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28 Febbraio - 19:40. La mamma di Giulia era passata a prendermi per la serata. La mia mente era troppo impegnata a formulare pensieri strani su Lorenzo, che non mi resi conto di non saper nulla sulla serata a cui stavo partecipando. <<Giulia, dove stiamo andando? Che si farà stasera?>> chiesi. Giulia sembrò un po' stupita dalla mia domanda, ma rispose raccontandomi <<Praticamente uno dei quattro ragazzi che abbiamo conosciuto alla festa di carnevale ci aveva invitato alla festicciola in piazza stasera, ma il giorno dopo mi ha telefonato dicendomi che ci invitata nella sua villetta fuori città>>. "Uno dei quattro ragazzi che abbiamo conosciuto alla festa di carnevale". Ci sarebbe stato anche Lorenzo allora? Cercai di non pensarci; probabilmente si era organizzato diversamente dai suoi amici, anche se nel profondo, un pizzico di speranza di rivederlo quella sera, c'era. Dopo circa 20 minuti di strada, arrivammo. Più che una villetta, mi serbava una casa piccola, come quelle per la villeggiatura al mare. Attorno c'era solo boscaglia incolta e la casa più vicina si trovava ad almeno 50 metri da lì. Superato il cancelletto, il ragazzo proprietario della villetta ci accolse.

<<Ciao ragazze, finalmente siete arrivate, accomodatevi! Fate come se foste a casa vostra>> Oltre la porta di ingresso vi era una cucina-soggiorno piuttosto piccola ma molto curata nei dettagli, dall'altro lato invece c'era una rampa di scale a chiocciola che portava al piano di sopra. <<Ciao Selene, Lorenzo ti sta aspettando di sopra>> disse quel ragazzo. Rimasi impassibile a quelle parole. Quell'uno percento di desiderio di rivedere Lorenzo si era avverato e, quando realizzai pienamente il tutto, non esitai a salire al piano di sopra. In cima alle scale vi era uno stretto corridoio di 2 metri per 5 che dava su tre camere: a destra una camera da letto, a sinistra un piccolo bagno con doccia e di fronte uno stanzino con un letto e una piccola scrivania. Il corridoio era buio, l'unica luce arrivava dalla camera in fondo, dalla fessura sotto la porta. Mi avvicinai cautamente e bussai. <<Chi è?>> Lorenzo era lì. <<Sono io>> risposi sollevata. <<Entra.>> Era seduto alla scrivania e mi voltava le spalle. Sulle prime pensai di averlo disturbato, ma lui prese qualcosa dalla scrivania e la portò in testa; alzandosi e girandosi per venirmi a salutare, mi accorsi che aveva sul viso la stessa maschera che indossava la sera della festa di carnevale. Sospirai rassegnata. <<Andiamo Lory, smettila di coprirti la faccia! Non avrai mica qualcosa da nascondere?>> Gli dissi con un tono di nervosismo. Lui sulle prime non rispose, mi fissò intensamente e alla fine mi ordinò <<spegni la luce.>> La sua voce era severa e cupa. Mi avvicinai all'interruttore e spensi la luce.

Si avvicinò a me e mi porse qualcosa. La maschera che aveva sul viso adesso era tra le mie mani. Mi strinse a se e mi baciò passionalmente. Le sue labbra si contorcevano tra le mie, e la sua lingua si faceva strada nella mia bocca. Avvinghiato a me, mi guidò fino al letto e mi scaraventò giù. <<Ma che fai?!>> Dissi con una smorfia che, ovviamente, lui non vide. Continuò così fino a quando decise di prendermi e sedermi a cavalcioni su di lui. Eravamo di fronte l'uno all'altra; mi baciava esasperatamente, come un uomo che esce dall'acqua alla disperata ricerca d'aria. Mi accorsi che le mie parti intime si trovavano esattamente sopra le sue; le sue mani erano scivolate sopra i miei glutei e li stringevano. I suoi respiri si facevano sempre più corti e affannosi. Dai glutei, le mani si infilarono dentro la mia maglietta e cercavano di slacciarmi il reggiseno, fallirono miseramente ma non si fermarono. Si sposarono sui miei seni e cominciarono a palparli per bene. 

Nonostante la mia inesperienza e la mia ingenuità, mi ci volle davvero poco per capire cosa stava per accadere in quella stanza buia.

Tell me your secret tonight || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora