8. Why it hurts so bad?

5.6K 274 19
                                    

Ero nel mio letto, senza che nessuno potesse vedermi. Le lacrime rigavano il mio viso e forse non capivo nemmeno il perché più interno e culminante. Non sapevo se stavo peggio, perché Camila non mi parlasse più da quando le ho dimostrato quanto le volessi bene, oppure, perché avesse baciato Michael li davanti a tutti dopo tutti i nostri discorsi sull'importanza del bacio, oppure, perché avesse baciato nuovamente lui in una stanza con ancor più passione, come se davvero lei provasse qualcosa. Un qualcosa che me, la sua migliore amica, la sua colonna portante, l'unica persona che sapesse davvero tutto di lei, non sapeva. E non trovavo una spiegazione a nessuna di queste domande, sapevo solo che non riuscivo a parlarne con nessun altro e sentivo il mio cuore pulsare ancora più forte, come se ogni battito scandisse il dolore di una Camila che non riconoscevo e che mi aveva ferito. 

Passai tutta la notte a rigirarmi nel letto, sperando che l'eco dei miei pensieri potesse prima o poi darmi tregua, ma così non fu. Sperai per un attimo che Camila mi raggiungesse e mi spiegassi il perché dei suoi gesti, del suo ignorarmi, del suo baciare Michael e non dirmi assolutamente niente. Ovviamente dopo il bacio nella stanza delle giacche, mi nascosi e raggiunsi le altre alla porta, perché non volevo Camila mi vedesse. Una delle poche speranze che mi era rimasta è che Camz, la mattina seguente, mi spiegasse la ragione di tutto questo e del suo comportarsi così, ma forse non l'avrebbe mai fatto.

Le lacrime continuavano a pesare sui miei zigomi fino ad arrivare ai lati della mia bocca e assaporarmi , forse di un misto tra dolore e insicurezza, la lingua che cercava forse invano di far scomparire le gocce che dai miei occhi continuavano ad uscire. Chiusi gli occhi, forse mi addormentai. So solo che la stanchezza iniziò a pesare e forse per almeno un'ora dormii. Una strana sensazione invase il mio corpo, perché durante quell'ora ebbi quasi la sensazione che qualcuno con le sue braccia strinse il mio corpo. Non riuscivo ad aprire gli occhi e a capire se tutto fosse un sogno o no, ma il mio cuore mi suggeriva di si. Qualcuno mi stava abbracciando, appoggiando il suo viso vicino al mio. Sentivo gli occhi di qualcuno che mi stavano scrutando e un odore molto familiare invase il mio olfatto, ma forse per la stanchezza non riuscivo a rendermi conto a pieno di cosa succedeva. Le mie palpebre continuavano a non aprirsi, forse anche perché il mio corpo voleva avere una pausa da tutto quel piangere senza riuscire a sfogarsi a pieno con la causa di tutto questo. Una mano strinse la mia, con le dita che lentamente si incontravano e incrociavano con quelle della mia mano sinistra. In quella sensazione di calore riuscii a staccare la spina almeno per un attimo da tutto ciò che era successo e quasi mi rilassai davvero, e la domanda su chi fosse a provocarmi quelle strane sensazioni ormai era passata in secondo piano. 

"Scusami, perché ti sto facendo male e ne sto facendo anche a me"

sentii queste parole ripetersi all'interno del mio orecchio, come se qualcuno le avesse sussurrate al mio orecchio con una leggerezza e delicatezza quasi inafferrabile. Al lato della mia bocca sentii una leggera pressione, come se qualcuno avesse spinto le sue labbra vicino alle mie. Un forte brivido si protrasse per tutta la mia schiena,  ma la forza che avevo in corpo non era sufficiente per muovermi e capire se tutto quello fosse un sogno. Lentamente la mia mano rimase sola, poiché sentii che le dita dell'altra persona si staccarono dalle mie. 

"Why i love Lauren.. Se solo lo sapessi"

Quest'ultima frase risuonò nella mia mente, riportandomi forse davvero alla realtà e alla consapevolezza che tutto quello che fosse successo fosse vero. 

Mi alzai di scatto dal letto, mi girai a destra e a sinistra, cercando di capire e captare qualche indizio in più su quello strano "sogno". Nel van era tutto buio , quindi feci luce con l'iphone per rendere la vista più limpida. Nulla, non c'era assolutamente nulla e nessuno in quel van, a parte le mie amiche che dormivano tranquille. Decisi di distendermi nuovamente, e lasciar andare il mio corpo e la mia mente a un rilassamento tale da permettermi di riposare ancora un altro po'.

Philophobia; camren - chap. 1 #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora