Capitolo 28

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La luce del pomeriggio filtrava attraverso le ampie finestre della biblioteca, dove Kyle si trovava seduto con una pila di libri davanti a sé. Il suo sguardo era fisso sullo schermo del suo laptop, ma le parole sullo schermo si mescolavano in una confusione di pensieri. Non riusciva a concentrarsi. La sua mente tornava continuamente alla conversazione avuta con suo padre quella mattina.

"Mi sembra che tu stia perdendo tempo qui, Kyle," gli aveva detto il padre con tono deciso, mentre lui si preparava a uscire per una riunione di lavoro. "Ho bisogno di te. Ho bisogno di qualcuno di cui posso fidarmi per gestire le cose in azienda. Non posso aspettare ancora."

La proposta era allettante, ma Kyle non riusciva a scrollarsi di dosso il senso di insicurezza. L'università era il suo sogno, la sua opportunità di fare qualcosa di diverso da quello che il padre sembrava voler imporre. Ma lavorare con lui significava entrare in un mondo già pronto, stabile, e con una sicurezza che l'università non poteva garantire.

Kyle alzò lo sguardo e vide Claire entrare nella biblioteca. La sua figura risplendeva, come sempre, con quella naturale energia che attirava l'attenzione di chiunque fosse nelle vicinanze. Con un sorriso, Claire si avvicinò al tavolo dove Kyle stava cercando di concentrarsi.

"Cosa c'è che non va?" chiese lei, notando subito il suo atteggiamento distratto.

Kyle sospirò e si appoggiò indietro sulla sedia, massaggiandosi le tempie. "Non lo so, Claire. Sto davvero cercando di capire cosa fare con la mia vita, ma mi sembra che tutte le strade mi portino a un vicolo cieco. Mio padre vuole che torni a lavorare con lui, ma l'idea di mollare tutto per farlo mi fa paura."

Claire si sedette di fronte a lui, osservandolo con attenzione. Non c'era fretta nei suoi occhi, solo una comprensione che lo faceva sentire meno solo nel suo dilemma.

"Ti capisco," disse Claire, "è difficile. Ma se c'è una cosa che ho imparato, è che non esistono risposte facili, solo quelle che ci fanno sentire più vicini a ciò che siamo. Se lavori con tuo padre, potresti non sentirti mai soddisfatto, e non sarebbe giusto per nessuno di voi due. Ma se continui qui, rischi di perdere altre opportunità, e anche tu te lo saresti detto mille volte."

Kyle si girò verso di lei, scrutandola. La sua amicizia gli dava un conforto che raramente provava con gli altri. "E tu cosa faresti al mio posto?"

Claire esitò per un attimo, come se volesse scegliere le parole giuste. "Io... io non sono mai stata nel tuo posto. Ma posso dirti una cosa: non lasciare che il peso delle aspettative degli altri ti schiacci. A volte, devi essere tu a scegliere il percorso, anche se è difficile. Io ti supporto qualunque cosa tu decida, Kyle. Non sei solo in questa scelta."

Una calda sensazione di gratitudine lo invase. Sentirsi ascoltato senza essere giudicato gli dava una forza che non si aspettava. Claire non lo stava forzando a fare nulla, non gli stava dicendo che c'era una sola strada giusta, ma la sua sincerità e il suo supporto lo facevano sentire come se avesse davvero qualcuno su cui contare.

"Grazie, Claire," mormorò. "Non so cosa fare, ma almeno so che non sono da solo."

Claire sorrise e gli fece una pacca sulla spalla. "Lo sai che puoi contare su di me, sempre. Qualunque cosa deciderai, lo faremo insieme."

Kyle annuì, sentendo il peso sul suo cuore alleggerirsi, seppur di poco. Aveva ancora molto da pensare, ma ora sentiva che almeno non stava affrontando tutto da solo.

Il resto della serata passò tra risate e chiacchiere leggere. Mentre camminavano insieme verso la casa di Claire, Kyle rifletté su quanto fosse cambiata la sua visione della vita da quando Claire era entrata nel suo mondo. La sua presenza aveva cambiato qualcosa in lui, forse lo aveva spinto a diventare una persona migliore, qualcuno che non solo si preoccupava di sé stesso, ma di ciò che lo circondava.

Ossessione proibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora