Claire usci dalla classe , appena si avvicinò alla porta, vide Alex appoggiato contro il muro, i suoi occhi scuri fissi su di lei, pieni di una rabbia che non lasciava dubbi.
"Claire," la voce di Alex era calma, ma c'era qualcosa di inquietante nel suo tono. "Cosa sta succedendo tra te e Davis?"
Claire si fermò, il cuore che iniziò a battere più forte. Cercò di rimanere impassibile, ma il panico le serpeggiò dentro. "Non è quello che pensi," rispose velocemente, cercando di sembrare sicura.
Alex non si mosse, il suo sguardo fisso su di lei. "Non fare la finta tonta," disse, la voce più bassa ora. "Ti stai mettendo in una situazione pericolosa, Claire. L'ho visto, l'ho capito."
Claire cercò di mantenere la calma, ma la sua mente correva veloce. "Non ti riguarda," rispose, cercando di allontanarsi, ma Alex la bloccò con uno sguardo intenso.
"Non ti rendi conto di cosa stai facendo, Claire? Non capisci che ti sta solo usando?"ribatté Alex, il tono tagliente ma con una sfumatura di emozione che non riuscì a nascondere.
Claire lo fissò, le mani strette in pugni lungo i fianchi. La sua rabbia stava crescendo, ma c'era anche una confusione sottile che le si leggeva negli occhi. "Non hai idea di cosa stai dicendo, Alex. Davis non mi ha mai manipolata. Lui c'era per me quando nessuno c'era. Lui mi ha ascoltata, confortata. Non puoi capire."
"Non posso capire?" Alex scattò un passo avanti, avvicinandosi tanto da farle sentire la sua presenza come una pressione fisica. "Claire, lui non è tuo amico. Non lo è mai stato. Sta approfittando di te, della tua fragilità, di quello che hai passato ."
Le sue parole alleggiarono nell'aria come un pugno nello stomaco, e Claire indietreggiò leggermente, colpita più dalle sue parole che dal tono. "Come osi? Come osi insinuare una cosa del genere? Davis mi ha aiutata quando ero a pezzi, Alex. Non puoi capire com'era."
Alex serrò la mascella, il suo sguardo trasformandosi in qualcosa di misto tra frustrazione e dolore. "E secondo te lui non sapeva esattamente cosa fare per farti sentire dipendente da lui? Claire, apri gli occhi. Non è così altruista come pensi."
Claire scosse la testa, gli occhi lucidi per l'indignazione. "Tu non sai niente. Non sai cosa significhi sentirsi così sola da aggrapparsi a chiunque ti tenda una mano. Lui c'era, Alex. Sempre. E non hai il diritto di giudicarlo o di giudicarmi."
Alex inspirò profondamente, cercando di mantenere il controllo. La sua voce si abbassò, diventando un sussurro teso. "E tu non hai idea di quanto stai rischiando con lui. Ma se non vuoi ascoltarmi, bene. Farò finta che tu sappia quello che stai facendo. Però, Claire..." Si avvicinò di nuovo, il suo tono ora più morbido, quasi affettuoso. "Ti chiedo solo di pensarci."
Claire lo guardò per un lungo momento, il respiro ancora agitato. "Per favore, Alex. Ti prego, non dire niente. Non a mamma, non a nessuno."
Ci fu un attimo di silenzio, poi Alex si voltò, scuro in volto. "Non dirò niente," disse infine, con voce tesa. "Ma non aspettarti che approvi. E ricorda quello che ti ho detto, Claire. Solo... stai attenta."
Con quelle parole, si allontanò, lasciandola lì, ancora con il cuore che batteva troppo forte, divisa tra rabbia, sollievo e una vaga, persistente inquietudine.
***
La tavola era apparecchiata con un'eleganza impeccabile, il tipo di perfezione che Gemma esigeva in ogni aspetto della sua vita. Piatti di porcellana, bicchieri di cristallo, e un centrotavola di rose fresche. Ma dietro quella facciata curata, la tensione serpeggiava come un ospite invisibile.
Claire si sedette tra Alex e sua madre, Gemma, lanciando uno sguardo fugace a Jack, il padre di Alex, che occupava l'estremità opposta del tavolo. Jack sembrava un'ombra: silenzioso, quasi trasparente, mentre Alex, come sempre, emanava un'aura di perfezione.
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Ossessione proibita
RomantikLe dita di Alex scivolarono lungo il braccio di Claire, lente, calcolate, quasi a voler marcare ogni centimetro della sua pelle. Era immobile, bloccata tra il muro freddo alle sue spalle e la sua presenza opprimente, calda e soffocante. "Perché cont...