- 31 -

2.3K 164 14
                                    

<<E come se questi anni non fossero mai passati...>> Mi sussurrò Lorenzo all'orecchio. Quando alzai la testa vidi sul suo viso un enorme sorriso di gioia che lasciava trasparire la sua infinita dolcezza. Lo guardai languidamente, ero sul punto di piangere dall'emozione. <<Non credevo che si saremmo rivisti...>> Lo strinsi forte come l'ultima sera al parco, poggiando la testa sulla sua spalla. Quell'abbraccio durò venti minuti buoni; stretti in silenzio, i nostri cuori battevano a ritmo dei ricordi. <<Sono arrivato in ritardo, dai non voglio farti perdere altro tempo.>> Mi disse scostandosi da me. "Tempo? Quale tempo? L'orologio si è fermato!" Pensai. Senza proferire parola gli presi le misure e le appuntati sul foglio. <<Grazie e scusa per il ritardo..>> <<Non fa niente, davvero.>> Gli risposi sorridendo. <<Ciao...>> Disse avvicinandosi alla porta della stanza. Lo raggiunsi e, prima che lui aprisse la porta, lo abbracciai di nuovo. Ci guardammo e mi resi conto che le sue labbra era tremendamente irresistibili, avevo voglia di baciarlo. Avvicinai il mio viso al suo, ma qualcuno bussò alla porta facendoci spaventare; Flavio entrò nella stanza mente io e Lorenzo facemmo finta che non fosse successo nulla. <<Fatto?>> Chiese Flavio. <<Si, è tutto pronto.>> Gli diedi il foglio con tutte le misure. <<Perfetto! Signor Ostuni, l'accompagno. Prego da questa parte.>> Entrambi uscirono dalla stanza.

"E' successo davvero?" Tutto era surreale. In quei minuti a nessuno dei due era importato cosa fosse successo anni fa, non importava a nessuno chi fosse la vittima, il carnefice o chi aveva sbagliato cosa. Quegli attimi di riflessione durarono poco. Flavio mi raggiunse e mi invitò a seguirlo nella stanza centrale dell'atelier. <<Lui è Diego, il mio "braccio destro". Oggi gli darai una mano, va bene?>> Annuii in cenno di assenso. Diego era un ragazzo di trentatré anni, alto e robusto con i capelli ricci biondo cenere e nonostante il suo aspetto "rozzo" era un abile ricamatore. Trascorsi l'intera giornata di lavoro con lui cercando di concentrarmi sul da farsi, ma inevitabilmente la mia mente pensava solo a Lorenzo e a ciò che era successo poche ore prima. <<Selene, mi stai seguendo?>> <<Si..>> Gli risposi "sbloccandomi" dal mio trance. Diego mi guardò con una smorfia; gli avevo fatto sicuramente una cattiva impressione come primo giorno di lavoro. Durante la pausa lo raggiunsi. <<Diego, scusa se ti do l'impressione di una persona distratta, ma è il mio primo giorno di lavoro e... mi sento un po spaesata, tutto qui...>> Lui mi guardò con un aria severa, quasi infastidito da ciò che gli avevo detto. <<E' normale, fanno tutti così il primo giorno. L'importante è che da domani non ci sia più questa distrazione, Flavio non si fa scrupoli a licenziare qualcuno, chiaro?>> Annuii e mi allontanai.  

Quella sera, nel mio appartamento mi gettai sul letto pensando alla giornata appena trascorsa. Ok, Lorenzo era riapparso nella mia vita, ma probabilmente era stato solo un caso isolato. L'idea di non vederlo più mi rattristava e mi faceva capire che, nel mio cuore, c'era stato sempre e solo lui. Non potevo fermarmi a pensarlo, a pensare a quello che è stato e a quello che potrebbe accadere un domani; il mio futuro era lì, in quell'atelier... e non potevo rischiare di perdere il lavoro. Il primo giorno era andato un po' male, ma il secondo doveva essere perfetto, dovevo dare il meglio per tenermi il posto. Dovevo fare colpo su Diego e su Flavio. Concentrata sull'idea di far vedere quanto valevo, lavorativamente parlando, sprofondai in un sonno profondo. Quella notte feci un sogno stranissimo. 

{Sono su un aereo, guardo fuori il panorama mozzafiato. Sto andando lontano...}


Tell me your secret tonight || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora