22 TESSA

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MI sveglio alle due del pomeriggio. Non ricordo l'ultima volta che ho dormito fin dopo le undici, ma a mia discolpa c'è il fatto che sono rimasta sveglia a leggere ebook fino alle quattro. È il regalo più bello
che abbia mai ricevuto.
Prendo il telefono dal comodino e controllo le chiamate perse. Due di mia madre, una di Landon. Qualche messaggio di auguri per il compleanno, tra cui uno di Noah. Non mi sono mai piaciuti i compleanni, ma non mi attira l'idea di passare la giornata da sola.
Be', non sarò sola. Le protagoniste dei grandi classici della letteratura sono una compagnia molto più piacevole di mia madre.
Ordino una montagna di cibo cinese e passo la giornata in pigiama. Mia madre è furiosa quando la chiamo per dirle che sto male. Capisco che non mi creda, ma francamente non mi importa. È il mio compleanno e posso fare ciò che voglio; e se scelgo di
starmene a letto con del cibo da asporto e il mio nuovo giocattolo, è quello che farò.
Le mie dita cercano ripetutamente il numero di Hardin sul telefono, ma resisto alla tentazione di chiamarlo. Mi ha fatto un bellissimo regalo, ma questo non cambia il fatto che è andato a letto con Molly.
Ogni volta che penso che non possa farmi più male di quanto me ne abbia già fatto, lui ci riesce. Con il pensiero rivado alla cena con Trevor. Trevor, così gentile e affascinante. Dice sempre quello che
pensa e mi riempie di complimenti; non strilla, non mi irrita. Non mi ha mai mentito. Non devo mai indovinare cosa gli passa per la testa o come si sente. È intelligente, colto, in carriera, e sotto Natale fa
volontariato alla mensa dei poveri. È perfetto, in confronto a Hardin.
Il problema è che non dovrei paragonarlo a Hardin. Trevor è un po' noioso, sì, e non abbiamo in comune la passione per i romanzi, ma neppure un passato traumatico.
La cosa che più mi fa infuriare di Hardin è che mi piace, malgrado la sua maleducazione. È simpatico, divertente, e quando vuole sa essere molto dolce. Questo regalo mi ha confuso le idee: non devo dimenticare quanto mi ha fatto soffrire. Tutte le bugie, i segreti, e soprattutto tutte le volte che è andato a letto con Molly.
Rispondo al messaggio di Landon per ringraziarlo, e pochi secondi dopo mi scrive di nuovo per chiedere l'indirizzo del motel. Voglio dirgli di non venire fin qui, ma non mi va neppure di rimanere sola per il resto della giornata. Non mi vesto, ma metto un reggiseno sotto la maglietta e leggo un altro po' mentre aspetto il suo arrivo.
Un'ora dopo bussa alla porta, e quando apro mi sorride e mi abbraccia. «Buon compleanno, Tessa.»
«Grazie», gli dico ricambiando l'abbraccio.
Va a sedersi alla scrivania. «Ti senti più vecchia?»
«No... be', sì. Mi sembra di essere invecchiata di dieci anni nell'ultima settimana.»
Accenna un sorriso ma non dice niente.
«Ho ordinato da mangiare, ne è avanzato molto, se hai fame», gli dico.
Si volta e prende dal tavolo il contenitore termico e una forchetta di plastica. «Grazie. Perciò è così che hai passato la giornata?»
«Certo.» Rido e vado a sedermi a gambe incrociate sul letto.
Mentre mangia, Landon non fa caso a me. Poi d'un tratto solleva lo sguardo.
«Hai un lettore di ebook? Pensavo li odiassi.»
«Prima sì, ma ora mi piacciono», dichiaro entusiasta ammirando il mio nuovo regalo. «Migliaia di libri a portata di mano! Cosa c'è di meglio?»
«Be', non c'è niente di meglio che farsi un regalo di compleanno da soli», commenta lui, con la bocca piena di riso.
«A dire il vero me l'ha regalato Hardin. Me l'ha lasciato in macchina.»
«Ah. Gentile da parte sua», osserva in un tono strano.
«Sì, molto. Ci ha anche messo dentro un sacco di bei romanzi, e...» Mi interrompo.
«Allora, cosa pensi?»
«Sono sempre più confusa. A volte fa dei gesti incredibilmente gentili, ma allo stesso tempo non fa che ferirmi.»
«Be', ti ama, questo è chiaro. Purtroppo l'amore non sempre va a braccetto con il buonsenso.»
Sospiro. «Lui non sa cos'è l'amore.» Scorro l'elenco dei romanzi d'amore e mi viene in mente che anche in quelle storie il buonsenso latita spesso.
«Qualche giorno fa è venuto a parlare con me», dice Landon.
Il lettore mi cade di mano scivolando sul letto. «Cosa?!»
«Già, mi sono stupito anch'io. È venuto a cercare me, suo padre, o persino mia madre.»
«Perché?» domando confusa.
«Per chiedere aiuto.»
«Aiuto per cosa? Sta bene?» Il mio tono è preoccupato.
«Sì... be', no. Ha chiesto aiuto per te. Era a pezzi, Tessa. Insomma, è venuto a casa di suo padre!»
«Cos'ha detto?» Non riesco a immaginare Hardin che bussa alla porta di Ken per avere consigli su questioni di coppia.
«Che ti ama. Che devo aiutarlo a convincerti a dargli un'altra possibilità. Volevo che tu lo sapessi; non mi va di avere segreti con te.»
«Be'... non so cosa rispondere. È incredibile che sia venuto da te. Che sia andato da chiunque, in realtà.»
«Detesto ammetterlo, ma non è lo stesso Hardin Scott di prima, di quando l'ho conosciuto. Ha persino scherzato sulla possibilità di abbracciarmi», mi racconta ridendo.
Viene da ridere anche a me. «Non ci credo!» Poi però mi faccio coraggio e gli chiedo: «Pensi davvero che lui mi ami?»
«Sì. Non so se dovresti perdonarlo, ma se c'è una cosa di cui sono sicuro è che ti ama.»
«Ma mi ha mentito, mi ha umiliata pubblicamente, anche dopo avermi detto che mi amava è andato a raccontare tutto agli altri. Poi, appena inizio a pensare che potrei perdonarlo nonostante tutto, lui
va a letto con Molly.» Sento le lacrime in agguato, e per distrarmi bevo un sorso d'acqua dalla bottiglietta sul comodino.
«Non è andato a letto con lei.»
«Sì che ci è andato. Me l'ha detto lui.»
Landon posa il contenitore del cibo e mi guarda negli occhi. «Te l'ha detto solo per ferirti. So che questo non migliora le cose, ma voi due siete abituati alle ripicche.»
Il mio primo pensiero è che Hardin dev'essere davvero bravo, se persino il suo fratellastro crede alle sue bugie. Il mio secondo pensiero è: Ma se davvero Hardin non fosse andato a letto con
Molly? Se fosse così, riuscirei a perdonarlo? Avevo deciso di no, ma a quanto pare non riesco a scrollarmi di dosso quel ragazzo.
Come se l'universo volesse prendersi gioco di me, proprio in quel momento mi arriva un messaggio di Trevor: Buon compleanno, bellissima.
Rispondo subito con un grazie, poi dico a Landon: «Mi serve altro tempo. Non so cosa pensare».
«Mi sembra giusto. Allora, cosa fai per Natale?»
«Questo.» Indico i contenitori del cibo da asporto e il lettore di ebook.
Landon prende il telecomando. «Non vai a casa?»
«Mi sento più a casa qui che da mia madre», replico sforzandomi di non pensare a quanto sono patetica.
«Non puoi stare da sola in albergo a Natale, Tessa. Puoi venire a casa nostra. Penso che mia madre ti avesse comprato qualcosa, prima che...»
«Che la mia vita andasse a rotoli?»
Annuisce sorridendo.
«In realtà, siccome domani Hardin parte, pensavo che potrei stare nell'appartamento... solo finché ottengo un posto in dormitorio, e spero di trovarlo prima che lui rientri. Altrimenti posso sempre
tornare in questo accogliente posticino.» La mia situazione è talmente ridicola che posso solo scherzarci su.
«Sì, dovresti fare così», concorda Landon, con gli occhi fissi sul televisore.
«Dici? E se torna prima e mi trova lì?»
Senza distogliere lo sguardo dallo schermo replica: «Sarà a Londra, no?»
«Sì, hai ragione. Dopotutto c'è il mio nome sul contratto d'affitto.»
Guardiamo la televisione e parliamo di Dakota, che sta per partire alla volta di New York. Landon mi racconta che sta valutando di trasferirsi all'Università di New York l'anno prossimo, se lei decide di restare lì. Sono contenta per lui, anche se non voglio che se ne vada... ma ovviamente non glielo dico. Si ferma con me fino alle nove, e quando se ne va mi metto a letto a leggere finché mi addormento.

La mattina seguente mi preparo per andare all'appartamento. È assurdo che io stia per tornare in quel posto, ma non ho molta scelta. Non voglio approfittarmi di Landon e non voglio certamente
andare da mia madre, però se resto al motel finirò i soldi. Mi sento in colpa perché non torno a casa da mia madre, ma non voglio subire il suo sarcasmo per tutta la settimana. Forse ci andrò il giorno di Natale, ma non oggi. Ho cinque giorni per decidere.
Mi trucco e mi pettino, indosso una camicia bianca e dei jeans scuri. Vorrei restare in pigiama, ma devo andare a fare un po' di spesa per i prossimi giorni. Se mangio quello che Hardin ha lasciato nell'appartamento, capirà che sono stata lì. Rifaccio i bagagli e corro alla macchina, che è stata lavata dentro e fuori e profuma di menta.
Hardin.
Mentre vado al supermercato inizia a nevicare. Compro il necessario per sfamarmi finché deciderò cosa voglio fare a Natale.
In fila alla cassa, mi metto a pensare a cosa mi avrebbe regalato Hardin per Natale. Visto l'azzeccatissimo regalo di compleanno, chissà cosa si sarebbe inventato. Spero qualcosa di semplice e poco
costoso.
«Ci muoviamo?» abbaia una donna dietro di me.
Alzo gli occhi e vedo che la cassiera mi fissa con aria irritata. Non mi ero accorta che fosse il mio turno.
«Scusi», mormoro, e poso la spesa sul rullo.
Parcheggiando davanti all'appartamento mi viene il batticuore. E se non è ancora partito? È solo mezzogiorno. Mi guardo intorno e non vedo la sua macchina. Probabilmente l'ha lasciata al parcheggio
dell'aeroporto. Oppure l'ha accompagnato Molly.
Il mio subconscio non sa quando deve tacere.
Stabilito che lui non c'è, spengo il motore e tiro fuori le buste della spesa. Nevica più forte di prima; almeno nell'appartamento starò al caldo. Faccio un ultimo respiro prima di aprire la porta ed entrare. Mi
piace molto questo posto, è così perfetto per noi... per lui... o per me. Separatamente.
Il frigorifero e la dispensa sono pieni, deve aver fatto la spesa negli ultimi giorni. Ci infilo anche la roba che ho comprato, poi scendo a prendere le borse con i vestiti.
Non riesco a smettere di pensare alle parole di Landon. Sono spiazzata dall'idea che Hardin sia andato a chiedere consiglio a qualcuno, e che Landon creda che lui mi ami. So che è così, ma non
ci penso perché ho paura: se autorizzo a me stessa ad ammettere che lui mi ama, non farò che peggiorare le cose.
Rientro in casa, chiudo la porta a chiave e appoggio le borse in camera. Tiro fuori gran parte dei vestiti e li appendo perché non si stropiccino, ma vedere la cabina armadio che avrebbe dovuto ospitare anche i vestiti di Hardin è una pugnalata al cuore. Sul lato
sinistro sono appesi solo alcuni jeans neri. Una camicia bianca è messa storta in un angolo, quella che ha indossato al matrimonio.
Finisco in fretta di sistemare la roba e vado in cucina.
Mi preparo un piatto di pasta e accendo la televisione a tutto volume, per sentire dalla cucina un vecchio episodio di Friends che ho visto almeno venti volte e conosco a memoria. Carico la lavastoviglie: spero che Hardin non l'abbia notato, ma detesto vedere i piatti sporchi nel lavandino. Accendo una candela e pulisco i fornelli e il bancone. Prima di rendermene conto ho già spazzato il
pavimento, passato l'aspirapolvere sul divano e rifatto il letto.
Quando tutto è pulito faccio una lavatrice e ripiego i vestiti che Hardin ha lasciato nell'asciugatrice. Era più di una settimana che non mi sentivo così calma e in pace. Finché sento delle voci e vedo girare la maniglia della porta.
Merda. È tornato. Perché mi faccio sempre trovare in casa? Spero sia solo un amico a cui ha dato una chiave di riserva... Forse è Zed con una ragazza? Chiunque tranne Hardin, per favore...
Una donna che non conosco varca la soglia, e io capisco subito di chi si tratta. La somiglianza è evidente, e anche lei è bellissima.
«Wow, Hardin, questo appartamento è proprio bello», dice con un accento marcato come quello del figlio.
Non ci credo, non sta succedendo davvero. Sembrerò una psicopatica agli occhi della madre di Hardin: c'è il mio cibo in frigo, i miei vestiti in lavatrice, e l'appartamento risplende da cima a fondo.
Resto paralizzata dal panico.
Lei mi guarda. «Oh, santo cielo! Tu devi essere Tessa!» esclama sorridendo.
Hardin entra dopo di lei e lascia cadere a terra la valigia a fiori, attonito. Cerco di non guardarlo, di concentrarmi sulla donna che viene verso di me a braccia aperte.
«Ero così delusa quando Hardin mi ha detto che questa settimana saresti stata fuori città!» continua, abbracciandomi. «Che dispettoso, mi ha mentito per farmi una sorpresa!»
Cosa?
Mi prende per le spalle per guardarmi meglio. «Ah, ma quanto sei carina!» Mi abbraccia di nuovo.
Resto in silenzio e mi lascio abbracciare. Hardin sembra sbigottito e terrorizzato.
Benvenuto nel club.

After un cuore a mille pezziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora