Capitolo 40.

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Sollevo la testa dalla superficie morbida del cuscino sul quale ho dormito tutta la notte, pentendomene subito dopo quando una dolorosa fitta mi coglie alla sprovvista, facendomi gemere rumorosamente.

Affondo di nuovo la testa nel cuscino, provando ad ignorare il dolore persistente, ma sembra non voler passare e vorrei davvero soltanto tornare a dormire.

Quando finalmente sto per farlo, scanso le lenzuola con un gesto veloce e mi alzo, correndo verso il bagno. Mi inginocchio davanti al water sputando fuori anche l'anima, per quella che sembra essere la millesima volta nell'arco delle ore passate.

"Maledizione." Rabbrividisco al suono roco e impastato della mia stessa voce.

Faccio scorrere l'acqua dal lavandino, sciacquandomi la bocca e rinfrescandomi il viso. Osservo disgustato la mia immagine riflessa nello specchio: due grandi cerchi neri contrastano con il blu acceso dei miei occhi, segno che non ho affatto chiuso occhio la notte scorsa, e il rossore sulle guance mostra quanto sia accaldato in questo momento.
Probabilmente devo avere la febbre.

Quando torno a letto mi rendo conto di non essere nella stanza dalle pareti rosa sgargiante di Margareth bensì, trovo un Harry dallo sguardo addormentato ma che riesce a sembrare comunque spaventosamente severo, seduto sull'altro lato del letto a due piazze.

"Hai finito di vomitare, stronzo?" Parla, lanciandomi un'occhiata furiosa.

So che non è la prima volta che vomito, ma non ricordo assolutamente niente della notte passata.

Non ho idea di cosa sia successo, ne del perché abbia bevuto così tanto da essermi ridotto in questo stato, oppure di come sia arrivato in questa stanza, con Harry.

Emetto un lamento, ignorando la sua domanda, prima di infilarmi di nuovo sotto le lenzuola, dandogli le spalle.

"Dio, puzzi." Non posso evitare di ridere al suono disgustato delle sue parole.

"Non è che lo faccio per hobby, sai, vomitare." Lo schernisco, chiudendo gli occhi di nuovo.

"Suppongo che non ricordi assolutamente niente della notte scorsa." Constata, e mi volto a guardarlo.

Scuoto la testa, dandogli effettivamente ragione. Mi capitava raramente di ubriacarmi a tal punto da non ricordarmi nulla la mattina dopo.

"Fantastico, fottutamente fantastico." Socchiude gli occhi, prendendo un grande respiro mentre io inarco le sopracciglia, osservandolo.

"Ho bevuto da schifo, e non mi ricordo neanche perché ho bevuto da schifo." Mi passo una mano sul viso, facendo scorrere le dita tra i capelli sudati.

"Hai fatto una stronzata, amico." Il tono serio e lo sguardo di rimprovero che mi rivolge sono abbastanza da cominciar a far crescere l'ansia alla base del mio stomaco.

Proprio mentre sta per parlare di nuovo, la porta della stanza viene spalancata. Liam è sulla soglia, il suo petto che si alza e si abbassa velocemente, e il fiato corto.

"L'hanno trovata." Parla, prendendo un grande respiro subito dopo.

Sposto lo sguardo su Harry, che è già in piedi e ha indossato un pantalone della tuta, avvicinandosi a Liam con poche falcate.

"Chi? Cosa sta succedendo?" Gemo quando sento un'altra fitta dolorosa alla testa, costringendomi ad affondare di nuovo la testa nel cuscino.

"Resta qui. Appena torno ti spiego tutto, te lo prometto. Solo- resta qui. Non uscire da questa stanza." Mi avverte Harry, e decido che è meglio fare come dice, perciò mi giro su un fianco, dando le spalle alla porta quando sono sicuro che siano usciti.

Beyond (ft. Niall Horan)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora