Capitolo 29

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La sala era ancora in fermento mentre la seconda parte della sfilata prendeva vita. Le luci si abbassarono, e la passerella si illuminò di nuovo con un bagliore intenso, come se ogni modello fosse una stella pronta a brillare. Il pubblico era incantato, ma dietro le quinte l'aria era ancora tesa. Claire si prese un momento per respirare, cercando di lasciarsi alle spalle la provocazione di Alex, ma il suo sguardo era fermo sull'ingresso della passerella. Era il suo turno, e sentiva che questa volta avrebbe dovuto dare il massimo.

Becca fece il suo ingresso per il secondo giro, con un abito scuro e sofisticato. Il vestito di satin nero avvolgeva delicatamente la sua figura, ma la sua postura tradiva la sua insicurezza. La scollatura profonda sembrava voler attrarre gli sguardi, ma i suoi passi erano titubanti, quasi come se cercasse conferme da ogni occhiata. I tacchi alti, pur rimbombando sulla passerella, non sembravano accompagnare la sua camminata come un'estensione naturale del suo corpo, ma più come un tentativo di sembrare più sicura di quanto fosse in realtà. Becca non osava guardare direttamente in faccia chi la osservava, ma i suoi occhi si muovevano nervosamente, cercando rassicurazioni.

Quando passò davanti al gruppo di ragazzi in fondo alla sala, i suoi occhi incontrarono quelli di Trevor. Lui la guardò con un'espressione che mescolava divertimento e perplessità. Non sapeva cosa pensare di quella versione di Becca, più provocante ma anche più fragile di come la conosceva. Becca abbassò subito lo sguardo, cercando di nascondere la confusione che le attraversava la mente. Non si fermò, continuando la sua marcia solitaria attraverso la sala, ma ogni passo sembrava più una domanda che una dichiarazione di sicurezza.

Pochi istanti dopo, entrò Taylor, e tutto cambiò. Il suo abito di velluto rosso scuro sembrava creato apposta per lei, adattandosi alla perfezione alla sua figura slanciata. Ogni suo passo era deciso, fluido, naturale. Non c'era niente di ostentato nei suoi movimenti, ma la sua presenza era impossibile da ignorare. I suoi capelli erano raccolti in uno chignon ordinato, lasciando in evidenza il collo elegante, e il suo sguardo era tranquillo ma fiero. Mentre camminava, sembrava che la sala si aprisse per farla passare, come se fosse lei a dominare il palco, non con la volontà di attirare attenzione, ma perché la sua sicurezza e grazia avevano già fatto il loro lavoro.

Ogni sguardo era rapito dalla sua bellezza sobria ma intensa. Non cercava la validazione, ma la sua energia magnetica creava un'atmosfera di calma e rispetto intorno a lei. Quando attraversò la sala, la sua camminata sembrava dare il tono alla serata, facendo sembrare ogni cosa più leggera, più sicura. La differenza tra Becca e Taylor era palese: la prima si sforzava di sembrare qualcosa che non era, mentre la seconda emanava una sicurezza che non aveva bisogno di conferme esterne. Taylor non aveva bisogno di dimostrare nulla, perché chiunque l'osservasse lo vedeva già.

E poi c'era Claire. Il suo vestito per il secondo giro era completamente diverso dal primo, ma non meno audace. Questa volta aveva scelto un abito dorato che scintillava ad ogni passo, con un taglio asimmetrico che lasciava una spalla scoperta. La seta dorata catturava la luce in modo ipnotico, creando un contrasto perfetto con i suoi occhi intensi e l'atteggiamento da regina che dominava la passerella. Ogni passo che faceva sembrava un richiamo irresistibile, come se la passerella fosse il suo regno e tutti gli altri ne fossero solo spettatori. Il suo portamento impeccabile e il sorriso sicuro di sé non lasciavano alcun dubbio: Claire stava conquistando la sala, senza sforzo, senza nemmeno rendersene conto.

Quando arrivò alla fine della passerella, gli occhi di Alex erano puntati su di lei. Non c'era sorpresa nel suo sguardo, ma una sorta di approvazione nascosta dietro quella sua facciata. Il suo sorriso, beffardo come sempre, si fece largo sul suo volto mentre la osservava, la provocazione nei suoi occhi non si spegneva mai. Claire rispose con uno sguardo altrettanto determinato, ma con un velo di disprezzo. Non sarebbe stata lei a dargli soddisfazione, e lo sapeva. La sua camminata proseguì fino al dietro palco, senza fermarsi, mentre sentiva la presenza di Alex dietro di lei, come un'ombra.

L'atmosfera si fece ancora più tesa dietro le quinte, ma fuori, la passerella non dava segni di rallentare. Gli ospiti erano rapiti dalla bellezza delle modelle, ma qualcosa di più sottile stava accadendo tra le famiglie presenti.

Gemma, seduta tra i membri della sua famiglia, osservava Claire senza distogliere lo sguardo. Non poteva fare a meno di notare come la sua forza, la sua determinazione fossero diventate ancora più evidenti in quella serata. Ogni sua mossa sembrava voluta, come se fosse consapevole del potere che aveva su chi la guardava. E poi c'era Jack, che era seduto accanto a lei, un sorriso sulle labbra mentre osservava Claire dalla sua posizione.

Il rapporto tra Gemma e Jack sembrava farsi più solido, mentre Claire, osservando la scena, sentiva una fitta al cuore. Aveva sempre visto sua madre come una donna forte, ma ora, guardando quella scena tra Gemma e Jack, qualcosa in lei cambiò. Gemma era riuscita a trovare la sua pace, a lasciarsi alle spalle tutto quello che aveva vissuto.

Jace, seduto tra gli altri ragazzi, fissava Claire con un misto di ammirazione e preoccupazione. Non riusciva a non notare quanto stesse cambiando, quanto il suo atteggiamento da regina fosse ormai radicato in lei. Ma c'era anche un'altra parte di Claire, una più profonda, che Jace sentiva di dover proteggere. La sfilata stava per concludersi, ma i suoi pensieri erano più leggeri di quanto volesse ammettere.

La festa era ormai giunta alla fine, e il brusio di sottofondo stava lentamente svanendo. La musica si faceva sempre più flebile e la sala sembrava svuotarsi, ma Claire non riusciva a distogliere la mente dal peso che sentiva addosso. Si stava allontanando dal caos, camminando piano tra la folla, quando sentì la presenza di Jace al suo fianco.

Era stato silenzioso per tutta la serata, ma ora, con il volto più serio e gli occhi un po' tristi, si avvicinò a Claire con un passo incerto. Lei lo guardò brevemente, ma non disse nulla, mentre il suo cuore sembrava battere più forte. C'era qualcosa di diverso in lui stasera, un'inquietudine che non riusciva a ignorare.

«Claire,» disse Jace, fermandosi davanti a lei, con lo sguardo abbassato. «Possiamo parlare un momento?»

Claire annuì e si allontanò dal gruppo, trovando un angolo tranquillo. Si girò verso di lui, notando subito il cambiamento nel suo atteggiamento. Non c'era più la solita sicurezza, solo una strana incertezza.

«Cosa c'è, Jace?» chiese, cercando di mascherare la preoccupazione con un sorriso.

Lui la guardò per un momento, poi sospirò. «Non so se posso farlo, Claire. Non so se posso tenerti.»

Claire lo fissò, sorpresa. «Non ti seguo.»

Jace abbassò lo sguardo. «Tu sei... perfetta. Bellissima, forte, e tutti ti amano. Io... non sono abbastanza per te. Ho paura che un giorno ti stancherai di me.»

Claire lo osservò, sentendo una stretta al cuore. Si avvicinò. «Non dire così. Non devi essere 'abbastanza' per me. Mi piaci per quello che sei.»

Jace scosse la testa. «Ma sei la regina di questa festa, Claire. Io sono solo... un tipo qualunque.»

«Non è così,» rispose lei, prendendogli la mano. «Non voglio nessuno che si senta inferiore. Voglio qualcuno che mi capisca, che non abbia paura di mostrarmi chi è.»

Jace la guardò negli occhi, incredulo. «E io cosa sono per te, allora?»

Claire sospirò, abbassando lo sguardo. «Non sono quella che vedi, Jace. Ma se vuoi davvero conoscermi, lo farai. Non voglio essere perfetta, voglio solo essere me stessa.»

Il silenzio che seguì fu carico di emozioni non dette, ma Jace, con un sorriso sincero, le rispose: «Allora smetti di nasconderti. Io ti vedo, Claire.»

Claire si sentì sollevata, anche se una parte di lei non voleva ancora arrendersi completamente. «Non è facile...»

«Non deve esserlo,» disse Jace, stringendole la mano. «Sono qui. Non te ne vai da sola.»

Claire lo guardò, sentendo un calore che non aveva mai davvero permesso di crescere. «Grazie, Jace,» sussurrò, quasi a volersi credere anche lei.

Ossessione proibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora