25. I want it.

5.3K 306 30
                                    

La serata passò così velocemente da non rendermi conto che si erano già fatte le 01:00. Le portate erano buonissime , soprattutto il dolce finale: una sacher con crema di panna e albicocche.

"Te lo giuro, questo vestito mi stava più largo prima di venire qui" – dissi alzandomi lentamente dal tavolo e scrutando i miei fianchi, più aderenti al tessuto del vestito.

"Io ti vedo sempre uguale, e anche se fosse sei stupenda ugualmente" – disse la ragazza raggiungendomi e dandomi un bacio a stampo sulle labbra.

"Senti chi parla" - risposi io accarezzandole teneramente una guancia.

"Oh beh si, sei fortunata ad avermi. Sono proprio uno schianto!" – disse lei facendomi l'occhiolino e prendendomi la mano. Eravamo ancora una davanti all'altra.

La guardai ancora qualche istante , non riuscendo a controllare la comparsa sul mio viso di un sorriso.

"Che c'è?" – disse la ragazza guardandomi imbarazzata.

"Grazie." – dissi onestamente.

"Di cosa?" – chiese lei ingenuamente abbassando il suo sguardo.

"Di tutto" – le risposi alzando il suo viso con un dito sotto al suo mento.

"Non devi ringraziarmi davve-"

Non concluse la frase perché mi avvicinai alle sue labbra e le stampai un tenero bacio sulle sue labbra carnose e rosee. Nel bacio guardai i suoi occhi chiudersi ogni secondo di più, segno del suo lento perdersi incondizionatamente nel bacio. Poco dopo chiusi anche io i miei occhi. Mi staccai dopo qualche istante per riprendere l'aria. La ragazza aveva ancora le palpebre socchiuse , quando , dopo qualche secondo li riaprì.

"E questo cos'era?" – chiese aprendo leggermente la bocca.

"Era un bacio" – risposi io ovviamente, trattenendo una leggera risata.

"E che cosa significava?" – chiese ancora mantenendo fisso il suo sguardo nei miei occhi verdi.

"Significa che ti amo." – dissi io muovendomi in direzione della ragazza, a pochi centimetri da me. Più mi avvicinavo a lei e più la ragazza indietreggiava , quasi come un legame azione-reazione involontario. Sentivo il suo sguardo farsi sempre più intenso, mentre i nostri corpi si sfioravano. Pochi passi dopo la ragazza entrò in contatto con il muro di mattoni proprio dietro di lei.

"Ciao" – dissi io facendo coincidere i nostri corpi in un contatto perfetto . I nostri visi erano vicinissimi, mentre i nostri occhi continuavano a essere gli uni in quelli degli altri.

"Ciao Lauren" – disse lei con una leggera e calda voce. Sentivo il battito nel suo petto aumentare a ogni mio respiro che solleticava la sua pelle.

"Ciao Camila" – dissi poco dopo io diminuendo di poco la distanza tra i nostri visi.

"Ci-ciao" – disse lei in difficoltà, come se non riusciva a mantenere quel contatto visivo e allo stesso modo a non baciarmi.

"Sei in difficoltà Cabello?" – chiesi io , prendendo in mano la situazione. Non mi ero mai resa conto di quanto il mio effetto su Camila fosse così potente, soprattutto quando eravamo cosi vicine. Fino a prima era sempre lei a sapere cosa provavo e che quindi poteva gestire la situazione, ora però era lei ad avermi confessato pienamente cosa provava e mi piaceva, almeno per un attimo vedere tutti gli effetti che potevo provocare sulla ragazza.

Giuro di aver sentito un sussulto nel suo cuore non appena poggiai la mia mano sul fianco alto del corpo della ragazza.

"Non sono in difficoltà" – disse lei , cercando una sicurezza all'interno di se stessa. Una sicurezza però che con me non funzionava.

Philophobia; camren - chap. 1 #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora