38. Useless Memories.

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Passo dopo passo scesi le scale che mi separavano dalla porta principale. E se fosse stata mia madre? o mio padre? O uno dei miei fratelli? Cosa gli avrei raccontato? Cercai di guardare dalla finestra vicino alla porta nel vialetto fuori la mia abitazione per capire chi potesse essere ma non appena mi avvicinai alla vetrata delle botte ancora più forti attirarono la mia attenzione.

"Lauren apri questa diamine di porta!"

Sospirai quando dopo qualche secondo realizzai la voce che proveniva dall'altra parte del portone. Fu però anche in quel secondo che il ricordo della scorsa sera arrivò frastagliato nella mia mente: che diamine avevo fatto? Il mal di testa ogni tanto faceva capolino ricordandomi di come forse avevo un po' "alzato il gomito" con quel punch a quella festa e non nego che molti dei ricordi che ho nella mente sono frastagliati e dispersi.

"Lauren lo so che ci sei,apri questa porta e non farmi preoccupare ancora!!! "

Spostai una mano sulla mia fronte, cercando di diminuire l'intensità del dolore alla tempia che aumentava più cercavo di colmare le lacune della sera precedente, ma mi decisi, dopo un ultimo deciso colpo che la mia amica stava dando sulla porta di aprirle prima che se ne andasse.

"Ce l'hai fatta!" - disse ironicamente la ragazza. La sua faccia si fece subito dubbiosa e mi scrutò da capo a piede prima di portare un dito sul mento. -" Tu, t-tu ..mmmh...io questa canotta l'ho già vista da qualche parte" - aggiunse continuando a riflettere. Con la stessa espressione la ragazza entrò nella stanza e senza parole in gola chiusi la porta raggiungendola nel corridoio del salone. La ragazza si fermò per poi voltarsi ancora una volta verso di me.

"Ok, Lauren. Ora ci sediamo qui e mi spieghi cosa è successo ieri sera che sei scomparsa senza dirmi nemmeno una fottuta parola!" - mi sgridò la mia amica. La sua espressione era un misto tra quella di un genitore preoccupato e la caricatura di un poliziotto. Non riuscì a trattenere una risata che stava uscendo dalla mia bocca.

"Stai anche ridendo Jauregui?" - incalzò a ragazza avvicinandosi e dandomi una leggera spinta.

"Ehi ehi, scusami " - cercai di dirle riprendendomi dalla risata e dalla leggera spinta. Rialzai lo sguardo notando come gli occhi della ragazza si erano fatti enormi e scandalizzati.

"TU" - disse Dinah indicandomi. Guardai la punta del suo dito prima di metter su una faccia dubbiosa. Che intendeva?

"Io?"

"Si tu , lo sai benissimo cosa intendo!" - disse con ancora più determinazione.

"Ti giuro che non sto capendo"

Al suono di quelle parole la ragazza sbuffò e abbassò il suo dito prima di avvicinarsi leggermente a me.

"Lo sai dove ho già visto quella canottiera?" - Guardai in quell'istante la mia amica negli occhi, inghiottendo la saliva rumorosamente. Oh diamine, mi aveva beccato. Vedendo la mia insicurezza, e il mio tentennamento , Dinah mi guardò ancora mettendo su il suo solito sorriso malizioso.

"Ora capisco perché sei corsa via dalla festa" - aggiunse facendomi un'occhiolino finale. Mi imbarazzai immediatamente, e non potei controllare il velo di timidezza che si manifestò sulle mie guance, ormai rosse.

"Dinah, aspetta posso spiegarti." - risposi, dopo aver inspirato. La ragazza, con lo stesso sorriso, si allontanò per sedersi sul divano nell'atrio del salone. "Vai sono tutta orecchi" - concluse dalla "postazione".

Sbuffai silenziosamente prima di raggiungere la mia amica e sedermi vicino a lei.

"Allora? Da dove vuoi iniziare eh Lauren?" - sapeva benissimo che quelle domande mi imbarazzavano particolarmente. Tra le 5 ero sicuramente la più riservata, soprattutto per la mia vita privata e ogni volta che raccontavo le mie cose più personali, era inevitabile che la mia riservatezza si manifestasse in qualche modo.

Philophobia; camren - chap. 1 #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora