Broken
you know that we've always been
you know that i've always beenQuaranta minuti e la chiamata del ragazzo ancora non era arrivata. In quel periodo di tempo Taehyung si era tolto e messo la giacca più volte, facendo roteare le chiavi fra le dita, giocando in modo nervoso con la pietrina viola dell'anello.
Era normale che Gunner ci stesse impiegando tanto tempo perché era successo qualcosa. Forse non avrebbe dovuto aspettare una sua chiamata, non avrebbe dovuto ascoltarlo anzi, sarebbe dovuto correre da lui nonostante l'agitazione perché gli aveva promesso che ci avrebbe messo solo dieci minuti se avesse avuto bisogno e Jungkook lo aveva.
Gunner lo chiamò quarantasette minuti e ventisei secondi dopo e quando vide lo schermo illuminarsi, lo sbloccò immediatamente tenendo premuto sul verde.
"Gunner..."
"Bambolina..." e la voce gli morì in gola. Non si aspettava di sentirlo.
"Koo... amore, come stai?"
"Scusa se sono sparito così, con uno stupido biglietto ma ho bisogno di risolvere questa cosa, voglio affrontarlo e dirgli tutto quello che mi ferisce. Non servirà a nulla ma aiuterà me."
Taehyung capiva ma al tempo stesso non comprendeva la necessità di doverlo affrontare con tutta quella fretta. Perché aspettare che Taehyung andasse a scuola? Perché non dirglielo la sera prima? Non si aspettava di parlarne assieme e di aver diritto di opinione ma almeno saperlo e non trovarsi la sorpresa.
"Volevo venire. Ero pronto a venire da te con Gunner. Dieci minuti, lo sai."
Jungkook sentì una stretta al cuore lacerarlo. Gli occhi si fecero lucidi e si commosse perché lo sapeva che avrebbe ribaltato il mondo per lui e non se lo meritava, non per essere sparito cosi, senza alcun preavviso.
"Gunner mi ha detto di non farlo però, che ero troppo agitato e—"
"Hai fatto bene a non venire. Non che io non ti volessi qua, Tae ma se avessi guidato agitato com'eri, mi sarei arrabbiato e avrei fatto il culo a Gunner per non averti incatenato alla porta. La tua sicurezza prima di ogni cosa, Tae. Non puoi aiutare me se non sei al sicuro tu e saperti in pericolo è ciò che mi fa più paura. Ho sbagliato a fuggire, scusami..."
Era tutto così strano, surreale. Taehyung non riusciva nemmeno a spiegare cosa sentiva, cosa provava ma era qualcosa che lo spaventava terribilmente ma a cosa serviva dirlo a Jungkook che probabilmente stava peggio di lui? Mandò giù la paura, le brutte sensazioni e si fece forza perché doveva essere forte per entrambi.
"È tutto okay, va bene? Ho capito perché lo hai fatto."
No, non aveva capito ma Jungkook aveva bisogno di sentirsi compreso, di sapere che ciò che aveva fatto non era stato avventato e senza senso come invece pensava e Taehyung non avrebbe questionato nulla.
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Come un fiocco di neve || TaeKook
FanfictionLondra, 2018. Jungkook e Taehyung hanno 18 anni e vivono in due parti opposte della città. Jungkook abita in una delle zone più malfamate della capitale inglese. La sua vita è lontana dall'essere definita semplice; vive con lo zio, vittima dell'alc...