- 44 -

1.9K 150 14
                                    

Dopo quel giorno, Flavio insistette perché rimanessi a Roma a lavorare per lui; mi convinsi e mi concentrai sul lavoro. Mentre sistemavo le macchine da cucire sentii qualcuno alle spalle, l'ombra riflessa sul muro era inquietante. Diego era tornato a lavorare all'atelier dopo che Flavio aveva saputo tutta la verità su di me e Lorenzo. Ma il suo comportamento mi stupì: non era più scorbutico e irascibile, semplicemente mi ignorava. In un primo momento pensai di dovergli delle scuse, ma poi pensandoci bene, non era proprio una buona idea. Io, lui e Flavio, in quelle settimane, lavorammo insieme senza accennare a quanto successo, come se non fosse mai accaduto nulla. Quella sera, tornando a casa per le vie di Roma, percepivo una costante presenza alle mie spalle; ma ogni volta che mi girano non scorgevo nessuno di particolare. Quella sensazione di essere seguita mi accompagnò fino a pochi metri dal mio appartamento, quando il peggio accadde. Di colpo vidi tutto buio, qualcosa mi era stata infilata sulla testa e stretta intorno al collo. Mi dimenai, urlai, tirai calci e pugni all'aria...ma fu tutto inutile. 

Qualcuno mi afferrò con violenza e mi trascinò per il collo; mi mancava l'aria, ero nel panico più totale. Sentii un forte dolore prima alle gambe, poi alla schiena, all'addome e infine in piena faccia; mi stavano picchiando senza pietà. Una corda mi fu legata attorno ai polsi e alle caviglie, poi fui caricata su un mezzo di trasporto che partì e viaggiò per quella che mi sembrò un'eternità. Terrorizzata e dolorante ero convinta che la mia vita stesse per finire a breve. Quando il mezzo si fermò e fui di nuovo trascinata per il collo, il terrore puro mi scorreva nelle vene. Fui gettata di peso su una superficie dura e legata stretta, tanto da ridurre al minimo la mia respirazione; poi una mano afferrò ciò che avevo sulla testa e lo tirò via. Con gli occhi appannati dalle lacrime e con la mente offuscata dalla carenza di ossigeno non riconobbi la figura danti a me. Questa mi salì addosso con tutto il suo peso e si avvicino al mio orecchio. <<Ora ti farò vedere cosa significa essere picchiata...>> Quando riconobbi quella voce, sperai di morire in fretta, invece il mio calvario era appena cominciato.

I grugniti animaleschi di Diego rimbombavano in quell'ambiente. Il dolore era forte, costante e si irrorava per tutto il mio corpo. Strinsi forte gli occhi mentre gridavo squarciandomi la gola, ma era tutto inutile. Nella mente mi balenò l'immagine del mio corpo senza vita, legato come un salame e ricoperto di lividi; i poliziotti che lo scrutavano e lo fotografavano per eventuali prove. Immaginai il dolore dei miei genitori per la notizia della mia morte e dell'angoscia nel sapere in quale orribile mondo la vita della loro bambina era miseramente finita. Pensai a Flavio, che mi aveva sempre protetta nonostante le bugie... Pensai a Luciana, alla sua vita da sogno che, per me, non si sarebbe mai realizzata. Nella mente, pregai che tutte le persone a cui volevo bene, potessero avere una vita meravigliosa mente la mia stava per essere porta via. Riaprii gli occhi e vidi la sagoma di Diego tenere qualcosa tra le mani e scagliarla forte sulla mia testa.

Poi buio.



Tell me your secret tonight || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora