28. She Kissed me.

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Arrivammo cosi in fretta al luogo delle interviste da domandarmi se non fosse stato il nostro sentimento a velocizzare il tempo attorno a noi, perché mi sembrava come se ogni attimo vissuto con Camila corresse più rapidamente del normale. Era un po' come se l'amore facesse da acceleratore ai secondi che vivevamo insieme.  Per fortuna le macchine che usavano per spostarci da un luogo all'altro avevano una vetrata che separava i posti avanti da quelli dietro e quindi anche nella macchina eravamo nella nostra privacy.

Arrivammo lì e sentii uno strano rumore proseguire da Camila.

"Non mi guardare cosi, non ho ancora mangiato!" - disse lei imbarazzata. Era il suo stomaco che faceva capolino e ci ricordava di come ancora non avevamo fatto colazione.

In effetti era mattinata inoltrata, anzi ormai era ora di pranzo ed erano passate parecchie ore dall'ultimo "pasto" e mentre io non sentivo alcun bisogno di mangiare, la cubana accanto a me era fin troppo strano che non avesse reclamato i suoi spuntini giornalieri. 

Un altro rumore del suo stomaco ruppe il silenzio della macchina. 

"Giuro che ora smette" - disse lei diventando sempre più rossa.

Questa volta non riuscii a trattenere una risata e la cubana in risposta mise su una faccia contrariata.

"Eddai! Non ti offendere però adesso!" - risposi io dandole una pacca sulla spalla. La macchina intanto era entrata nel parcheggio e si era fermata poco vicino all'ascensore degli studi televisivi dove avremmo fatto l'intervista.

"Lo sai che ho perennemente Fame Lolo!" - rispose lei ingrugnando il viso.

Adoravo qualsiasi espressione assumesse e onestamente anche quella così offesa mi faceva capire ancora di più quanto fosse dolce e ingenua.

"Che c'è?"- mi chiese la cubana, mentre senza accorgermene il mio sguardo si faceva sempre più dolce.

"Sei cosi bella." - risposi, lasciando che le parole uscissero da sole , senza controllarle. Il mio viso si poggiò sullo schienale dei posti di dietro della macchina.

La ragazza abbassò il suo sguardo e si intimidì. Non avevo mai visto Camila così imbarazzata, eppure le avevo detto tante volte che la sua bellezza mi travolgeva. 

"Dovremo uscire dalla macchina.." - disse lei rialzando il suo sguardo e indirizzandolo verso i miei occhi.

"Già .." - dissi io avvicinandomi verso di lei. " ...dovremmo.." - lentamente il mio naso sfiorò il suo e potevo sentire il suo respiro aumentare e diventare più affannoso. 

"Se fai cosi rendi tutto difficile .." - disse lei, facendo uscire le parole che le sembravano bloccate in gola. Che Camila fosse davvero così imbarazzata e sotto il mio controllo ogni volta che mi avvicinavo? Potevo vedere gli occhi della cubana scendere continuamente sulle mie labbra, le sue mani tenere teneramente il mio viso, la sua bocca aprirsi leggermente, mentre con lo stesso tempo mordeva il suo labbro inferiore. Mi avvicinai ancora di più.

"Scacco matto Cabello" - dissi io strofinando la punta del mio naso sulla sua.

"che intendi Jauregui?" - disse lei tentennando. Sapevo che voleva avvicinarsi e annullare la distanza tra noi due, ma per qualche strana ragione voleva mettere alla prova la sua resistenza e vedere chi tra le due cedesse prima.

"Che stai per cedere a baciarmi.." - dissi io solleticando le sue labbra con il respiro leggero proveniente dalla mia bocca.

Un rumore improvvisamente provenni dalle spalle di Camila.

"Che dite? rimanete chiuse in macchina o salite con noi?" 

Sobbalzammo improvvisamente entrambe e ci voltammo verso il vetro.

Philophobia; camren - chap. 1 #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora