23. One hundred and Two Floors.

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"Promettimi che non mi farai cadere!"

"Ci provo giuro , se cadi però la colpa non è mia!"

"Camz, ti prego, non so nemmeno dove sono!"

"Non devi saperlo, sennò che sorpresa è?!"

Stavamo camminando in direzione a me ignota. Avevo una fascia sui miei occhi fin da quando siamo uscite dal van. Ally ci aveva accompagnato in macchina per una decina di minuti, chiedendo ai nostri manager la macchina in prestito per andare da Starbucks. Camila non mi aveva detto niente, solo di vestirmi elegante. Eravamo scese dalla macchina già da una decina di minuti, e Camila mi teneva stretta la mano reggendomi con l'altra la spalla in modo tale che non potessi sbagliare direzione.

"Ricordami di nasconderti questo vestito".

Mi voltai in direzione del respiro della ragazza, l'unico punto di riconoscimento che mi permetteva di capire dove fosse la ragazza esattamente.

"Il mio vestito? Perché cos'ha che non va" - le chiesi sorridendole.

Sentii il suo respiro avvicinarsi sempre di più al mio orecchio. Un suo dito percorse lentamente tutto il profilo della mia schiena scoperta. Lasciando una leggera pressione che mi fece sussultare. Il mio vestito era un lungo abito color crema, a maniche lunghe, che metteva in mostra la mia schiena chiara grazie alla lunga apertura fino ai fianchi. Il lungo spacco alla mia sinistra faceva cadere la lunga gonna del vestito fino a poco sopra i miei tacchi neri. I capelli erano sciolti e cadevano sulle mie spalle , aumentando il contrasto tra il nero dei miei capelli e la chiarezza dell'abito.

"Perché ora decido io Jauregui, questi vestiti puoi metterli solo con me." - disse la ragazza baciandomi teneramente la guancia.

"Sapessi come sei vestita forse potrei dirti lo stesso, a meno che non hai indosso il tuo pigiama rosa".

"Mi hai già scoperto, non vale!" - disse la ragazza con voce roca. Che davvero fosse venuta in pigiama?

"Se sei davvero in pigiama ti giuro che ti canto una canzone dei cartoni a tua scelta!" - le dissi io continuando a camminare e a allungare il mio braccio destro cercando di prevedere i possibili pali in mezzo alla strada.

"La mia scelta ricadrà su un film Disney, preparati" - disse lei continunando a orientarmi nella direzione verso cui camminare.

Qualche istante dopo, tra una chiacchiera e un'altra, ci fermammo.

"Rimani ferma qui" - disse Camila lasciando la mia mano.

"Camila? Camila ? dove vai? Se cado? E se mi rompo una gamba?" - dissi cercando di allungare le mani in direzione di qualche oggetto a me familiare. Continuai a dimenarmi, quando sentii la ragazza bisbigliare a qualche metro da me. Stetti zitta, cercando di capire qualche informazione in più su ciò che stava succedendo. Non feci in tempo però perché sentii qualche passo in mia direzione.

"Ok, possiamo andare." - disse la ragazza riprendendomi la mano.

"I tuoi passi non sembravano proprio da scarpe basse, quindi non penso tu abbia il pigiama rosa...beh meglio per me, non devo cantare nessuna canzone dei cartoni" - dissi io scherzando.

"Chi ti ha detto che non ho delle pantofole col tacco? Mi sottovaluti Jauregui!" - rispose lei iniziando a camminare e a farmi muovere.

"Signorina Cabello salve, può salire!" - disse una voce di un signore in lontananza.

"Grazie Gregg!" - rispose a sua volta.

"Chi era?" - chiesi io continuando a dirigermi dritta e a seguire la direzione della ragazza accanto a me.

"Gregg." - rispose lei semplicemente. Potevo sentire trattenere tra le labbra una risata.

"Oh beh certo, Gregg! E io dovrei conoscerlo perché..?" - chiesi io ancora più curiosa.

"Tu non lo conosci, ma sappi che lui è Gregg." - rispose la ragazza con tono ironico.

La cubana si fermò e io mi fermai poco dopo di lei.

Sentii un leggero rumore provenire davanti a me, come una sorta di campanello. Riconobbi poco dopo la fonte del rumore.

"E' un ascensore?" - dissi io, convinta di ciò che avevo appena sentito.

"Beh hai azzeccato, questo posso confermartelo. Vieni entra" - la ragazza mi tirò con la mano ed io entrai con lei. Sentii lo scorrere delle porte e susseguì un piccolo tonfo, che mi confermò che stavamo salendo.

"Abbiamo tanti piani da fare..." - disse la ragazza appoggiandomi lentamente a una delle pareti dell'ascensore.

"Siamo sole?" - chiesi io dolcemente.

"Si, beh a meno che non sale qualcuno con noi, ma ora si, siamo sole" - disse lei sussurrando.

"Quanti piani abbiamo da fare?" - chiesi io sospirando quando sentii le labbra della cubana premermi teneramente sul collo.

"102"

" E cosa aspetti?" - le dissi aspettando che la ragazza si avvicinasse. Non appena finita la frase, non feci nemmeno in tempo a riprendere fiato che la ragazza si avvicinò alle mie labbra, iniziando una serie infinita di baci in bilico tra la passione e la tenerezza. Con le mie mani presi tra le mie braccia il piccolo corpo della cubana, sentendo come le sue braccia fossero totalmente scoperte. Solo con il nostro contatto cercavo di capire come fosse vestita.

"Da quando il tuo pigiama rosa è cosi scoperto sulle braccia?" -dissi io sorridendole tra la serie di baci infiniti che si susseguirono.

"Magari ho tagliato le braccia del sopra" - disse lei ricatturando poco dopo le mie labbra tra le sue in un bacio ancora più focoso.

Le nostre bocche si univano e si allontanavano ad un ritmo quasi perfetto. I suoi baci mi avvelenavano e mi rendevano dipendente da ogni mia emozione che mi suscitava il solo contatto. Ogni istante che passava volevo di più, come se ogni bacio aumentasse il battito del mio cuore e la mia voglia di averla solo per me. E ora che davvero era mia, sentivo che potevo impazzire d'amore.

Una delle sue mani si avvicinò sempre di più all'apertura che avevo sulla mia schiena , suscitando un piccolo gemito al contatto tra la mia schiena calda e la sua mano fredda.

Presa dal momento allungai le mie mani verso i suoi fianchi, riconoscendo il tessuto di un abito al contatto con i lati del suo corpo senza accorgermene le mie mani scesero poco sotto il suo bacino, arrivando a una zona del suo corpo che non era mai stata toccata da parte mia.

Non appena mi accorsi dell'azione mi staccai dalla ragazza.

"Oddio scusami, non volevo...cioè no che non volevo è che magari non volevi, insomma magari è troppo presto...cioè scus-"

Un dito della ragazza si posizionò sulle mie labbra, impedendomi di concludere la frase.

Dopo qualche istante sentii le mani della cubana aggrappare i miei fianchi e riavvicinarli a lei.

"Non ho mai detto che non potessi sfiorarmi Lauren, e non ti ho allontanato, quindi stai tranquilla" - disse lei avvicinandosi al mio orecchio e baciandomi leggermente sulla guancia. Scandì altri tre baci , dirigendosi sempre di più in direzione delle mie labbra e concludendo l'azione con l'unione delle nostre bocche in un altro emozionante e tenero bacio.

"Siamo arrivate" - disse la ragazza allontanandosi lentamente dal contatto con il mio viso.

"Dove?" - chiesi io.

"Lo stai per scoprire amore mio".


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Chissa dove sono le ragazze ee? il capitolo dopo sarà ancora più love. I promise! Vi volevo ringraziare per il supporto. Questa fanfiction esiste solo grazie a voi! Siamo quasi nella top 100 tra le fan fiction e siamo vicini alle 10K e ai 1K di mi piace!

Grazie davvero! <3


Philophobia; camren - chap. 1 #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora