Capitolo 24

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Claire stava camminando lentamente verso la sua macchina, la mente che correva tra i pensieri. Il bacio con Alex, quella sensazione intensa che ancora le scaldava le labbra, sembrava ormai lontano. Da quando erano tornati in città, qualcosa era cambiato, ma non riusciva a capire esattamente cosa.

Era come se lui fosse diventato un'altra persona, uno che si nascondeva dietro una facciata di indifferenza, come se nulla fosse mai successo tra di loro. Ogni volta che cercava di parlargli, ogni volta che tentava di avvicinarsi, lui sembrava distaccato, come se avesse costruito una barriera invisibile. La distanza emotiva era palpabile, e Claire non riusciva a ignorarla.

Era sabato sera, e lei aveva appena finito una serata con gli amici, ma Alex non era venuto. Non rispondeva ai suoi messaggi e, quando finalmente lo aveva sentito al telefono, aveva detto qualcosa che Claire non riusciva a comprendere: "Non posso, ho delle cose a cui pensare."

Ogni volta che lo guardava negli occhi, la sensazione di lui distante si faceva sempre più forte. Claire aveva imparato a leggere ogni sfumatura del suo comportamento, e adesso lo vedeva agire come se fosse una persona completamente diversa. Era come se il ragazzo che aveva baciato a Miami non esistesse più.

La porta della sua auto si chiuse con un rumore secco, ma non aveva la forza di partire. Invece, si sedette con la testa tra le mani, cercando di mettere ordine nei suoi pensieri. "Perché non mi parla?" si chiese. "Perché mi sta allontanando?"

Proprio mentre stava cercando di razionalizzare, il suono del suo telefono la fece sobbalzare. Un messaggio da Alex.

"Scusami. Ho bisogno di tempo per pensare."

"Pensare?" Claire lesse il messaggio più volte, ma non riusciva a capire cosa intendesse. Che cosa doveva pensare? E perché lui non le stava dicendo niente di più? La sua testa era un turbinio di emozioni, ma la risposta che le veniva più naturale era quella che non riusciva a ignorare: "Mi sta allontanando."

Si alzò, decisa a non rimanere lì a piangersi addosso. Aveva bisogno di risposte, di qualcosa che le dicesse cosa stesse succedendo. Si diresse verso la sua casa, cercando di non pensare troppo alla conversazione che stava per avere con lui. Forse avrebbe capito.

Quando entrò a casa, non riuscì a evitare il nodo alla gola. Alex non c'era, ma il suo odore sembrava ancora impregnato nell'aria, come una traccia del passato che ormai non sapeva più come cancellare. La sensazione di frustrazione la stava consumando. Avrebbe dovuto parlargli, ma non sapeva come.

Il telefono vibrò di nuovo. Un altro messaggio da Alex, ma questa volta era più lungo. Claire lo aprì con un misto di speranza e paura.

"Claire, non posso più fare questa cosa. Non sono quello che vuoi e non mi interessa esserlo. Ho bisogno di tempo, non cercarmi."

Il cuore di Claire si fermò per un attimo. Le parole di Alex le trafissero il petto, fredde e crude. Non c'era insicurezza, solo un'indifferenza che la colpiva più di qualsiasi altro sentimento. Prima che potesse rispondere, il telefono squillò di nuovo.

Era Alex.

Claire prese un respiro profondo, cercando di non far trasparire la rabbia che le bruciava dentro. Rispose con voce tesa: "Alex, che cazzo stai dicendo? Cosa vuoi da me?"

"Non ti devo niente, Claire," rispose lui con tono gelido. "Non sono quello che vuoi e non voglio esserlo. Non sono pronto a fare questa farsa. Ho bisogno di spazio, non voglio nemmeno cercarti."

Claire sentiva la furia crescere dentro di lei, la distanza tra loro era insopportabile. "E che cazzo ne fai di questo spazio? Non puoi semplicemente sparire, non dopo tutto quello che è successo. Non puoi trattarmi così!"

Ossessione proibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora