Capitolo 9

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L'aula magna dell'università era gremita di volti nuovi e curiosi. Decine di studenti, appena arrivati, erano seduti in file ordinate, con lo sguardo fisso sul palco dove un gruppo di rappresentanti stava per introdursi. Tra loro, Claire era in piedi accanto agli altri studenti scelti per l'orientamento. Era stata selezionata per le sue capacità accademiche, ma soprattutto per la sua immagine: il ritratto di una studentessa apparentemente sicura di sé, capace di ispirare i nuovi arrivati.

Claire indossava un tailleur chiaro. La giacca, leggermente oversize, cadeva morbida sulle sue spalle, mentre i pantaloni a vita alta slanciavano la sua figura. Sotto, una semplice canotta bianca lasciava intravedere la sua pelle chiara. Ai piedi, un paio di décolleté nude con tacco sottile aggiungevano un tocco di eleganza senza risultare eccessive. I suoi riccioli biondi, sempre impeccabili, cadevano sulle spalle, e il trucco leggero metteva in risalto i suoi occhi verdi, che scintillavano sotto le luci del palco.

Aveva cercato di sembrare perfetta, come sempre. Eppure, sotto quella facciata, Claire si sentiva tesa. La notte precedente era stata difficile. Aveva ceduto di nuovo alle sua dipendenza e aveva anche bevuto un bicchiere di troppo. Ora, con le mani strette ai bordi del podio, si ripeteva che nessuno poteva notarlo. Non oggi.
Alex era tra il pubblico. Seduto in fondo all'aula, la sua figura impeccabile si mimetizzava tra gli altri studenti. Il suo sguardo non lasciava mai Claire. Non aveva fatto commenti quando le era stato comunicato il ruolo nell'orientamento, e ora, mentre lei parlava, sembrava quasi indifferente. Ma Claire sapeva che la stava osservando con attenzione, notando ogni sfumatura del suo comportamento.

"Benvenuti all'università," iniziò Claire, la sua voce calma, anche se un leggero tremore tradiva la tensione. "Sono qui per aiutarvi a orientarvi in questo nuovo percorso. So che può essere travolgente all'inizio, ma siamo qui per guidarvi e rispondere a qualsiasi domanda."
Accanto a lei, gli altri studenti rappresentanti annuivano, sorridendo agli studenti più giovani. Una ragazza, una matricola con gli occhiali e i capelli raccolti in una coda disordinata, alzò la mano per fare una domanda. Claire rispose con naturalezza, un sorriso caloroso che mascherava perfettamente il caos interiore.

Mentre parlava, il suo sguardo si incrociò con quello di Alex. Non mostrò alcuna reazione, ma quel contatto visivo la fece vacillare per un attimo. Perché doveva sempre guardarla così? Come se vedesse oltre tutto ciò che cercava di nascondere?

La giornata proseguì con attività di gruppo. Claire e gli altri rappresentanti accompagnarono i nuovi studenti nei tour dell'università, mostrando loro le aule, le biblioteche e i laboratori. Ogni tanto, si fermava per riprendere fiato, il peso della sua immagine impeccabile che cominciava a gravare sempre più su di lei.

Durante la pausa pranzo, Claire si allontanò dal gruppo e si rifugiò nel bagno. Si guardò allo specchio, passando un dito sotto gli occhi per sistemare il trucco che le stava iniziando a sbavare leggermente. Claire si era poi seduta sul pavimento del bagno, il marmo freddo sotto di lei che contrastava con il calore che sentiva salire dalle guance. La porta chiusa a chiave la separava dal mondo esterno, un piccolo rifugio momentaneo lontano dagli sguardi giudicanti.

Sul bordo del lavandino, una piccola bustina trasparente giaceva aperta accanto a una carta di credito piegata e un rotolo di banconote. Il silenzio del bagno era interrotto solo dal ticchettio di un orologio distante, un rumore quasi ipnotico.

Con movimenti metodici, quasi rituali, Claire versò una piccola quantità di polvere bianca su una superficie lucida e la allineò con cura, creando una striscia perfetta. Le sue mani tremavano appena, ma non era paura. Era il richiamo familiare della dipendenza, quel misto di anticipazione e sollievo che la stringeva in una morsa ogni volta.

Si chinò, i capelli biondi che le ricadevano sul viso. Inspirò profondamente attraverso la banconota arrotolata, il bruciore chimico che le attraversò le narici facendola sussultare per un attimo. Il mondo sembrò fermarsi, e poi ripartire con una velocità vertiginosa.

Ossessione proibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora