Capitolo 37

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I wanna show you all the finer things in life. So just forget about the world, be young tonight.

Il Louvre è stato bellissimo. Dopo averlo visitato, avevamo fame, quindi abbiamo comprato un kebab. Quando erano ormai le undici siamo ritornati, ed ora siamo qui. Sul letto. Stesi uno di fianco all'altro. Ho la testa sul suo petto e lui mi accarezza i capelli.

Vorrei tanto che questo momento non finisse mai, che durasse in eterno. Ma ho imparato che, nella vita, niente è per sempre.

Soltanto nelle favole esiste «per sempre felici e contenti».

Nella realtà, nei nostri giorni, si alternano momenti di luce e momenti di buio, momenti di felicità e momenti di tristezza. Ma Justin, lui, ha saputo darmi quella certezza di esserci sempre. Quella certezza di amarmi, di volermi come fosse la prima volta. E questo mi fa star bene. Mi fa star bene sapere che mi dia questo tipo di certezze. Perché, ricordate, non c'è cosa più bella dell'amore.
Ed oggi forse devo ringraziarlo, perché è grazie a lui se posso rispondere alla domanda «cos'è l'amore?».

Se oggi mi rivolgete questa domanda, io vi rispondo che l'amore è quel sentimento che potete provare per una sola persona, per una sola volta in tutta la vostra vita. È quel sentimento che provate verso la persona per cui siete disposte a fare di tutto, pur di stargli vicino. È quel sentimento che vi fa iniziare la giornata con un gran sorriso sulle labbra. È quel sentimento che vi fa girare lo stomaco prima di vedere lui. Quel sentimento che vi porta via l'aria. Quel sentimento che vi porta via i polmoni. Quel sentimento che vi crea lo zoo dentro. E vi giuro, che una volta entrati in questo sentimento ed una volta che lo provate per una persona, non ne uscirete più. Quella persona vi resterà dentro e non se ne andrà.

Perché in fondo, l'amore è quel sentimento che lascia cicatrici indelebili sulla pelle.
...
Il mio telefono squilla, ma io sono nel letto ed ho sonno.

Tremendamente sonno.

Mi faccio forza e mi alzo, tolgo delicatamente il braccio di Justin intorno alla mia vita e lo lascio dormire, mentre io prendo il telefono e rispondo senza nemmeno vedere il nome salvato.

"Piccola mia" dice la voce dall'altro lato.

Dal timbro di voce, capisco che è quella di Harry.

"Amore" dico sorridendo, mentre apro la porta e vado dall'altra parte della stanza, sedendomi sul divano.

"Ma dove sei? Non ti sei fatta più vedere? Ti sei dimenticata del tuo amico? Ti sei dimenticata del tuo amante?" dice e scoppia a ridere.

Io trattengo le risate per l'ultima domanda che ha fatto, ma poi cedo e scoppio a ridere insieme a lui.

"Scemo, non mi sono dimenticata del mio amico Styles!" dico ridendo ancora.

"E poi perché dovrei essere la tua amante?" aggiungo.

Restiamo per altri dieci minuti al telefono, per poi staccare.

"Allora ci vediamo quando torni, ciao piccola" dice infine Harry con la sua dolcissima voce.

"A presto amor" dico sorridendo, anche se non può vedermi.

Proprio mentre pronuncio l'ultima parola ed attacco, la maniglia della porta si muove ed esce Justin dalla camera da letto, già vestito con un pantalone a cavallo basso stretto sui polpacci, una canotta bianca e le Supra bianche.

"Chi è di mattina al telefono e chi chiameresti «amor» a parte il tuo unico ed inimitabile Justin?" dice avvicinandosi e dandomi un bacio a stampo, mentre sorride.

Io non gli rispondo e cerco di scansarmela, ma poi lui mi ricompone la domanda.

"Era..Dai era.. Beh.." non so cosa dire.

Justin mi guarda con aria confusa e mi pone di nuovo la domanda.

"Allora?" devo dirglielo.

Intanto si era seduto accanto a me e mi stava guardando negli occhi, mentre io avevo lo sguardo distolto dal suo. Ma a quel punto decido di puntarlo su di lui. Volto la mia testa verso sinistra e guardo quegli occhi color caramello. Mi perdo nel suo sguardo profondo e dopo alcuni secondi inizio a parlare.

"J-Justin.. Era Harry" lui si alza di scatto.

Sgrana i suoi occhi e muove le sue labbra.

"Complimenti" batte le mani e ride in modo sarcastico.

"Jus--" dico, ma vengo interrotta.

"No davvero, complimenti. Brava" dice di nuovo per poi sbuffare ed andarsene dalla camera senza dirmi nulla.

"Justin aspetta, posso spiegarti!" urlo nel corridoio, seguendolo a passo veloce poiché stava per prendere l'ascensore.

Lui si gira e mi guarda, ma non risponde e distoglie velocemente lo sguardo. Finalmente lo raggiungo.

"Justin, per favore" dico fermandomi e facendomi scendere una lacrima sul viso.

POV di Justin:
Mi raggiunge vicino all'ascensore e mi accorgo che una lacrima le scende sul viso mentre mi parla e cerca di spiegarmi.

Non posso crederci che abbia chiamato 'amor' a quel fottuto Harry.

Io non l'avrei mai fatto. Non mi sarei mai permesso di mancarle di rispetto chiamando in quel modo un'altra ragazza e non lei.

"Ash, per favore. Non piangere" le dico con voce dolce.

Non riesco a vederla così. Ha versato una lacrima e continua a versarne altre. Ma il fatto è che io crollo ogni volta che la vedo piangere. Non posso vederla così, non posso.

"Justin ti prego, è un mio amico. Niente di più. Credimi. Abbiamo legato molto e poi al telefono stavo scherzando. Ti prego Justin" dice ancora piangendo.

Intanto era arrivata l'ascensore.

"Vieni qui babe" le sorrido.

Non posso stare lontano da lei. Soprattutto perché siamo qui a Parigi. La tiro nell'ascensore e quando le porte si chiudono, la inizio a baciare con foga.

"Promettimi che chiamerai solo me in quel modo, d'ora in poi" le dico quando mi stacco.

"Ti amo" mi risponde.

Dopo qualche secondo sentiamo un rumore leggero. Il piccolo schermino dell'ascensore che indica i piani, rimase sul numero 2 e sembra che l'ascensore non si muova.

Non «sembra»...

L'ascensore si è bloccata.

There's nothing like us || Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora