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Quando uscii dallo studio di Flavio, vidi che nella stanza centrare dell'atelier c'erano alcuni degli attori per i quali stavamo cucendo gli abiti. Alcuni aspettavano seduti su delle poltrone, altri invece stavano provano alcuni pezzi dei vestiti. Uscendo lentamente dall'atelier scrutai bene le persone in cerca di Lorenzo, ma lui non era tra loro. "Arriverà sicuramente in ritardo... come al solito..." Pensai. Mentre camminavo a pochi metri dall'atelier, una mano mi afferrò la spalla da dietro; mi fermai un attimo e quando mi voltati trovai Diego, con la sua solita faccia da sbruffone. <<Buon ritorno a casa, piccola...>> La mia mano cominciò a tremare fino a quando, in un breve attimo, il mio intero braccio cercò di scagliare un sonoro schiaffo sulla sua guancia. Ma Diego mi afferrò il polso, proprio quando la mia mano era già a pochi millimetri dalla sua faccia. <<Questa è la punizione che ti meriti!>> Disse scoppiando a ridere. <<Sono sicura che ci sarà anche per un bugiardo figlio di buttana come te, la giusta punizione!>> Ringhiai, slegando il polso dalla morsa della sua mano. Diego sorrise con cattiveria e soddisfazione, si girò e si diresse all'atelier. Mentre io tornai al mio appartamento.

Trascorsero alcuni giorni da quando ero stata cacciata, per così dire, dall'atelier. Finite le poche scorte di cibo che c'erano in frigo, decisi di cominciare a preparare le valige. Con gli ultimi soldi che mi erano rimasti decisi, con tristezza, che il mio futuro a Roma era ormai svanito del tutto e dovevo tornare a casa. Mi toccava di nuovo abbandonare Lorenzo, che dall'ultima volta, sembrava sparito nel nulla. Quel pomeriggio programmai di andare a fare il biglietto areo per tornare a casa quando squillò il mio cellulare: un numero sconosciuto mi stava chiamando. <<Pronto?>> <<Ciao Selene, sono Flavio. Potresti venire all'atelier? Ho bisogno di parlarti urgentemente...>> Quelle parole furono un tuffo al cuore. Ancora una volta, la vita mi aveva dato un altra chance; mi resi conto che, nonostante tutto, ero una persona molto fortunata. <<Si, arrivo subito.>> Terminai la telefonata e, carica più che mai, corsi in fretta da Flavio. Quando arrivai, lui mi stava aspettando nella sala principale. <<Ciao, dai su, vieni!>> Mi prese per un braccio e mi trascinò nel suo ufficio. Seduti faccia a faccia, Flavio cominciò. <<Perché non me l'hai detto prima?>> Corrucciai lo sguardo. <<Dirti cosa?>> <<Mi ricordo che un giorno, mentre eravamo in pausa, ti avevo detto che se mai avessi avuto problemi con Diego potevi tranquillamente venire a parlare con me...>> Continuai a non capire.

<<L'idea di tagliarti fuori mi rammaricava, così mi sono preso del tempo per riflettere... giusto quel giorno abbiamo avuto l'onore di incontrare il signor Ostuni, il quale ha chiesto di te. Così mi sono detto: chi meglio di lui può chiarirmi la situazione? Ed ecco che ho saputo tutto.>> Flavio si alzò e si venne a sedere accanto a me prendendomi le mani e guardandomi negli occhi. <<Mi ha confermato che vi conoscevate già e parlando tu gli hai confessato che Diego ti ha picchiata... sono terribilmente dispiaciuto per questo; ma voglio che tu ti fidi di me. Ti farà piacere sapere che è stato licenziato e non ti darà più nessun fastidio...>> Flavio mi abbracciò e mi confermò il suo piacere ad avermi tra i suoi colleghi. <<E...un altra cosa... Il posto di Diego è tuo adesso! Buon lavoro!>> Accennai un sorriso e mi misi a lavoro. Lorenzo, benché la nostra situazione non fosse delle migliori al momento, mi aveva parato il culo e mi aveva permesso di continuare a lavorare. Quella sera gli telefonai e non riuscii a esprimere la mia immensa gratitudine. <<Hai faticato tanto per arrivare qui a Roma, quel lavoro te lo meriti tutto! Comunque, preparati... stasera ti porto in posto...>>

Ore 22:00, Lorenzo era arrivato e mi stava aspettando.


Tell me your secret tonight || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora