32 TESSA

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«TUTTO bene?» domanda Hardin quando Steph e Tristan sono ormai andati via.
«Sì, sto bene.»
«Cosa ti ha detto?»
«Niente... mi ha solo chiesto di perdonarla.» Ci avviamo verso la galleria principale del centro commerciale. Devo riflettere sulle cose che mi ha detto Steph prima di parlarne con Hardin. A quanto pare è andato a una delle loro feste prima di venire a Seattle, e a quella festa doveva esserci anche Molly. Non posso negare che sentire la versione dei fatti di Steph sia stato un grande sollievo. È paradossale che lui mi abbia detto di essere andato a letto con Molly
la stessa sera in cui invece le stava dicendo di no. Ma il sollievo viene subito rimpiazzato dal senso di colpa per aver baciato quello sconosciuto in discoteca mentre Hardin stava respingendo Molly.
«Tess?» Hardin si ferma e mi agita una mano davanti alla faccia.
«Che ti prende?»
«Niente, stavo solo pensando a cosa regalare a tuo padre.» Sono una pessima bugiarda, sto parlando troppo in fretta. «Gli piacciono gli sport? Sì, vero? L'altra volta con Landon stavano parlando di una
partita di football...»
Mi guarda per un momento, poi prosegue: «I Packers, tifa per i Packers». Sono sicura che voglia chiedermi altro a proposito di Steph, ma non lo fa.
Entriamo in un negozio di articoli sportivi e io osservo in silenzio mentre Hardin sceglie alcune cose per suo padre. Si rifiuta di lasciarmi pagare, quindi per fargli dispetto compro il primo portachiavi che trovo vicino alla cassa.
«Lo sai che hai preso la squadra sbagliata, vero?» mi dice quando usciamo.
«Eh?» Guardo meglio il portachiavi.
«Quello è dei Giants, non dei Packers.»
Lo rimetto nel sacchetto. «Be', per fortuna nessuno saprà mai che i regali belli sono tuoi.»
«Abbiamo finito?» domanda in tono lamentoso.
«No, devo prendere qualcosa per Landon, ricordi?»
«Ah già. Mi ha detto che voleva cambiare colore di rossetto. Rosa corallo, magari?»
Mi piazzo davanti a lui con le mani sui fianchi. «Lascialo in pace! E forse dovrei comprarlo a te, il rossetto, dato che a quanto pare te ne intendi di colori.» È bello battibeccare con Hardin invece di litigare sul serio.
Mi accorgo che trattiene a stento un sorriso. «Puoi comprargli dei biglietti per l'hockey. Un regalo facile e non troppo costoso.»
«Effettivamente è una buona idea.»
«Lo so. Peccato che non abbia amici con cui andarci.»
«Be', ci andrei io con lui.» Sorrido, perché ultimamente le prese in giro di Hardin ai danni di Landon sono meno perfide di prima.
«Volevo regalare qualcosa anche a tua madre.»
Mi guarda incuriosito. «Perché?»
«Perché è Natale.»
«Comprale un maglione o qualcosa del genere», dice indicando un negozio di abbigliamento per signore di una certa età.
«Non sono brava con i regali. Tu cosa le hai preso?» Il regalo per il mio compleanno era così perfetto che immagino abbia comprato a sua madre qualcosa di altrettanto azzeccato.
«Un braccialetto e un foulard», risponde in tono casuale.
«Un braccialetto?» chiedo.
«No, volevo dire una collana. Con scritto MAMMA o qualche stronzata del genere.»
«Che figlio premuroso», commento mentre rientriamo da Macy's.
«Penso che troverò qualcosa per lei... Le piacciono le tute da ginnastica.»
«Oddio, ti prego, basta tute. Non mette altro.»
Sorrido. «Ottimo motivo per comprargliene un'altra.»
Mentre esaminiamo il reparto tute, Hardin tasta il tessuto, e io noto di nuovo le sue nocche ferite. Adesso so cosa è successo, ed è una conferma di quello che mi ha raccontato Steph.
Trovo rapidamente una tuta verde menta che penso le piacerà e ci avviamo alla cassa. In quel momento, sapendo che Hardin non è andato a letto con Molly mentre io ero a Seattle, prendo una specie di decisione.
Mentre aspettiamo di pagare, gli dico: «Stasera dobbiamo parlare».
La cassiera ci guarda incuriosita. Vorrei farle notare che è maleducato fissare la gente, ma prima che io trovi il coraggio Hardin mi chiede: «Parlare?»
«Sì... Dopo aver fatto l'albero di Natale che ci ha comprato tua madre.»
«Parlare di cosa?»
«Di tutto.»
Sembra terrorizzato. Si riscuote al bip del lettore di codici a barre, e mormora: «Vado a prendere la macchina».
Mentre guardo la commessa incartare il regalo di Trish, penso: L'anno prossimo farò regali bellissimi a tutti, per farmi perdonare i regali orribili di quest'anno. Ma poi mi domando: L'anno prossimo? E chi l'ha detto che l'anno prossimo starò ancora con lui?

After un cuore a mille pezziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora