MI scoppia il cervello. So che è sbagliato, ma non resisto. La voglio, ho bisogno di lei. Devo averla, e lei mi ha messo di fronte a un ultimatum: scoparla o andarmene. E se questa è la scelta, non me ne vado di sicuro. Quelle parole sembravano così innaturali sulle sue labbra, così strane...
Ma così sexy.
Le sue piccole mani mi sbottonano i jeans e li tirano giù. Non sto pensando razionalmente, non sono lucido. Ho perso la ragione per questa ragazza.
«Aspetta...» ripeto. Non voglio davvero che smetta, ma sento di dover opporre almeno un po' di resistenza, per alleviare il senso di colpa.
«No... Non aspetto. Ho aspettato abbastanza», mormora mentre mi tira giù i boxer e mi afferra con decisione.
«Cazzo, Tessa...»
«Esatto.»
Non riesco a fermarla, non ci riuscirei neanche se volessi. Ne ha bisogno, ha bisogno di me. E io sono abbastanza egoista da approfittarmene.
Si inginocchia davanti a me e mi prende in bocca. Alza gli occhi su di me e batte le palpebre. Sembra un angelo e un diavolo allo stesso tempo, così dolce e così dannatamente sporca.
Si ferma con il mio cazzo davanti alla faccia e chiede con un sorrisetto: «Ti piaccio così?»
Quelle parole bastano quasi a farmi venire. Annuisco, perché non riesco a parlare, e lei mi divora di nuovo, e succhia con forza. Non voglio che smetta, ma devo toccarla, sentirla. «Fermati», la
scongiuro, spingendola delicatamente indietro per le spalle. Lei scuote la testa e continua a torturarmi accelerando il ritmo. «Tessa...ti prego», gemo, ma la sento ridere, una vibrazione profonda che mi percorre tutto il corpo. Per fortuna si ferma prima che io le venga in gola.
Sorride e si asciuga le labbra gonfie con il dorso della mano. «Hai un sapore così buono.»
«Ehi, dove hai imparato a dire queste cose?» le chiedo mentre si alza.
«Non lo so... le penso sempre. Ma non ho mai avuto le palle di dirle.» Si avvia verso il letto.
Mi viene da ridere a sentirla dire «palle». È così strano per lei. Ma stasera comanda lei, e lo sa. Si sta divertendo.
Il vestito che indossa basterebbe a spezzare la forza di volontà di qualsiasi uomo. La stoffa asseconda ogni curva, mette in risalto la sua pelle perfetta, è la cosa più sexy che abbia mai visto. Finché se lo toglie e me lo lancia. La guardo rapito. Il pizzo bianco del
reggiseno trattiene a malapena le sue curve prosperose, e le mutandine coordinate rivelano la pelle liscia dell'inguine. Adora essere baciata lì, anche se so che la imbarazzano le sottili linee bianche, quasi trasparenti, che ha sulla pelle. Ai miei occhi è perfetta, smagliature o no.
«Tocca a te.» Sorride e si lascia cadere sul letto.
Sognavo questo momento dal giorno in cui mi ha lasciato. Non pensavo che sarebbe mai successo. Devo godermi ogni istante, perché probabilmente non succederà più.
Devo aver esitato un po' troppo, perché lei alza la testa e mi fissa perplessa. «Devo iniziare da sola?»
È insaziabile stasera.
Per tutta risposta la raggiungo sul letto, e lei si strattona impaziente le mutandine. Gliele sfilo.
«Mi sei mancata tanto», le dico, ma lei mi prende per i capelli e mi spinge là dove mi vuole. Geme e mugola sotto la mia lingua. So quanto le piace. Ricordo il suo stupore la prima volta che l'ho
toccata. La sua innocenza mi eccitava così tanto, e mi eccita ancora.
«Oddio, Hardin», mormora.
Mi è mancato quel suono. Vorrei dirle che è bagnata, che è pronta per me, ma al momento non trovo le parole. Sono troppo concentrato sui suoi gemiti e sulle sue mani che stringono le lenzuola, sul piacere che le sto dando. Infilo un dito dentro di lei, lo
muovo avanti e indietro.
«Ancora, Hardin, ti prego, ancora», mi scongiura, e io la accontento. Infilo un secondo dito, poi li tolgo e torno a posare la lingua su di lei. Sento che irrigidisce le gambe, come fa sempre quand'è vicina al limite. Mi tiro indietro per guardare le mie dita che la accarezzano, e lei grida il mio nome e viene. La osservo, noto ogni dettaglio, il modo in cui chiude gli occhi e li stringe forte, la sua bocca spalancata, il petto e le guance arrossati dall'orgasmo. La amo, maledizione. Quanto la amo. Alla fine mi infilo le dita in bocca per assaporarla. Spero di ricordare questo sapore quando mi lascerà di nuovo.
Il suo respiro affannoso mi distrae. Apre gli occhi e mi fa cenno di avvicinarmi.
«Hai un preservativo?» mi chiede.
«Sì», rispondo, e lei si rabbuia. «Solo per abitudine», preciso, ed è la verità.
«Non mi importa», borbotta, e fa per raccogliere i miei jeans dal pavimento. Trova in tasca quello che cerca.
«Sei sicura?» domando per la ventesima volta, guardandola negli occhi quando mi porge la bustina.
«Sì. E se me lo chiedi un'altra volta, prendo il tuo preservativo e vado in camera di Trevor.»
È davvero scatenata, stasera... ma non posso proprio
immaginarla con un altro uomo.
«Come preferisci...» inizia a dire, ma la interrompo coprendole la bocca con la mano.
«Non finire quella frase», ringhio, e la sento sorridere sotto le mie dita. So che non è giusto, che non dovrei scoparla mentre è ubriaca, ma a quanto pare nessuno dei due può farci niente. Non posso
rifiutarla quando so che mi vuole, e sapendo che c'è una possibilità... una remota possibilità che decida di darmi un'altra chance se le faccio ricordare cosa avevamo insieme. Tolgo la mano dalle sue labbra e apro il preservativo. Appena lo infilo, lei mi monta
sopra.
«Voglio iniziare così», insiste. Si cala su di me, strappandomi un sospiro, e inizia a muoversi lentamente. Le sue curve perfette, i suoi fianchi morbidi mi ipnotizzano. So che non durerò molto: ho dovuto aspettare troppo. Negli ultimi giorni ho dovuto arrangiarmi da solo, immaginando di essere con lei.
«Parlami, Hardin, parlami come facevi prima», mormora in tono lamentoso tirandomi a sé. Odio il modo in cui pronuncia quel «prima», come se fosse passato davvero tanto tempo.
Mi sollevo dal letto per andarle incontro e poso le labbra sul suo orecchio. «Ti piace quando ti dico le cose sporche, vero?» bisbiglio, e lei geme. «Rispondimi», insisto, e lei annuisce. «Lo sapevo... fai la santarellina, ma io lo so chi sei davvero.» Le mordicchio il collo e poi comincio a succhiare con forza: lascerò sicuramente il segno. Così Trevor lo vedrà, lo vedranno tutti.
«Lo sai che solo io posso farti stare così... lo sai che nessun altro può farti gridare come faccio io... nessuno sa esattamente dove toccarti», continuo, accarezzandola nel punto in cui i nostri corpi si uniscono. È fradicia, le mie dita scivolano.
«Oddio...» mugola.
«Dillo, Tessa, di' che sono l'unico.» Strofino il clitoride con più forza e continuo a spingermi in lei. I nostri corpi si muovono all'unisono.
«Sì, lo sei.» Getta la testa all'indietro: si abbandona
completamente alla passione, e io con lei.
«Cos'è che sono?»
Ho bisogno di sentirglielo dire, anche se è una bugia. La disperazione che provo mi terrorizza. La prendo per i fianchi e la faccio girare sotto di me, e lei lancia uno strillo. Affondo le dita sulla pelle morbida dei suoi fianchi. Ho bisogno che mi senta, che mi senta fino in fondo, e che le piaccia sentirsi rivendicata. Lei è mia e io sono suo. La sua pelle morbida riluce di sudore, il suo seno dondola al ritmo furioso delle mie spinte.
«Sei l'unico... Hardin... l'unico...» risponde, e si morde il labbro.
La sento sciogliersi completamente sotto di me... ed è meraviglioso.
Le sue parole bastano a portarmi oltre il limite. Lei mi graffia la schiena, e quel dolore mi piace, perché testimonia la passione che c'è tra noi. Mi tiro su e la faccio sedere sopra di me così è Tessa a decidere l'andamento, e intanto appoggia la testa sulla mia spalla.
Entro ed esco da lei e vengo mugolando il suo nome.
Ci sdraiamo ancora abbracciati, lei sospira e io le scosto i capelli dal viso sudato. Il ritmo del suo respiro mi conforta.
«Ti amo», le dico, ma lei gira la testa e mi posa un dito sulle labbra.
«Shhh...»
«No, dobbiamo parlare», ribatto scendendo da sopra di lei.
«Dormi... dobbiamo svegliarci fra tre ore... dormi...» mormora,cingendomi in vita.
Quest'abbraccio è più bello del sesso, ed è passato troppo tempo dall'ultima volta che abbiamo dormito nello stesso letto. «Okay», acconsento dandole un bacio sulla fronte. Lei indietreggia, ma so che è troppo stanca per litigare.
«Ti amo», le ripeto, ma non ho nessuna risposta, e allora mi tranquillizzo dicendo che sicuramente si è già addormentata.
La nostra relazione, o qualunque cosa sia, si è trasformata completamente in una sola notte. All'improvviso sono diventato tutto ciò che avevo il terrore di diventare, ed è lei ad avere il controllo
della situazione. Può fare di me l'uomo più felice della terra, o può distruggermi con una sola parola.
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After un cuore a mille pezzi
ChickLitDOPO IL LORO INCONTRO, NIENTE è stato più come prima. Superato un inizio burrascoso, Tessa e Hardin sembravano sulla strada giusta per far funzionare le cose. Tessa si era ormai arresa al fatto che Hardin... è Hardin. Con il suo carattere, la sua ra...