CAPITOLO 52

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Dardeggiai con lo sguardo da Amlach a mio padre. «Re?», domandai, più che confusa. «No, lui...» Guardai mio fratello, che scambiò uno sguardo grave con nostro padre. «Lui è...» Osservai Amlach, la cui arroganza era svanita, lasciando il posto a un'altera severità. Infine, tornai su mio padre. «Lui è il comandante dell'esercito del Re degli Uomini».

Mio padre mi posò una mano sul braccio con fare quasi compassionevole. «Non mi stupisce che ti abbia taciuto la sua vera identità, figlia mia». Lanciò un'occhiata tagliente ad Amlach. «D'altronde, sappiamo bene quanto può essere subdola la natura degli uomini».

Amlach fece uno sprezzante mezzo sorriso. «Disse il Re degli Elfi, che non solo ha deciso di non prestare aiuto a uno dei popoli della terra in cui vive e guardarlo morire lentamente, ma ha anche lasciato che la propria figlia ed erede venisse umiliata e ridotta in schiavitù».

Il pugno di Araton giunse subitaneo.

La testa di Amlach scattò di lato con tanta violenza che i capelli gli coprirono la faccia, mentre barcollava.

L'istante dopo, con velocità sovrannaturale per impedire ad Amlach di reagire, mio fratello gli afferrò le ciocche castano chiaro per scoprirgli il volto.

No, mi resi conto. Non il volto.

L'orecchio.

Un orecchio a punta.

Il mio cuore si fermò. I miei occhi sgranati cercarono quelli di Amlach. Li trovarono con un'incisività che mi lasciò senza fiato.

Che mi distrusse.

Araton gli lasciò andare i capelli con una smorfia nauseata e indietreggiò, come se Amlach fosse il portatore di una malattia pustolosa.

Senza mai smettere di fissarmi, Amlach riassunse con calma una postura fiera, l'espressione dura che però lasciava trasparire una nota terribilmente afflitta.

«Sei un elfo», trasecolai in un filo di voce.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 3 days ago ⏰

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