82 HARDIN

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«ECCO», dice mia madre entrando nella mia stanza.
Mi porge una tazza. Mi alzo a sedere sul letto e chiedo: «Cos'è?»
«Latte caldo e miele. Ti ricordi che da bambino te lo portavo quando stavi male?»
«Sì.»
«Ti perdonerà, Hardin.»
Chiudo gli occhi. Finalmente ho smesso di singhiozzare, e ora mi sento intorpidito. «Non credo...»
«Sì invece, ho visto come ti guardava. Ti ha perdonato cose ben peggiori, no?» Mi scosta i capelli dalla fronte, e per una volta la lascio fare.
«Lo so, ma stavolta è diverso, mamma. Ho rovinato tutto.»
«Lei ti ama.»
«Non ce la faccio più. Non posso essere la persona che vuole lei. Rovino sempre tutto. Sono fatto così e sarò per sempre quello che manda tutto a puttane.»
«Non è vero, e so che lei vuole proprio te.»
La tazza mi trema nella mano, rischio di rovesciarla. «So che cerchi di aiutarmi, mamma, ma per favore, smettila.»
«E quindi? Pensi di arrenderti e lasciarla andar via?»
Poso la tazza sul comodino e sospiro. «No, non ci riuscirei. Ma lei deve andar via. Devo permetterle di allontanarsi da me prima di fare altri danni.»
Devo permetterle di imboccare la stessa strada di Natalie. Di trovare la felicità, alla fine. Con un ragazzo come Elijah.
«E va bene, Hardin. Non so cos'altro dirti per convincerti a chiederle scusa.»
«Lasciami solo, per piacere.»
«Ora me ne vado. Ma soltanto perché ho fiducia in te, e so che farai la cosa giusta. Che lotterai per lei.»
Appena si chiude la porta alle spalle, scaravento tazza e piattino contro il muro.

After un cuore a mille pezziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora