Capitolo 34

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A minute with you is worth more than a thousand days without your love

"J-Justin che stai facendo?" dissi in preda alle lacrime con un filo di voce.

"Oh, ma guarda chi si rivede. Ashlee, entra pure" disse ridendo e facendomi spazio per farmi entrare.

Devo ammettere che avevo un po' paura.

Era così ubriaco.

Andammo in salotto ed io dovetti aiutarlo a camminare, poiché non si reggeva nemmeno in piedi. Ci sedemmo sul divano ed io iniziai a parlare.

"Justin... Ero venuta per parlare, ma a quanto pare non posso" dissi con gli occhi che mi pizzicavano.

Non ce la facevo a vederlo in quello stato.

"E perché dovresti parlarmi se ti faccio schifo?" scattò, urlandomi contro ed alzandosi.

"Justin per favore" gli dissi alzandomi per avvicinarmi a lui.

"Non devi toccarmi cazzo" gridò di nuovo, alzando una mano.

Io, non so perché, indietreggio a questo gesto. Lui abbassò la mano e mi guardò con aria delusa.

"Ash... Pensavi davvero che io avrei allungato una mano su di te?" Mi chiese avvicinandosi.

Lo sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male, ma quando si è ubriachi si fanno cose che non si farebbero mai da sobri.

Dopo qualche secondo lasciai che le lacrime vincessero quel round, facendole uscire per tempestarmi il viso di acqua.

"Tu mi... Mi fai... Mi fai paura... Sei così ubriaco" gli comunicai tra i singhiozzi ed era vero ciò che dissi.

"Dovresti sapere che non ti toccherei nemmeno con un dito, anche se sono ubriaco non cambia niente" mi disse poi con tono calmo.

"Justin io comunque non pensavo davvero quello che ho detto, scusami ti prego" parlai piangendo ancora.

Appena queste parole uscirono dalla mia bocca, il suo viso diventa di nuovo quello di prima. Quel viso senza nessuna emozione, quel viso che non è del mio Justin.

"Se non lo pensavi non lo dicevi cazzo!" urlò nuovamente, ora dando un pugno al muro.

Ecco cosa voleva fare prima. Non so come mi sia venuto in mente che voleva mettermi le mani addosso. Non l'avrebbe mai fatto e lo sapevo perfettamente.

"Justin per favore" le mie lacrime non riuscivano a fermarsi.

Forse non lo sapete, ma vederlo in questo stato mi faceva più male di quanto potreste immaginare. Cercai di avvicinarmi a lui, solo per avere un contatto. Lo vedevo così diverso che mi sembrava di avere un'altra persona uguale a lui esteriormente, ma non caratterialmente.

"Ti dico per la cinquantesima volta che non devi toccarmi. Vattene" mi disse, tenendo ancora la bottiglia di vetro in mano.

"Ti prego Justin" lo pregai facendo scorrere ancora le lacrime sul mio volto.

Le lacrime salate ormai arrivavano al mio collo e continuavano a scendere ininterrottamente.

Era diverso anche in questo: di solito quando mi vedeva piangere si addolciva, anche se era arrabbiato con me. Ma quel giorno no. Era diverso anche in quello.

"Ti ho detto vattene" sbraitò, buttando la bottiglia a terra.

Quel poco liquido rimasto dentro si sparse su tutto il pavimento ed io, amareggiata, fui costretta ad andarmene non degnandolo nemmeno di uno sguardo, mentre lui mi guardava attraversare la porta principale.

There's nothing like us || Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora