Capitolo 13

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Claire non si aspettava di incontrarla. Era una giornata come tante, di quelle in cui il destino ti fa incrociare il passato senza preavviso. Si trovava al centro commerciale con Taylor, quando all'improvviso un volto familiare la fece fermare. Beatrix Fields. La ragazza che era stata una presenza rassicurante durante il difficile periodo al centro di recupero, la ragazza con cui aveva condiviso momenti di disperazione e speranza.

Beatrix non era cambiata. Gli occhi azzurri brillavano di quella luce di sicurezza che Claire aveva sempre ammirato. I capelli biondi, ormai più lunghi, cadevano morbidi sulle spalle. Con il sorriso che le faceva ricordare le notti passate a parlare di sogni e paure. Claire sentì un nodo alla gola, mentre la ragazza si avvicinava con passo sicuro.

"Claire!" esclamò Beatrix, abbracciandola con entusiasmo. "Non posso credere che sia davvero tu!"

Claire sorrise, un sorriso che nascondeva più emozioni di quanto volesse ammettere. "Beatrix, non ci posso credere... Sei proprio tu?"

Beatrix fece un cenno vago, come se volesse dire che anche se il mondo era cambiato, lei non era mai davvero cambiata. "Ero solo in giro con i miei, ma adesso che ti vedo, è come tornare indietro nel tempo. Come stai?"

"Sto meglio, grazie," rispose Claire, cercando di sembrare più naturale di quanto fosse. Non parlava del suo passato recente, dei momenti di lotta contro la dipendenza, ma bastava guardare negli occhi Beatrix per capire che entrambe sapevano che il passato non si sarebbe mai completamente cancellato.

"Beh, dopo il centro, ho deciso di... riprendere in mano la mia vita. I miei mi hanno organizzato una festa. Sai com'è... uno di quei festeggiamenti da ricchi," disse Beatrix, lanciando uno sguardo a Claire che, per un attimo, sembrava essere persa nei suoi pensieri.

Beatrix si appoggiò alla parete, sorridendo con un'aria più rilassata. "Vieni alla festa? I miei genitori stanno organizzando una grande serata per festeggiare la mia uscita dal centro di recupero con un sacco di gente che conosci. La solita roba, sai, tutte le famiglie 'giuste'... la tua famiglia ,i Williams e i Jackson e ... un altro gruppo di amici della mia famiglia. Mi farebbe piacere che tu ci fossi."

Claire la guardò, un po' sorpresa dalla proposta. "Non so, Beatrix."

Beatrix la fissò, divertita, come se avesse capito esattamente cosa Claire stava cercando di dire. "Tranquilla, non sarà niente di troppo formale. Però devi sapere che la mia famiglia è molto diversa dalla tua. Loro sanno come far festa. E poi,dai non è una vera festa se non ci sono i Sinclair."

Claire annuì lentamente, ma un piccolo senso di disagio le rimase addosso. La festa dei Fields sembrava l'occasione perfetta per rivedere alcune vecchie facce, ma sentiva che qualcosa nella proposta di Beatrix non era del tutto genuino. Quando Claire sentì i cognomi 'Williams' e 'Jackson', un senso di tranquillità la pervase. Sapeva che con loro ci sarebbero stati rispettivamente Kyle, un Williams, e Steven, un Jackson. Due presenze familiari che, riuscivano sempre a darle un senso di sicurezza e stabilità.

Claire chiuse gli occhi per un momento, lasciando che il passato la travolgesse. Il suono dei passi sulla linoleum, le pareti spoglie del centro di recupero, l'aria pesante e il silenzio assordante. Beatrix. Una delle uniche persone in quel posto che capiva cosa voleva dire sentirsi intrappolati nella propria vita.
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Claire camminava lentamente lungo il corridoio sterile del centro di recupero, il pavimento bianco e lucido rifletteva la luce artificiale, e l'aria sapeva di disinfettante. Ogni passo suonava come un promemoria che il mondo fuori era lontano, un mondo che Claire non voleva più toccare, ma che ogni giorno continuava a chiamarla. Non riusciva a capire come fosse finita lì, in quel posto che sembrava così lontano dalla sua vita precedente, quella di lusso, di feste e di notti senza fine.
Claire si appoggiò alla parete del corridoio, il suo respiro pesante e affaticato. Era passata un'eternità da quando si trovava lì, ma il centro di recupero non sembrava mai diventare familiare. La monotonia della routine, l'atmosfera grigia e soffocante, le conversazioni superficiali con i compagni di stanza. Tutto sembrava appesantire ancora di più quella condizione di prigionia che Claire sentiva ogni giorno. Ma c'era qualcosa di diverso in Beatrix.

Ossessione proibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora