31 TESSA

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IL nostro momento di ilarità viene interrotto dal mio telefono, che inizia a vibrare sul comò. Hardin va a prenderlo, guarda il display e dice: «Landon».
Rispondo.
«Ciao, Tessa. Mia madre voleva sapere se vieni per Natale.»
Karen è così gentile. Scommetto che preparerà un pranzo squisito. «Be'... sì, mi piacerebbe molto. A che ora?»
«A mezzogiorno.» Poi, ridendo, continua: «Ha già iniziato a cucinare, quindi se fossi in te non mangerei niente fino ad allora».
«Comincio subito il digiuno, allora. Posso portare qualcosa? So che Karen è una cuoca molto più brava di me, ma potrei preparare qualcosa... un dolce, magari?»
«Sì, puoi portare un dolce... e poi... è imbarazzante, e se ti mette a disagio lascia stare, ma...» Ha un momento di esitazione, e abbassa la voce. «Vogliono invitare anche Hardin e sua madre. Ma se tu e Hardin non andate d'accordo...»
«Non preoccuparti, andiamo d'accordo. Più o meno.» Hardin fa un'espressione perplessa e io gli rivolgo un sorriso nervoso.
«Ottimo», esclama Landon. «Se tu potessi invitarli da parte dei miei, te ne sarebbero grati.»
«Lo farò», confermo, poi mi viene in mente una cosa. «Che genere di regali posso portare?»
«No, niente! Non devi portare regali.»
Cerco di ignorare lo sguardo di Hardin, fisso su di me. «Be', li voglio portare lo stesso, quindi cosa posso prendere?»
Landon fa un sospiro divertito. «Testarda come sempre. Be', a mia madre piace la cucina, e a Ken non dispiacerebbe un fermacarte... o qualcosa del genere.»
«Un fermacarte?» sbuffo. «È un regalo orribile.»
Ride. «Be', non comprargli una cravatta, perché gliel'ho già presa io. Ora devo dare una mano a fare le pulizie, fammi sapere se ti serve qualcosa», mi raccomanda prima di riagganciare.
Hardin mi chiede subito: «Vai da loro per Natale?»
«Sì... non voglio andare da mia madre», rispondo, e vado a sedermi sul letto.
«Ti capisco... Ma potresti restare qui...»
Mi guardo le unghie. «E tu potresti... venire con me.»
«E lasciare mia madre qui da sola?»
«No! Certo che no, Karen e tuo padre vogliono che venga... che veniate entrambi.»
Mi lancia un'occhiata come se fossi pazza. «Come no. E perché mai mia madre dovrebbe andare a pranzo da mio padre e dalla sua nuova moglie?»
«Non lo so... ma sarebbe bello stare tutti insieme...»
In realtà non so come andrebbe, soprattutto perché non so in che rapporti siano attualmente Trish e Ken. Inoltre non spetta a me organizzare una rimpatriata, perché non faccio parte della famiglia.
Accidenti, non sono neppure la ragazza di Hardin.
«Non penso proprio», fa lui.
Nonostante tutto ciò che sta succedendo tra me e Hardin, sarebbe stato bello passare il Natale con lui; ma lo capisco. Sarebbe già stato difficile convincerlo ad andarci da solo, figuriamoci con la madre.
Dato che al mio cervello piace avere un problema da risolvere, inizio a pensare ai regali per Landon e per i suoi, e magari anche per Trish. Ma devo andare a comprarli subito, perché sono già le cinque e domani è la Vigilia. Non so proprio se prendere qualcosa per
Hardin; anzi, sono quasi sicura di no. Sarebbe imbarazzante fargli un regalo mentre ci troviamo in questa strana fase della nostra storia.
«Che c'è?» mi chiede incuriosito dal mio silenzio.
Sospiro. «Devo andare al centro commerciale. Ecco cosa si guadagna a essere una senzatetto sotto Natale.»
«Non penso che sia colpa di una scarsa pianificazione da parte tua, se sei diventata una senzatetto», mi prende in giro.
«La mia pianificazione è sempre impeccabile.»
«Come no...»
Tento di dargli uno schiaffo sulla mano, ma lui mi afferra il polso.
Un calore familiare mi pervade. Ci guardiamo negli occhi. Poi lui mi lascia andare ed entrambi distogliamo lo sguardo. L'aria si carica di tensione. Mi alzo per mettermi le scarpe.
«Ci vai adesso?» domanda.
«Sì, il centro commerciale chiude alle nove.»
«Ci vai da sola?» Si dondola sui talloni, a disagio.
«Vuoi venire?» So che non è una buona idea, ma se voglio provare a riallacciare i rapporti con lui, devo almeno permettergli di accompagnarmi al centro commerciale. No?
«Mi stai invitando a fare shopping con te?»
«Sì... ma se non vuoi non fa niente.»
«Certo che voglio. Solo che... non mi aspettavo che me lo chiedessi.»
Annuisco, prendo borsa e telefono e vado in salotto, seguita da Hardin.
«Facciamo un salto al centro commerciale», dice lui a sua madre.
«Tutti e due?» chiede lei in tono ironico, e lui la guarda storto.
Mentre usciamo ci grida dietro: «Tessa, tesoro, se vuoi lasciarlo qui non mi lamento».
Ridacchio. «Lo terrò a mente.»

After un cuore a mille pezziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora