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Presi il cellulare, la mano mi tremava terribilmente. <<Pronto?>> Rispose Flavio. <<Mi dispiace...>> Ci fu un breve attimo di silenzio. <<Per cosa?>> <<Per non essere la persona giusta per te... questa storia... non può continuare...>> <<Ma... perché?>> Disse Flavio sconvolto. <<Perché io... io non provo niente per te... se non una forte amicizia...>> <<Ho capito...>> Rispose lui con un tono affranto. Terminammo la telefonata; quel giorno trascorse lento e triste. I giorni seguenti non andai a lavoro, preferii  restare nel mio appartamento. Flavio mi venne a trovare. <<Non importa, quello che è stato...è stato.. ma perché non vieni a lavoro? Io ho... ho bisogno di te...>> <<Hai bisogno di me a lavoro o... nella tua vita?>> <<Entrambi...>> Disse chinando al testa. <<Ho bisogno di stare sola... per il momento non voglio uscire di qui...>> Flavio si avvicinò e mi strinse le mani. <<Va bene... ma promettimi che tornerai all'atelier... per favore...>> Lo guardai fisso. <<Te lo prometto...>> Poco dopo, Flavio lasciò il mio appartamento. Avevo bisogno di cambiare aria in fretta, Roma era diventata troppo opprimente. Preparai le valige, feci il biglietto e tornai a casa. Mentre volavo in aereo, penasi a quei sogni... erano una premonizione del mio viaggio? Forse...

All'aeroporto trovavi, ad aspettarmi, mia mamma e Luciana che teneva in braccio una splendida bimba. <<Come stai?>> Mi chiese. <<Adesso che mi sento a casa, un po' meglio...>> Le risposi, anche se non era del tutto vero. Nei giorni seguenti incontrai anche Martina, la mia vecchia amica; positiva come sempre. Le raccontati tutte le vicende che erano accadute a Roma e lei si emozionò, si commosse, pianse di tristezza e di gioia. <<Non avrei pensato neanche fra cent'anni, che Lorenzo sarebbe ripiombato nella tua vita! Che strana persona...>> Disse pensierosa. <<Già... così strana che... è meglio stargli lontano anche se se non ti nascondo che mi manca...>> Martina mi mise un braccio attorno al collo e disse. <<A volte le persone non riescono ad amarci per come dovrebbero...>> Chinai la testa sospirando. <<E' proprio vero...>> Quella sera, cenammo insieme a casa mia. <<Selene, che ne dici di farci un giro dopo cena? Come i vecchi tempi!>> "I vecchi tempi." Quanti anni sono passati... <<Ok...>> Le risposi insicura sul da farsi. Finito di cenare ci preparammo per uscire insieme.

Era tanto che non passeggiavo per le strade della mia città. I luoghi, gli odori, i rumori... ero come dentro una bolla. Ogni cosa su cui cadeva il mio sguardo, mi faceva tornare indietro nel tempo. <<Dove andiamo?>> Chiesi a Martina. <<Che ne dici di andare al parco? C'è una fiera stasera, adiamo a vedere cosa fanno!>> Mi rispose lei prendendomi per mano e trascinandomi con se. Mentre gironzolavamo tra una bancarella e l'altra, l'attenzione di Martina fu catturata da uno stand di cosmetici;lei si ci fiondò in un lampo e cominciò ad esaminare ogni oggetto presente. La lasciai lì, nel suo mondo fatto di rossetti e matite; scrutando il posto, il mio sguardo puntò su una panchina poco distante dal punto in cui mi trovavo. La raggiunsi; era la panchina davanti la quale io e Lorenzo ci dicemmo addio la prima volta. Mi sedetti e rimasi ferma come una statua, mentre un turbine di emozioni mi tormentava dentro. Che mi piacesse o no, Lorenzo avrebbe fatto per sempre parte di me e con questa consapevolezza, uscii dal cancello del parco e mi diressi, a passo spedito, fuori città. La villetta era vuota. L'erba davanti il cancelletto era incolta e la facciata scrostata; sulla porta d'ingresso intravidi un cartello con scritto "vendesi". Nonostante fossi tornata a a casa per far riprendere fiato alla mia vita, la mia città mi sembrò troppo piena di ricordi ormai svaniti.

Come una città fantasma per un cuore desolato.


Tell me your secret tonight || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora