Ossessione proibita

Capitolo 36

La biblioteca dell'università era immersa in un silenzio quasi surreale, interrotto solo dal ticchettio incessante delle tastiere e dal fruscio delle pagine girate. Il tavolo che occupavano sembrava un campo di battaglia, con libri sparsi, quaderni disordinati e tazze di caffè ormai fredde. L'atmosfera era densa di concentrazione, ma anche di tensione. La data degli esami si avvicinava e tutti erano al limite delle loro energie.

Kyle si massaggiava le tempie, il viso segnato dalla frustrazione. "Non riesco a capire questa parte," mormorò, fissando il grafico di una funzione come se fosse un enigma irrisolvibile. "Sono troppo confuso, non so come andare avanti."

"Devi concentrarti sul modello IS-LM," rispose Claire senza alzare lo sguardo dal suo libro, il tono serio e incisivo. "In un'economia aperta, devi considerare anche l'effetto del tasso di cambio e la bilancia commerciale. Segui i diagrammi passo passo e non lasciarti distrarre."

Kyle la guardò e annuì, ma il suo sguardo continuava a vagare sulle pagine senza riuscire a concentrarsi. "Ci provo," disse, ma la sua voce tradiva la stanchezza.

Nel frattempo, Becca sembrava sempre più sopraffatta. Aveva il viso teso e il corpo rigido, le mani ferme sui libri ma con gli occhi persi nel vuoto. "Non ce la faccio, Claire," disse in tono sommesso. "Ogni volta che guardo questi grafici, mi viene il mal di testa. È come se non riuscissi nemmeno a mettere insieme un concetto."

Claire la guardò e sospirò, ma con un'espressione più comprensiva rispetto al solito. "Becca, dobbiamo lavorare insieme. Concentrati su una cosa alla volta. Se hai bisogno di chiarimenti, chiedi. Non è il momento di arrendersi."

Taylor, che stava seduto accanto a Claire, continuava a scrivere freneticamente, segnando le sue risposte su un altro foglio. "Claire ha ragione," disse con calma, senza sollevare troppo lo sguardo. "Dobbiamo affrontare ogni singola parte del programma, non possiamo farci prendere dal panico."

Becca annuì debolmente, ma sembrava più confusa che mai.

Trevor, che stava seduto dall'altra parte del tavolo, non aveva alzato lo sguardo nemmeno una volta. Con le mani dietro la testa, sembrava completamente disinteressato. "Perché vi preoccupate tanto?" chiese, senza distogliere lo sguardo dalla finestra. "Alla fine, l'esame è solo un pezzo di carta. Non è la fine del mondo."

Claire lo fissò incredula. "E tu? Non ti interessa affatto? Non ti preoccupa non passare?"

Trevor alzò le spalle senza nemmeno guardarla. "Onestamente, no. Ho già deciso che se non passa, amen. Magari mi trasferisco in un'isola deserta e non mi sento più in colpa."

"Sei un caso perso," mormorò Claire, ma senza rabbia. In realtà, era quasi ammirevole come Trevor riuscisse a non farsi influenzare da nulla.

Alex, che fino a quel momento era stato silenzioso, sollevò finalmente lo sguardo dal suo laptop. "Ho finito tutto," disse con nonchalance, come se fosse la cosa più normale del mondo. "I miei appunti sono completi e i modelli sono pronti. Ora posso rilassarmi."

Claire lo guardò, la sua espressione muta per un istante. "Tu... come fai a fare tutto così in fretta?" chiese, incredula.

Alex non sorrise, ma la sua voce era calma, quasi come se stesse dando una risposta banale. "So come organizzarmi."

"Ma tu non sembri mai sopraffatto," disse Claire, mentre continuava a scrivere senza fermarsi. "Sembra che tu sappia sempre dove stai andando."

"Non è una questione di sentirmi sopraffatto," rispose Alex con calma. "È solo una questione di preparazione. Quando sei pronto, non c'è bisogno di stressarsi."

Claire lo guardò, senza parole per un momento. Il distacco di Alex la colpiva sempre. Mentre lei e gli altri erano immersi nel caos dei preparativi, lui sembrava sempre aver già trovato la sua strada, sempre un passo avanti. Ma in quel momento, non poteva fare a meno di chiedersi se quella tranquillità fosse davvero frutto della sua preparazione o se fosse solo un altro modo per nascondere qualcosa di più profondo.