32. The right decision.

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"E quindi c'è gente che esce non sazia da questo posto? Ma come diamine è possibile?" 

"Beh io potrei mangiare ancora! "

"Si Lau, e magari ora voliamo pure! Non vedi che pance gonfie che abbiamo? Ci basta solo un po' di salsa wasabi in più per esplodere del tutto!"

La mia amica mi fece esplodere in una sonora risata. Eravamo andate in un ristorante di cibo giappo-cinese e quella sera era il giorno del "No Limits" quindi era meglio approfittarne no? 

"Dinah, lo finisci quello?" - chiesi, osservano l'ultimo roll sul suo piatto.

"Diamine Lauren, cosa hai in quello stomaco, mi sembri quasi Cam.. no nessuno, non sembri nessuno" - la mia amica si morse il labbro tempestivamente, ma la sua frase risultò chiara a entrambe in quell'esatto istante.

"Puoi pronunciare il suo nome !" - risposi io ironicamente. Sorrisi tranquillamente.

"Si, ma non voglio farti stare male, è meglio che pensi al sushi adesso!" - disse lei avvicinandomi il suo piatto.

"Si ma.." - dissi afferrando con le bacchette il piccolo roll al salmone sul piatto "...ne sei consapevole che continuerò a pensarci lo stesso a tutto ciò che è successo vero?" - conclusi, mordendo il cibo. Rialzai lo sguardo, notando come Dinah di fronte a me fosse marcatamente triste.

"Ehi, ora fai tu la triste?" - dissi, mettendo su un viso imbronciato.

"è solo che.." - iniziò lei.

"solo che.." - mi avvicinai , cercando di trapelare qualsiasi informazione dallo strano cambio di umore della mia amica.

"Solo che mi dispiace vederti star male e vorrei fare di più per non fartici pensare..."- confessò lei, continuando a mantenere quell'espressione ferita in volto.

La sua sincerità e dolcezza mi colpì molto. Dinah per me era davvero come una sorella, e vederla così preoccupata per me mi faceva davvero sobbalzare il cuore. Mi sentivo così felice di averla come amica e che facesse così tanto per me. Poggiai la mia mano sulla sua, in segno di affetto, e le sorrisi. I miei occhi acquisirono un velo di lucentezza e commozione.

"Che c'è?" - chiese lei, ingenuamente.

"Nulla" - dissi io, continuando a sorriderle.

"No no questo non è niente. Non dire cose dolci, lo so di essere stata già abbastanza mielosa io." - disse lei, cercando di far perdere di valore alla sua esternazione di poco fa. Troppo tardi però.

"Grazie" - dissi io, imbarazzandomi un pò.

"1 -1 " - rispose lei in segno di sfida.

"Sei più dolce tu di me, sappilo" - risposi io, sfidandola a mia volta.

"Beh vorrei dirti il contrario, ma insomma è così vero!" - concluse lei, facendo un cenno di vittoria.

Ridemmo entrambe finchè un cameriere del ristorante si avvicinò:

"Ragazze scusatemi ma tra 20 minuti chiudiamo quindi ecco il conto!" - concluse il ragazzo lasciandoci lo scontrino e tornando a pulire i tavoli. Mi voltai verso gli altri tavoli e sedie e notai che eravamo rimasta solo noi in quel ristorante.

"Diamine ma sono le 00:30 passate!" - dissi, guardando l'ora. Avevo proprio perso la cognizione del tempo. Era la prima volta dopo giorni che mi succedeva e dentro di me ero felice: forse stavo riuscendo a rivivere la vita più tranquillamente dopo tutti quei giorni in cui la delusione  e la rabbia avevano la meglio su di me e i miei lineamenti erano continuamente marcati dalle lacrime che tornavano a farsi vive ogni ora della giornata.

Philophobia; camren - chap. 1 #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora