42 TESSA

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COSA devo fare?
Mi siedo sul letto, nauseata. Sapevo già che Hardin non era una brava persona, e sapevo che ci sarebbe stata qualche altra rivelazione che non sarei stata felice di sentire, ma tra tutte le cose a cui Trish poteva riferirsi, questa non mi era mai passata per la
mente. Hardin ha violato quella ragazza in un modo terribile, e senza rimorsi: neppure adesso si sente abbastanza in colpa.
La cosa peggiore per me è aver saputo il nome della ragazza. Se non sapessi come si chiama potrei quasi fingere che non esista...ma so che si chiama Natalie. Che faccia avrà? Cosa voleva studiare al college, prima che Hardin le portasse via la borsa di studio? Ha fratelli o sorelle? Hanno visto il video? Se non ne avesse parlato Trish, sarei mai venuta a saperlo?
Quante volte hanno fatto sesso? A Hardin è piaciuto? ...ma certo che gli è piaciuto. È sesso, ed è chiaro che Hardin lo faceva con molte altre ragazze. È rimasto a dormire da Natalie, dopo? Perché sono gelosa di Natalie? Dovrei provare compassione per lei, non gelosia. Scaccio quel pensiero orribile e torno a domandarmi chi sia davvero Hardin.
Avrei dovuto permettergli di restare, per parlare ancora; finisce sempre che me ne vado, o che faccio andare via lui, come stavolta.
Il problema è che in sua presenza perdo completamente l'autocontrollo.
Vorrei sapere cos'è successo a Natalie dopo che lui ha fatto a pezzi la sua vita. Se sapessi che ora è felice mi sentirei un po' meglio. Vorrei avere con me un amico con cui parlare di tutto questo, a cui chiedere consiglio. Ma anche se lo avessi, non gli direi la
verità. Non voglio far sapere a nessuno cos'ha fatto Hardin a quelle ragazze. So che è assurdo volerlo proteggere, ma non riesco a evitarlo. Nessuno deve pensare male di lui, e soprattutto non voglio
che Hardin abbia un'opinione di sé ancora peggiore.
Mi sdraio e guardo il soffitto. L'avevo appena perdonato... be', stavo iniziando a perdonarlo per avermi usata per vincere una scommessa, e ora questo... Natalie... e altre quattro ragazze, perché ha detto che Natalie è arrivata alla quinta settimana. Poi la sorella di Dan. Fa così con tutte, riuscirà mai a smettere? Cosa mi sarebbe successo se non si fosse innamorato di me? So che mi ama, ne ho la certezza. E io amo lui, nonostante tutti gli errori che commette e che ha commesso in passato. L'ho visto
cambiare, anche negli ultimi giorni. Non aveva mai espresso i suoi sentimenti per me come ha fatto oggi. Vorrei solo che la sua bellissima dichiarazione non fosse stata seguita da una rivelazione così terribile.
Ha detto che sono la sua unica possibilità di essere felice, di non passare il resto della vita da solo. È un'affermazione pesante. Ma vera. Nessuno lo amerà mai come lo amo io. Non perché non meriti di essere amato, ma perché nessuno lo conoscerà mai come lo
conosco io. O lo conoscevo. Lo conosco ancora? Voglio credere di sì. Conosco la persona che lui è oggi, molto diversa dal ragazzo di pochi mesi fa.
Nonostante il dolore che mi ha causato, si è anche impegnato molto per dimostrarsi degno di me. Si è sforzato di diventare la persona di cui ho bisogno. È capace di cambiare; l'ho visto con i miei occhi. Inizio a pensare che forse sia anche un po' colpa mia: non
quello che è successo a Natalie, ma il fatto che sono stata così dura con lui, perché ci vuole tempo per cambiare e nessuno può cancellare il suo passato. Ha commesso cose orribili, ma a volte dimentico che finora non aveva mai amato nessuno. Forse sua
madre, a cui vuole bene a modo suo.
Ma allo stesso tempo sono stanca. Stanca di questo tira e molla.
Non posso andare avanti così... non possiamo andare avanti così.
Non posso sopportare altri segreti, altri dolori, altre rotture.
Pianificavo sempre tutto, ogni dettaglio della mia vita, finché è arrivato Hardin. Mi ha cambiata completamente, e non sempre in meglio. Eppure mi ha anche resa felice, come non lo ero mai stata.
Dobbiamo restare insieme e cercare di dimenticare il suo passato, oppure devo decidere di chiudere per sempre. Se lo lascio devo andare via, il più lontano possibile. Devo allontanarmi da ogni cosa che possa ricordarmelo, altrimenti non guarirò mai.
All'improvviso mi accorgo che ho smesso di piangere, e che ho preso una decisione. L'idea di lasciarlo mi fa molto più male di quanto sia mai riuscito a farmene lui.
Non posso lasciarlo. So che non posso.
E sono consapevole di essere patetica, ma non riesco a stare senza di lui. Nessuno mi farà mai sentire come mi fa sentire lui.
Nessuno sarà mai lui. È l'uomo giusto per me, come io sono la donna giusta per lui. Ho sbagliato a chiedergli di andarsene. Avevo bisogno di tempo per pensare, e dovrei prendermene dell'altro, ma sento già la sua mancanza. L'amore è sempre così? Così
appassionato e così doloroso? Non ho termini di paragone.
Sento aprirsi la porta di casa, scendo dal letto e corro in salotto.
Ma è Trish.
Posa le chiavi della macchina e si toglie le scarpe bagnate di neve. Non so cosa dirle, dopo che ha insistito perché me ne andassi con mia madre.
«Dov'è Hardin?» chiede entrando in cucina.
«Se n'è andato... per stanotte», spiego.
«Oh.»
«Se lo chiami ti dirà dov'è, se non vuoi restare qui... con me.»
«Tessa», dice, chiaramente a corto di parole, ma con
un'espressione comprensiva. «Mi dispiace per prima. Non voglio che tu pensi che ti serbo rancore. Cercavo solo di proteggerti da Hardin, da ciò che può fare. Non voglio che tu...»
«...che io faccia la fine di Natalie?»
Vedo che il ricordo la addolora. «Te l'ha detto?»
«Sì.»
«Tutto?» Sento il dubbio nella sua voce.
«Sì: il video, le foto, la borsa di studio. Tutto.»
«E sei ancora qui?»
«Gli ho spiegato che avevo bisogno di tempo e di spazio, ma sì, resto qui.»
Ci sediamo a tavola, l'una davanti all'altra. So cosa sta pensando, perciò continuo: «Ha fatto cose terribili, è vero, ma gli credo quando dice che è cambiato. Non è più quella persona».
Trish giunge le mani. «Tessa, è mio figlio e gli voglio bene, ma devi rifletterci seriamente. Ha appena fatto a te la stessa cosa che ha fatto ad altre. So che ti ama, ora l'ho capito, ma ho paura che il danno sia fatto.»
Apprezzo la sua sincerità, ma ribatto: «Non è così. Be', certo, il danno è fatto, ma non è irreversibile. E spetta a me decidere come affrontare il suo passato. Se lo uso contro di lui, come potrà voltare pagina? Non merita un amore vero ed eterno? Mi crederai ingenua e pazza, perché continuo a perdonarlo, ma io amo tuo figlio e non posso stare senza di lui, come lui non può stare senza di me».
«Tessa», dice Trish in tono pacato. «Non credo che tu sia ingenua né pazza. Anzi, semmai dimostri maturità e sensibilità. Mio figlio detesta se stesso, si è sempre odiato, e pensavo che sarebbe andato avanti così per sempre, finché sei arrivata tu. Ero mortificata quando tua madre ha raccontato cosa ti ha fatto. Non so dove ho sbagliato con lui. Ho cercato di essere una buona madre, ma è stato difficile senza un padre. Dovevo lavorare tanto e non gli prestavo le attenzioni necessarie. Se l'avessi fatto, forse oggi avrebbe più rispetto per le donne.»
Non piange, ma solo perché ha finito le lacrime. Si sente così in colpa che avverto il bisogno di consolarla. «Non è a causa tua. Credo dipenda molto dai sentimenti che nutre verso suo padre e dagli amici che frequenta, due aspetti su cui sto cercando di lavorare. Ti prego, non sentirti in colpa.»
Spinge le mani in avanti sul tavolo e io le porgo le mie. «Sei la persona più buona che io abbia conosciuto in tutti i miei trentacinque anni.»
«Trentacinque?»
«Ehi, concedimelo. Non ne dimostro di più, vero?» Sorride.
«Neanche uno di più», confermo ridendo.
Venti minuti fa ero sull'orlo di un esaurimento nervoso, e ora sto ridendo con Trish. Ho sentito la tensione abbandonare il mio corpo nell'istante in cui ho deciso che il passato di Hardin deve restare nel
passato.
«Forse dovrei chiamarlo per dirgli che ho preso una decisione.»
Trish fa un sorrisetto. «Secondo me dovresti lasciare che si tormenti ancora un po'.»
L'idea di torturarlo non mi piace, ma è vero che ha bisogno di riflettere sulle sue azioni. «Forse sì...»
«Deve capire che le scelte hanno conseguenze.» Le passa una scintilla negli occhi. «Che ne dici se preparo la cena, e poi gli dai la bella notizia? Intanto rilassati, per quanto puoi: è stata una giornata lunga, tra Hardin e... tua madre.»
Sbuffo. «Sì... è una persona difficile.»
Sorride e apre il frigo. «Difficile? Sceglierei un altro aggettivo, ma è pur sempre tua madre...»
«È una... bip!» Volevo dire stronza, ma non mi va di farlo davanti a Trish.
«Sì, è una stronza. Lo dico io per te.» Ridiamo.

Trish prepara tacos di pollo per cena, e parliamo del Natale, del tempo... di tutto tranne che di Hardin. Alla fine non resisto più, devo chiamarlo e chiedergli di tornare subito a casa.
«Pensi che abbia sofferto abbastanza?» le domando senza ammettere che ho contato i minuti.
«No, ma la decisione non spetta a me», risponde.
«Devo farlo.»
Esco dalla cucina e gli telefono. Risponde con voce sorpresa.
«Tessa?»
«Hardin, abbiamo ancora molto di cui parlare, ma vorrei che tu tornassi a casa.»
«Di già? Sì... sì, certo! Arrivo subito.»
«Okay», e riaggancio. Ho poco tempo per fare ordine tra i pensieri prima del suo arrivo. Devo restare ferma sulle mie posizioni e fargli capire che ha sbagliato ma che lo amo lo stesso.
Cammino avanti e indietro, in preda all'ansia. Dopo quella che mi sembra un'ora la porta si apre e sento i suoi anfibi nel piccolo ingresso.
Quando entra in camera, mi si spezza il cuore per la millesima volta.
Ha gli occhi gonfi e rossi. Non dice niente. Viene da me e mi mette qualcosa in mano.
Chiude le mie dita intorno a un foglio ripiegato. «Leggila prima di prendere una decisione», mormora. Mi dà un rapido bacio sulla tempia e va in salotto.

After un cuore a mille pezziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora