Prologo

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Sei anni dopo

Mio padre mi ha sempre detto che se voglio raggiungere un traguardo, un obiettivo devo lottare, tirare fuori le unghie, sudare e farmi valere.

E così ho fatto, più o meno...

Un anno e mezzo fa mi sono finalmente laureata in musica con buoni risultati e ora ho ottenuto un posto di lavoro in uno dei negozi di musica più amibiti di Londra: Regent Sounds Studio.

Lavorare in quel negozio è una grande soddisfazione per me. Adoro accogliere persone che amano la musica tanto quanto me, che quando entrano dalla porta d'entrata i loro occhi si illuminano e si guardano intorno come se si fossero catapultati improvvisamente nel paradiso.
E fanno bene: entrare in questo negozio e sapere che persino i Beatles vi entrarono dentro fa venire brividi da capogiro.

Ne aproffitto della chiusura del negozio per la pausa pranzo e rintanarmi come mia abitudine nell'angolo più nascosto del negozio, seduta al pianoforte suonando la melodia che più sento di suonare al momento. La invento a seconda del mio umore e quel giorno sono particolarmente felice.
Le dita corrono veloci sui tasti bianchi e neri picchiettandoli leggeri al ritmo veloce e allegro delle note alte e basse che riempieno il piccolo abitacolo.
Canticchio qualche parola in croce, un giorno voglio provare a far diventare questa melodia una canzone. Ne  ho scritta qualcuna ma nessuna con un significato particolare, o che faccia provare qualche emozione.
A mio parere se parlassi di arcobaleni e unicorni farei recepire meglio il messaggio.

''Ogni giorno mi sorprendi sempre di più'' la voce di Harry alle mie spalle mi fa sussultare sul sellino del piano.

''Harry dannazione, lo sai che non devi prendermi di spalle!'' scherzo portando una mano al petto, all'altezza del cuore.

Lui sorride mettendo in mostra le dolci fossette sulle guance, gli occhi verdi farsi più sottili e i capelli lunghi fino alle spalle spettinati dalla sua mano. ''Scusa, ma è così divertente vederti spaventata. Fai di quelle facce''

Gli riservo uno sguardo di rimprovero. ''Forza, vieni qui'' gli accenno con un movimento della testa.
Prende posto accanto a me e a quattro mani suoniamo un pezzo classico: il Carnevale degli animali di Saint Saens.

E' una cosa abitudinale che facciamo sempre quando rimaniamo al negozio solo io e lui. Il capo ce lo consente perché sa che siamo bravi ragazzi che non tendiamo a rubare dalla cassa, che non distruggiamo strumenti firmati dai più famosi artisti e soprattutto perché sa che amiamo la musica ed è per questo che ci lascia suonare anche di notte quando più ne sentiamo bisogno.
Purtroppo non posso ancora permettermi un buon pianoforte per il mio appartamento bilocale, lo stipendio lo spendo tutto per l'affitto e per altre spese quindi ogni tanto mi sfogo su questo bellissimo pianoforte a coda bianco con delle striature oro sui bordi.
Se solo penso al costo di questo strumento toglierei subito le mani e lo disinfetterei con il miglior detersivo per legno laccato per i pianoforti.

''Dopo lavoro ti va un caffè?'' mi domanda Harry sistemandosi ancora una volta la sua folta chioma.

''Non so'' dico.

''Eddai, solo un caffè. Prometto di non rubarti al tuo dolce fidanzatino'' scherza.

''Non ho un fidanzato, Harry'' alzo gli occhi al cielo sorridendo appena.

''Ah no? E il bel moretto che ti ha portato un mazzo di fiori nel bel mezzo di una vendita di un valore di diecimila sterline? Parliamone...''

''E' stato solo genitle''

''Gentile dopo che ci sei andata a letto...'' dice a bassa voce.

''Ehi! Ti ho sentito!'' dico mostrandomi offesa.

Blue Eyes 2 ~Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora