fourty-one

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Ester's POV

Agito velocemente la gamba sotto al mio banco, mentre la sensazione di panico che mi soffoca da ieri sera non mi lascia in pace.
Il pubblico seduto sugli spalti dello studio applaude i cantanti chiamati a cantare il loro inedito alle radio.

Le gare si sono conclusa poco fa con il primo posto di Antonia e l'ultimo di Deddè per il canto, mentre il vertice della classifica di canto è occupato da Chiara e il fondo da Dandy.

Gli unici momenti in cui ho dimenticato la mia ansia durante questa puntata sono stati l'esibizione di Gabriel, il primo posto della mia compagna di stanza e il compito di Daniele da parte della mia prof.
Gli è stato chiesto di raccontarsi attraverso la danza e il ballerino della Celentano ha scelto coraggiosamente di rappresentare il periodo in cui veniva bullizzato.

Durante il video in cui il ragazzo si raccontava alla Maestra, ben più di una lacrima mi ha solcato il viso.
Mi ha ricordato quando anche io venivo derisa dalle mie compagne di danza per via del mio fisico, di tutta la sofferenza di quegli anni.

«Lì sopra vedo qualcuno che sta per morire, quindi Ester scendi anche tu per questa gara» sento dire dalla voce di Deborah, che mi riporta alla realtà.
Solo ora mi accorgo che una delle solite postazioni per i giudici è occupata da Irma Di Paola, una coreografa che già più volte ha fatto da giudice ad una delle nostre gare, e sulle sedie trasparenti sul palco sono seduti Alessia e Alessio.

«Hai capito che devi fare?» mi domanda Maria, mentre mi affretto a scendere dal mio posto.
Scuoto la testa, lievemente in imbarazzo.
«Vi verranno portati degli oggetti provenienti da casa vostra e dovrete improvvisare su una canzone scelta dalle vostre famiglia»
«!Ay Dios!» esclamo, già pregustando ulteriori lacrime.

Irma mi annuncia. «Iniziamo da te, Ester»
Quando vedo entrare uno dei professionisti con il mio peluche di quando ero bambina tra le mani, il pianto previsto qualche secondo fa si concretizza.

Nonostante il pubblico stia applaudendo, mi sento di essere tornata a casa. Nella mia cameretta di Barcellona, con Alma di appena qualche anno, mentre la mamma mi raccontava la storia della buonanotte.
Ancora troppo piccola e ingenua per capire il mondo, senza il mostro dell'anoressia che mi consumava, solo circondata a danza e amore.

«Tua mamma scrive: "Hola Estrellita, posso solo immaginare quanto tu sia in ansia per la sfida, quindi quando la produzione mi ha contattata per questa gara non potevo essere più felice. La prima cosa che ho pensato è stato Teddy, un qualsiasi orsacchiotto ma che significava il mondo per te. Da quando nonna te lo regalò, più o meno quando avevi tre anni, ha sempre avuto il suo posticino sul tuo letto. Spero che riesca a darti la forza di non arrenderti mai. Te quiero" »

Ogni parola della mamma è come se fosse una pugnalata al cuore, sempre più in profondità.
«La canzone è "No me queda más". Base» conclude Maria.

I passi si susseguono con naturalezza, come se fossero già programmati.
La canzone che mi ha accompagnata per tutta la mia vita, che cantavo sempre con mamma e nonna, è capace come sempre di fami piangere.
Ad ogni occasione, stringo Teddy tra le braccia.

Alla fine della coreografia, resto qualche secondo sdraiata per terra, con le lacrime che scendono copiosamente e quel vecchio peluche al petto.

Il pubblico applaude forte, causandomi la sensazione di essere a casa, come accade ogni volta che mi esibisco.
Maria mi guarda con occhi apprensivi, quelli di Deborah sono lucidi e Irma Di Paola annuisce e si appunta qualcosa sul blocchetto davanti a sé.

Anche le esibizioni dei due Alessi sono emozionanti, tanto che quando Irma viene chiamata a giudicare tutte le persone presenti in studio sono ancora commosse.

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