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{Sono su un aereo, guardo fuori il panorama mozzafiato. Sto andando lontano...}

Qualcosa di caldo stringeva la mia mano destra. I rumori attorno a me erano ovattati, ma riuscivo a distinguere dei "bip" ripetersi con una cadenza regolare. Passavo dall'incoscienza a quella sensazione di torpore. Ogni tanto, nella mia mente, brevi flash delle botte prese riaffioravano; ma spesso avevo la stessa visione: l'aereo, il panorama, un viaggio... Dov'ero? Cosa stavo facendo? Forse ero morta? "Che persona sfortunata che sono... Mamma, papà... non piangete, vi voglio bene..." Piano piano riuscii ad aprire gli occhi, vedevo tutto bianco. Col passare del tempo, la mia vista si faceva sempre più precisa; ero in ospedale e quando me ne resi conto ero tremendamente felice, ma terrorizzata allo stesso tempo. Ero scampata alla morte, ma Diego sarebbe potuto tornare da un momento all'altro e finirmi una volta per tutte. Un pomeriggio riuscii a girare la testa da un lato, nonostante il mio collo dolorante; vicino a me c'era Flavio. Lui, appena si accorse del mio spostamento, si portò una mano alla bocca e si emozionò. <<Selene...o mio dio... sono qui cara, tieni duro!>> Riuscii a sentire le sue parole ma poi ripiombai nel buio.

Trascorsi due settimane in terapia intensiva, le botte che avevo preso erano più gravi del previsto e il trauma cranico che avevo subito era stato preoccupante. Avevo lividi ovunque e per di più scoprii di essere incinta nel modo più terribile: a causa delle percosse avevo abortito. Non so cosa mi avesse fatto soffrire di più tra scoprire di essere incita di Lorenzo o perdere il bambino... in ogni modo questo era un altro trauma da superare. Flavio non aveva mai lasciato il mio capezzale; aveva vegliato su di me giorno e notte. I miei genitori e i miei vecchi amici erano stati avvisati di quanto successo ed erano volati a Roma per starmi vicino. Ma l'affetto e la vicinanza di tutti non bastò a curare le mie ferite interiori. Ci vollero quattro lunghi mesi di cure e di terapia con una psicologa per superare il trauma e la perdita della vita che portavo in grembo senza saperlo. Dopo, la mia vita cominciò a riprendere: cambiai appartamento e mi trasferì vicino all'abitazione di Flavio, Diego era stato arrestato e condannato ad anni di reclusione per il crimine commesso e i miei genitori, per un periodo di tempo, si stabilirono a Roma per starmi vicino. Ma nonostante stavo ricostruendo la mia vita da zero, mancava ancora un pezzo a cui non riuscivo a trovare né un senso, né un posto...

Una sera cenai a casa di Flavio, il quale fu lieto di ospitarmi e offrirmi la cena. Dopo quello che era successo, era una delle persone più importanti per me ed il fatto che fosse un uomo e che fosse mio amico mi aiutò, in parte, a risanare la mia fiducia nel genere umano. <<Fla, posso chiederti una cosa?>> <<Chiedimi tutto...>> Sospirai guardando la pietanza nel mio piatto. <<Che ne è stato di Lorenzo? Lui... sa quello che... è successo?>> Flavio mi guado con compassione e tenerezza, poi disse. <<E' tornato a Los Angeles... e... si, lo sa...ha lasciato una cosa per te.>> Si alzò dalla sedia e andò in un altra stanza. Pochi minuti dopo ricomparve tendendo in mano un quaderno, lo poggiò sul tavolo accanto al mio piatto. <<Lorenzo...ti è stato vicino quando eri in ospedale, era diventato matto...non ho mai visto una persona così disperatamente legata a te... quello è una sorta di diario che ha scritto in quei giorni.. per quando saresti stata bene. Me lo ha consegnato chiedendomi di dartelo quando sarebbe stato il momento.>> Presi il quaderno tra le mani ma decisi di cenare e leggerlo appena rientrata nel mio appartamento.

Leggere quelle pagine sarebbe stato come leggere la sua parte più profonda?




Pronti a leggere il "diario" di Lorenzo? :D

*Suspance*



Tell me your secret tonight || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora