16. Le mani fanno questo

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- Una volta credevo che un uccello non potesse volare se si bagna troppo le ali. 
Henry Miller, Tropico del Cancro.

Josephine

Nella mia testa semi incosciente, la mia immaginazione ha continuato a correre impazzita per tutto il tempo: non si è curata di riposare completamente nonostante ne avessi davvero la necessità. La bastarda traditrice in questione ha audacemente mescolato realtà e un pizzico d'immaginazione, creando un pericolosissimo cocktail di puro erotismo e piacere.

Pericoloso, perché questo genere di fantasie sono private. Preferirei che, quella strana e svergognata valvola nella mia testa, scattasse solo in situazioni di totale solitudine – e non quando mi trovo a condividere lo stesso respiro di Harry, talmente è la vicinanza dei nostri corpi. Non voglio più trovarmi tra le sue braccia, in uno stretto divano, e – in sostanza – mentre prende vita un sogno erotico su di lui nella mia testa. Il mio stomaco è in subbuglio, un casino totale mentre ricordo il bacio di questa mattina sul pavimento della mia camera.

"Hai esaurito i modi per impedirmi di scoparti, Joss?"

E' un semi sogno, presumo, provocato dal mio dormiveglia, perché le immagini sono così nitide, ma anche così lontane. Mi palpita il cuore. Quando sta per tirarmi via la maglietta – l'unica reale nemica, nella mia fantasia – siamo d'improvviso sul divano. Questa volta lui è lontano e non possiede la T-shirt, lasciando il suo torace totalmente esposto. Non so se il suo corpo sia davvero come lo sto sognando (anche perché, questa mattina, sono riuscita a catturare con lo sguardo solo pochi particolari della sua massa), ma ho l'impressione che ci si avvicini molto.

Muscoli a decorare ogni parte di lui; guizzano con ogni piccolo movimento, i miei occhi famelici cercano di assorbire minuziosamente ogni variazione del suo corpo. Mi sorride sghembo e mi dice qualcosa, ma non lo sento. Successivamente scivola sul divano, sdraiandosi sopra di me, ma il calore costante che sento addosso non varia, non si muove o sposta intorno a lui mentre si muove. E' sempre lo stesso bollore di prima – anche mentre era lontano da me.

Adesso ci sono le mi gambe racchiuse tra le sue, i suoi gomiti appoggiati delicatamente ai lati del mio viso. Lecca le mie labbra prima di far scontrare, con vigore, il suo addome sul mio ventre. L'attrito è mozzafiato, mi si spezza il respiro e contraggo ogni vertebra della spina dorsale pur di protendermi ancora verso di lui. Le mie caviglie vanno ad incrociarsi in modo naturale alle sue.

Avvolgo più forte le braccia intorno al suo collo stringendo alcune ciocche dei suoi capelli nei pugni. Poi mi aggrappo alle sue labbra con le mie, disperatamente. Ma lui si mette a fare cose strane perché, d'improvviso e con uno strano scatto innaturale, mi afferra per la vita, sollevandomi completamente dal divano. Le mie gambe penzolano lungo il suo petto e stomaco mentre mi tira su come un sacco di patate, tenendomi su una spalla, ma stranamente, non c'è alcuna pressione causata dall'osso della sua clavicola nel mio stomaco, né non ho l'impressione di avere la testa in giù.

"Ti porto a letto." Risolve così, e okay, per me va più che bene – insomma – andiamo a letto, porca puttana! Poi, spezzando ogni mia aspettativa, aggiunge: "Così potrai dormire meglio."

Dopo le mie proteste incomprensibili, mi chiede se ho voglia di starmene ancora con lui, come se non fosse un'ovvietà.

"Vuoi restare qui con me?" E poi sussurra un verso gutturale, come un profondo "Uhm", come quando si è più comodi e adesso respira di piacere e sembra un suono magnifico. Nel frattempo, magicamente, siamo nuovamente sul divano. Comunque io gli dico che certo, voglio restare con te, Harry! Però non ho capito se sto davvero sognando o se tutto questo stia realmente accadendo. Sembra tutto vero, ma gli scatti scostanti delle immagini sembrano offuscare la realtà. Come ci siamo finiti ancora una volta sul divano?

The Runaway (Harry Styles AU)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora