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Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l'ho scordato

-Walt Whitman

Erano le undici del mattino, di giovedì, Calum era al negozio di strumenti e, mentre mangiava degli orsetti gommosi, stava interrogando l'universo sul tempo e sul suo scorrere così lentamente. Diamine, era snervante, e Calum continuava a fissare le lancette, quasi volesse provare a spostarle con la forza del pensiero. Si stava masticando le unghie dal nervosismo e per una volta nella vita, voleva smettere del tutto di pensare.

Questo perché l'universo dei suoi pensieri era monopolizzato e disperatamente incentrato su Luke, Luke, appuntamento con Luke, ancora Luke (e gambe di Luke). Non sapeva perché era così nervoso di vedere Luke quel pomeriggio; di solito era calmo, rilassato e a suo agio.
(Tralasciando i movimenti migratori delle farfalle nel suo stomaco).

Luke lo aveva svegliato con un messaggio, piuttosto presto, chiedendogli di nuovo dell'appuntamento, del luogo, dell'ora e Calum aveva riso un po', perchè dal tono del messaggio anche Luke sembrava agitato, come se fosse spaventato da un improvviso cambio d'idea da parte di Calum. Ma lui non avrebbe cambiato idea, in alcun modo. Perché anche se agitato, tremendamente agitato, era comunque felicissimo. Wow, non usava quella parola da un po' di tempo, si disse mentalmente.
Ew, questo suona deprimente, annotò all'angolo del suo cervello.

In un momento indefinito, Calum aveva sentito dei passi, rumorosi, e non troppo decisi, camminare nella sua direzione.
Allora alzò lo sguardo con un caloroso sorriso.

"Ciao, pos-Aleisha?" Si alzò dalla sua sedia, mentre il suo sorriso cadeva sul pavimento, allontanandosi di qualche centimetro. Non aveva paura, no. Solo...non paura.

La ragazza davanti a sé, Aleisha, era esattamente come Calum la ricordava. Capelli biondi e perfettamente lisci, occhi blu, viso senza alcuna imperfezione, come lavorato in qualche fabbrica di cosmetici. La prima volta che l'aveva vista, Calum era subito diventato l'emblema dell'insicurezza, e forse anche della gelosia. Insomma, come poteva Luke non preferire Aleisha, una chiara rappresentazione di ragazza perfetta, a lui, chiaramente imperfetto?
(Eppure l'aveva fatto)

"Ciao." Aleisha...no, non sorrise; ci provò però. Sembrava imbarazzata e dispiaciuta?

Calum non si sarebbe mai aspettato di rivedere Aleisha (non che l'avesse sperato), ma non si sarebbe nemmeno mai aspettato di vederla così. Era come se in quella sua fortezza fatta di cinque strati metallizzati, si fosse formata una breccia; qualcosa si era rotto.

"Vuoi...un orsetto gommoso?" Chiese Calum, che, anche sapendo quanto fosse stupida la sua domanda, doveva assolutamente rompere quel silenzio imbarazzante.

"No, grazie." Aleisha sorrise lievemente e Calum annuì.

Silenzio imbarazzante, di nuovo.
Calum si morse il labbro e iniziò a dondolarsi leggermente in avanti, poi leggermente indietro e di nuovo in avanti.

"Non ci girerò attorno, andrò dritta al punto." Esclamò Aleisha, improvvisamente, facendo sobbalzare Calum, che semplicemente annuì.
"Mi dispiace. Mi dispiace così tanto per tutto quello che ti ho detto, io non pensavo-penso, non penso davvero tutte quelle cose. E so che forse è un po' tardi per dirtelo, ma mi dispiace. Tanto."

Calum annuì e le sorrise. Sicuramente le parole di Aleisha lo avevano ferito e tanto, ma avercela con lei per tutta la vita non avrebbe di certo cancellato quello che era successo. E le sue scuse valevano comunque qualcosa per lui.

"Allora, come va con Luke?" Aleisha prese uno sgabello e si sedette di fronte a Calum, con il viso poggiato sul palmo di una mano e sorridendogli...amichevolmente?

Burn with you || cake. [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora