Capitolo 74

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And you start thinking that maybe he just didn't love you that much.

Era cambiato dall'ultima volta che l'avevo visto: il suo volto era quello, ma lo mostrava cresciuto, più grande. Il suo corpo era quello, lì non era cambiato niente. I suoi capelli erano quelli cambiati: erano tinti di un biondo platino, molto diverso da quello che aveva prima. Erano lisci e quel ciuffo che io amavo così tanto non era tirato all'insù e laccato, ma bensì voltato tutto verso sinistra. Al lato destro del suo collo era visibile il tatuaggio con scritto «patience».

Quel tatuaggio lo amavo.

Baciavo ogni singola lettera ed ogni singolo punto di quel tatuaggio. Sempre. Lo sfioravo sempre con le mie dita delicate, sempre. A lui piaceva quando lo facevo.

Eccome se gli piaceva.

Ma forse dopo tutto quello che ho scoperto, mi sbagliavo. Lui non mi amava poi così tanto.

Anzi, il contrario. Penso che per essere arrivato a farmi una cosa del genere, quel che lui provava verso di me era soltanto odio, disprezzo, non so cos'altro poter aggiungere.

Ma ormai è inutile che sto qui a dirvi queste cose. Il dolore che mi ha provocato è stato indescrivibile, certo, ma ormai ho smesso di pensarci ed ho smesso di restarci male. Ho una vita davanti, sono giovane, al mio fianco ho altre persone che mi amano e che mi vogliono bene.

Nella vita non può andare tutto rose e fiori, nella vita ci sono anche gli ostacoli.

E avoja di quanti ce ne sono di ostacoli.

Ci sono persone che cercano di metterci i bastoni tra le ruote; ed è proprio qui che dobbiamo dimostrarci forti, dobbiamo dimostrarci capaci di tutto, dobbiamo dimostrare a quelle persone che nonostante loro, nonostante tutto e tutti, noi andiamo avanti con il sorriso stampato in faccia.

Dopo attimi che sembrarono minuti interminabili, Harry mi chiese cos'era successo per il rumore che aveva provocato il bicchiere.

"Amore cos'è su--" la sua voce si bloccò quando vide alla porta il biondo.

I suoi muscoli si irrigidirono, serrò la mascella e chiuse le sue mani in pugni per poi liberarle nuovamente. Si avvicinò con passo tanto veloce, ma delicato e lento.

"Cosa ci fai tu qui?" chiese con aria infastidita, guardandolo negli occhi.

Il volto del ragazzo fu subito sfiorato da una lacrima.

"Cosa c'è, Justin? Adesso sei tu che piangi vero?" chiesi io, non preoccupandomi affatto di lui che stava lì con quella lacrima in volto.

Lui asciugò quest'ultima velocemente, iniziando a muovere la bocca per parlare.

"Sono venuto per raccontarti tutto" rispose lui calmo.

La sua voce, ecco quella voce, beh non era cambiata affatto. Era ancora come quella di cinque anni fa. Per un secondo tutte le scene di quella mattina mi passarono come fulmini in mente.

Non sentivo la sua voce da cinque anni. Non la sentivo da quella fottuta mattina.

Harry stava per parlare ma io risposi prima che potesse farlo lui.

"Dopo cinque anni Justin? Stai scherzando?" chiesi con tono di voce freddo e distaccato.

"Ti prego, fammi parlare" mi supplicò lui in un sussurro.

Io cedetti, ma soltanto perché ero curiosa di sapere quel che lui aveva da dirmi, non che mi importava ormai.

"Entra" dissi io.

There's nothing like us || Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora