Le note di Lana Del Rey mi fecero riaprire gli occhi, con il solito dolore che mi colpiva in pieno petto appena mi accorgevo del posto in cui mi trovavo e del mix di emozioni che sentivo dentro di me nel momento in cui il ricordo di New York si accendeva nella mia mente, piena di ricordi.
Volevo dimenticare tutto. Ma più provavo a farlo e più mi sentivo esplodere, come se ci fosse una strana reazione chimica che ingigantiva ciò che cercavo di rimpicciolire: il mio amore per Camila. Allo stesso modo ciò che sentivo non era solo quel sentimento, ma anche un'emozione più lacerante, più spaesante: la rabbia.
I miei occhi si inumidirono, e prontamente affossai la mia faccia nel soffice cuscino bianco della colorata stanza che mi accoglieva.
Guardai l'orologio: erano le 9:17. Chiusi gli occhi, cercando di smettere di piangere, almeno quella mattina, e provando a farmi riaccogliere da Morfeo nel suo mondo, almeno per qualche altro istante.
"Sveglia sveglia!" - disse una voce squillante aprendo improvvisamente la porta della stanza.
"mmmh" - mugugnai, rigirandomi tra lenzuola e coperte.
"No Lauren, mi avevi promesso che oggi saremo uscite! Non puoi rimanere chiusa qui dentro.." - ripeté dalla mia porta. Questa volta la ragazza aumentò il passo e si avvicinò al ciglio del materasso, prima di poggiare un enorme vassoio sopra il mio ventre. L'aroma del caffè americano, di cui era colma la tazza rossa sul vassoio, e del croissant integrale inebriò le mie narici, dandomi per un attimo un briciolo di sollievo dal dolore fisso al petto che avevo ormai da giorni.
Da quell'intervista a New York, la mia mente era totalmente offuscata. Non avevo la possibilità di sistemare le idee, perché provandoci ottenevo l'effetto opposto: quello di complicare ancora di più ciò che provavo in quel momento. Non volevo star male, ma non riuscivo a minimizzare ciò che era successo. Lei mi aveva mentito, aveva tralasciato un dettaglio di quella serata che ha innescato una bomba atomica che a ogni secondo che passava diventava più potente. Ero profondamente ferita perché non l'ho saputo da lei, ma da Shawn. Che giustificazione poteva darmi? Cosa poteva fare? Quella stessa sera poi noi c'eravamo baciate e poi è successo quel che è successo...e lei ha cancellato quel bacio con Shawn, l'ha cancellato, sperando che il tempo potesse dimenticarlo, ma non è successo. E lei ha complicato tutto, ha complicato tutto pur potendo salvaguardare ciò che avevamo di più caro: il nostro amore in fiore. Eppure eccoci qua. Quella stessa sera sono corsa a prendere le mie cose e sono corsa all'aeroporto. Dinah, preoccupata per me, mi ha raggiunto prontamente , lasciando Normani e Ally con Camila. Da quelle poche notizie che so di lei, non parla nemmeno con loro. Sta sempre in silenzio e penso sia tornata a Miami con Normani, perché Ally doveva tornare a casa dalla mamma. Dinah, una volta in aeroporto, mi consigliò di raggiungerla a casa sua in California, visto che avevamo tre settimane di pausa dopo l'intervista a New York. Dovevo passare da casa per qualche giorno, e quindi dopo essere andate a Orange County per la prima settimana, salutai la numerosa famiglia di Dinah, che mi accoglieva ogni volta come una figlia, e , assieme a Dinah, ci dirigemmo verso Miami. Quei giorni in California, mi aiutarono almeno un po' a staccare la spina, anche se i primi due giorni piangevo sempre, non appena partiva una canzone o vedevo un film. Dinah e la sua famiglia mi è stata molto di conforto e più passavano i giorni e più riuscivo a vedere una luce infondo a quel gas nero che contornava la mia testa, che era in pieno clima di confusione.
Camila mi aveva mandato numerosi messaggi, e io iniziai a non leggerli perché più li leggevo e più sentivo la tentazione di risponderle, forse anche ferendola. Ma io non volevo ferirla, non era il mio obbiettivo. Io dovevo capire, capire il motivo delle sue azioni e se avrei potuto superare la sua menzogna. Ve lo giuro: più pensavo a lei e più sentivo una montagna di sentimenti sovrapporsi l'uno sull'altra. L'ultimo che mi aveva mandato era stanotte alle 3:52. Presi il mio telefono e dopo un sospiro lo lessi, mentre la mia amica Dinah accanto a me mi faceva cenno di aprirlo:
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Philophobia; camren - chap. 1 #Wattys2016
Hayran KurguSentii qualche passo susseguirsi e poi di nuovo tornò il silenzio, contornato solo dal vento leggero che pizzicava i lembi di pelle non coperti dal sole. "sei la cosa più bella che mi sia capitata". Al suono di quelle parole i miei occhi, dietro qu...