Ester's POV
La felpa della sfida è la prima immagine che riesco a mettere a fuoco una volta sveglia.
Sono già quattro giorni che indosso soltanto indumenti rossi e credo di essere arrivata alla conclusione che non mi stia bene come colore.Prima di andare a scuola per proseguire con la preparazione della sfida, bevo rapidamente un caffè e saluto i ragazzi.
Stringo Gabriel in un abbraccio, un po' per infondermi coraggio e un po' per darne a lui.Ieri sera, infatti, uno dei suoi amici più stretti è uscito da programma.
Anna Pettinelli ha congedato Ilan dicendogli di non sentirsi pronta per mandarlo al serale, costringendolo quindi a lasciare la casetta.
Mi si è stretto il cuore quando Vybes, Trigno e lui stesso si sono concessi un'ultimo latte e biscotti prima dell'uscita di quest'ultimo.Inutile dire che il clima in casetta non era dei migliori. Nonostante non avessi legato con il ragazzo, è stato con noi sin da prima che io entrassi ed è diventato una colonna portante anche di Cristiana, Luca e altri.
L'ho salutato con un abbraccio e si è raccomandato di tenere d'occhio Gabriel.«A dopo, Gab» mormoro stretta nell'abbraccio del mio ragazzo, che si trova ancora nel mondo dei sogni.
«Sei fortissima, a dopo»Non appena raggiungo la palestra, mi accoglie Deborah. Negli scorsi giorni abbiamo avuto occasione di parlare della sfida, delle mie emozioni e di come l'avrei affrontata.
Ammetto che mi sento più propositiva.«Buongiorno, tesoro. Pronta?»
Annuisco, iniziando il riscaldamento.Oltre alle coreografie che ho già pronte da un bel po', stiamo preparando una variazione di puro classico su Chopin, per farmi restare nella mia comfort zone.
Nonostante io adori imparare stili nuovi e pezzi sempre diversi, tornare a ballare quello che è ciò per cui studio da sempre mi fa sentire quasi a casa.* * *
«Gamba tesa! Tirala su e resta!» esclama Alberto Montesso, il professionista di classico della scuola, parlando ad alta voce sopra la musica.
Dopo quasi due ore di lezione, ogni mio muscolo tira e chiede pietà, ma la soddisfazione è maggiore.Concludo il pezzo per l'ennesima volta con un rond de jambe, mentre le due persone presenti in sala mi sorridono, quasi soddisfatti quanto me.
«Brava Ester, così ti voglio. Decisa, concentrata e fidati che la portiamo ancasa questa sfida» mi incita Deborah prima di lasciarmi andare in sala relax.
Non appena varco la soglia, un clima teso mi investe. Tutti i cantanti girano per la sala, la maggior parte con un'espressione sconsolata sul volto.
«¿Que pasa?» chiedo a Jacopo, seduto proprio alla destra dell'ingresso.
«Verifica di teoria a sopresa» risponde semplicemente il ragazzo.
«Come ti è andata?»
Appoggio il borsone a terra, finalmente bevendo un sorso di acqua.«A me benino, ma alla maggior parte dei ragazzi no. Sì, pure Gabri è andato male anche se secondo lui no» mi anticipa, lasciandomi con un sorriso divertito.
Cerco con lo sguardo il mio ragazzo, seduto sulle gradinate della sala relax con Deddè e Antonia.
«A me puoi dirlo que no sei soddisfatto» mormoro una volta soli, mentre camminiamo per mano mentre torniamo in casetta.
«Non è quello, è stato molto inaspettato sicuramente però. Alla fine ho fatto un po' lo sbruffone ma so che mi devo impegnare di più»
Annuisco, stringendomi nella giacca.«Non perdere il focus, por favor. Credo in te»
* * *
Dopo quasi una settimana, la produzione ci ha riconsegnato i telefoni. Nessuno sa il motivo per cui ce li abbiano tolti, ma è stata una tortura.
Non appena sento la voce dei miei genitori, il mio cuore si fa più leggero.
«Hola, Estrellita. ¿Como estas?» chiede la mamma, con gli occhi lucidi come ogni volta che ci videochiamiamo.
«Estoy ansiosa, mucho» mormoro in risposta.Finalmente, dopo giorni in cui ho cercato in ogni modo di non farmi prendere dalla paura, riesco a lasciarmi andare.
Papà mi guarda con un sorriso comprensivo.
«Cariño, es normal, ¿vale? Lo importante es que no pierdas la pasión»
«Lo sé, papás, pero no puedo dejarlos ir. Aquí encontré un chico que me quiere y con el que puedo sentirme a gusto, verdaderos amigos con los que puedo hablar de todo» sospiro, mentre una lacrima solitaria solca la mia guancia.
(Lo so, papi, ma non riesco a lasciarli andare. Qui dentro ho trovato un ragazzo che mi ama e con cui posso sentirmi a mio agio, amici veri con cui parlare di tutto)Era un bel po' che non piangevo. Ormai credevo di aver raggiunto un equilibrio tra la casetta, la scuola, il futuro e la mia vita. Però era una superficie sottile, pronta a rompersi alla prima crepa.
E così a fatto. Una stupidissima maglietta rossa capace di distruggere tutto ciò che ho ottenuto con duro lavoro in questi mesi.La verità è che non mi spaventa uscire da qui come fatto in sé.
Certo, mi mancheranno tutti. Tutte le mie abitudini qui. Le tisane con Chiara e, fino a poco fa, con Teodora. Le serate gossip e skincare con Alessio. Le consulenze a Jacopo. Le pulizie con Alessia.
E, naturalmente, Vybes. Tutto.Ma la cosa che mi fa più paura è il futuro.
Ho paura di non realizzarmi come ballerina e persona.
Di non riuscire a trovare un mio posto nel mondo.«Ester, ¿en qué estás pensando?» domanda mamma, notando il mio silenzio.
«Nada, mamá, no te preocupes. Me tengo que ir ahora»
Con un'ultima occhiata, mi infonde una sensazione di serenità anche a chilometri di distanza.
«Andrà bene. E, se non dovesse, sappi che i tuoi nuovi amici se lo sono davvero ci saranno sempre per te. E noi anche» afferma in italiano. «Saluda a Gabriel»Con il cuore che palpita, chiudo la telefonata.
In questi momenti sento la mancanza di casa come niente al mondo.
Non casa a Firenze, però.
Barcellona, dove c'è veramente tutta la mia famiglia. È l'unico posto in cui mi sento a casa mia al cento percento.Ma forse da settembre a questa parte ho trovato una seconda casetta.
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𝓤nwritten [𝘝𝘺𝘣𝘦𝘴]
FanfictionDalla Spagna all'Italia, Ester non ha mai smesso di fare ciò che amava: ballare. Quella passione che l'accompagnava da quando aveva tre anni e che non avrebbe mai potuto abbandonare. Ma il suo palcoscenico ha bisogno di diventare più grande, Ester...