sento frastornata, a tratti vedo sfuocato, mi sento piena di brividi che mi fanno tremare tutto il corpo. Chiamo Domenico che mi aiuti a raggiungere il bagno.

-Dobbiamo andare in ospedale- mi dice mentre mi guarda preoccupato. Sono terrorizzata dall'idea di rimettere piede là dentro, non so cosa potrebbe aspettarmi.

-Non è necessario- dico tenendomi la testa. Una forte nausea mi sale fino alla gola e arrivo in tempo al lavandino.

-Piccola- la sua voce spezzata mi fa scendere una lacrima. So che forse mi serverebbe aiuto ma ora non me la sento di muovermi, voglio solo stare nel letto al caldo sotto le coperte.

-Sto bene- abbozzo un sorriso. Domenico poi mi prende in braccio riaccompagnandomi in camera e mi sdraia nel letto, mi tira su le coperte e mi lascia un baio sulla fronte.

-Sei calda- dice preoccupato.

-Non è niente- ripeto, più a me stessa. Sto cercando di convincermi che tutto questo passerà.

Domenico si siede sul bordo del letto per poi piano sdraiarsi vicino a me e stringermi. Con lui a fianco mi sento meglio. Chiudo gli occhi per rilassarmi e cercare di non pensare al cattivo gusto che ho in bocca.

La tranquillità purtroppo dura poco. Mi sveglio di colpo e corro in bagno, iniziando a vomitare anche l'anima, sento mille fitte che mi trapassano il corpo.

-Ti porto in ospedale- afferma Domenico aiutandomi a pulirmi.

-Sto bene- dico con il fiato corto e la voce mi muore in gola non appena vedo che c'è del sangue.

-Non era una domanda- dice, recupera una coperta e le chiavi della macchina. Mi prende in braccio e mi porta in macchina. Corre come non aveva mai fatto, come volesse portare la macchina al massimo della sua potenza, come se il pedale dell'acceleratore non avesse fine.

In poco tempo arriviamo davanti all'ospedale, parcheggia alla buona e mi porta dentro. Mi fa sedere e cerca un medico. Mi fanno poi sedere su una sedia a rotelle e mi portano a fare delle analisi. Mi sento così stanca che senza accorgermene chiudo gli occhi.

Domenico

E' lì con gli occhi chiusi. Sembra serena. Mi sono spaventato a morte oggi e l'idea che ci possa essere qualcosa di grave mi destabilizza. Se dovessi arrivare a fare una scelta, per quanto dura e dolorosa, salverei lei. Un bambino possiamo poi in un futuro riprovarci o adottarlo. Ma lei non posso perderla, la mia vita andrebbe in mille pezzi senza la sua presenza.

-Piccola- la chiamo non appena vedo le sue palpebre muoversi. Riapre piano gli occhi e si guarda intorno.

-Cos'è successo?- chiede con aria smarrita.

-Sei svenuta sulla carrozzina mentre ti portavano a fare delle analisi. Non ti ricordi?- chiedo. 

-Tu chi sei?- mi chiede e il mio mondo crolla.

-Amore sono io, Domenico, il tuo fidanzato- dico e le faccio vedere l'anello che ha al dito. Lo guarda come se fosse la prima volta che lo vede. Poi sposta lo sguardo sulla sua pancia.

-Sono incinta?- e un sorriso le compare sul volto.

-Sì, è una femminuccia. Sarà bella come te- le rispondo sorridendo. Lei si volta, ha gli occhi persi, davvero sembra non mi riconosca ma so per certo che dentro di lei sta combattendo per riportare tutti i suoi ricordi a galla.

-E' tua?- la sua voce è insicura, quasi a disagio nel chiedermelo.

-Sì, il regalo più bello che potessi farmi- mi avvicino per accarezzarle i capelli e la vedo che sussulta al mio tocco ma non si allontana. 

-Vado a chiamare un dottore, arrivo- dico e mi alzo. Le però mi afferra un braccio e stringe forte.

-Non mi lasciare da sola. Mi sento la testa vuota, mi terrorizza non sapere chi sono e cosa sta succedendo, mi sento come persa nell'oscurità- una lacrima sfugge al mio controllo. E' davvero impaurita, sento il mio cuore emettere degli scricchiolii. Si è persa chissà dove e devo aiutarla a ritrovarsi.





No Pain 2 - Into The Storm - [COMPLETA ✔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora