Helen si alzò e si preparò per andare a scuola, come da routin ormai. Fu indecisa fino all'ultimo se legare i capelli o lasciarli sciolti, ma alla fine li legò nella sua classica treccia a spina di pesce che le arrivava alla vita. Truccò pesantemente i suoi occhi azzurri di nero, chiuse il portone e si avviò, ripassando la lezione di quel giorno. Arrivò in classe e si sedette aspettando che arrivasse Julio; questo piombò in classe poco prima che suonasse la campanella.
<< Ciao!>> la salutò allegro il ragazzo, con il suo sorriso carismatico.
<< Ciao>>
<< Come va?>>
<< Tutto bene>> rispose Helen prendendo il quaderno di matematica: sapeva che lui probabilmente non aveva fatto gli esercizi.
Julio la guardò ridacchiando, poi disse serio << Ti giuro che c'ho provato. Guarda>> prese il quaderno mostrando qualche numero scarabocchiato.
<< Questo è solo il testo>> rise Helen.
<< Eh si! Un qualcosa in più>>
<< Dai, copia i miei>>
Julio fece una smorfia << Mi sento in colpa.. Okay sto copiando>>
<< AHAHAHAH bravo>> entrambi continuarono a ridere.
Dopo le prime tre ore la campanella suonò, annunciando la ricreazione.
Camminarono nel cortile, nei pressi della palestra.
<< Ah comunque mi dispiace per ieri>>cominciò Julio << Speravo che andasse in maniera diversa>>
<< Tu non hai colpe>> affermò Helen.
<<Si invece.>> replicò lui << Vedi, Amanda ci prova con me da sempre. Prima mi viene dietro, però appena vede qualche bel ragazzo farle il filo lei gli muove il culo davanti. Poi però molla tutti dicendo che gli piaccio solo io. Non è per nulla una ragazza seria, per questo la rifiuto costantemente. Ed ogni volta che porto qualche ragazza con me lei fa la stronza, per paura che fra me e l'altra possa succedere qualcosa. Conosco il suo carattere e non avrei mai dovuto lasciarti sola>>
<< Ma avevi bisogno di andare al bagno!>>
<<Avrei dovuto farmela addosso>>
Helen rise << Esagerato>> disse arrossendo <<Sei troppo gentile. Ed io troppo esagerata: non avrei dovuto andarmene di punto in bianco>>
<<Fossi stata in te avrei mandato tutti a quel paese immediatamente>>
Helen non rispose, e stettero in silenzio << Comunque>> esclamò lei <<A proposito di farsela addosso devo andare al bagno>>
Julio rise <<vai, ci vediamo in classe>> lei annuì e mentre si allontanava sentì Julio dirle << Posso venire con te?>> con la voce in falsetto, chiaramente stava prendendo in giro Amanda. Lei ridacchiò e corse al bagno.
Fece quello che doveva fare e si sentì chiamare allegramente << Helen!>>
Emily stava vicino alla porta, con un gran sorriso gentile. Helen si imbronciò << Ciao>> rispose fredda.
<< Come va?>> chiese l'altra, avvicinandosi.
<<Bene.>>
<<Non si direbbe>> chiese preoccupata << Sicuro che non è successo nulla?>>
Helen non né poteva più, doveva dirle quello che pensava.
<< Senti Emily>> sbottò <<Non fingere di essere mia amica. Ho capito benissimo che ti sto sulle palle>>
<<Ma non è vero Helen!>>
<< Si certo. Non mi cerchi mai, mi hai addirittura chiesto di non salutarti davanti agli altri! Davvero, è palese.>>
<< Ti ho spiegato che è per te. Non prenderla sul personale, io lo dico proprio per difenderti>> rispose Emily, agitata.
<< Allora dimmi perché. Mi hai detto " ti giudicheranno ", bene, spiegami il motivo>>
Emily tremò, mortificata. Sembrava sul punto di piangere. Ma Helen non lo capì.
<<Non posso dirtelo>> mormorò la ragazza rossa. Helen alzò un sopracciglio << Non puoi dirmelo? Pfff si ho capito. Beh, ci si vede>> disse Helen e fece per andarsene, poi si fermò << Sai>> disse tornando indietro << Tu non sai nulla di me, ma ti posso assicurare che sono stata sola per tanto tempo. Ma ho capito che le persone sono capaci di farmi soffrire, molto più di quanto lo faccia la solitudine. Preferisco non avere amici piuttosto che stare con qualcuno che non mi vuole bene. Quindi riformulo la mia frase: addio, Emily>>
<< No per favore Helen, aspetta!>> la chiamò l'altra, allarmata.
<< È vero, hai ragione>> fece << Sto sbagliando tutto. Non avrei mai dovuto mentirti... E non posso continuare a farlo Helen, non con te che sei così gentile.>> Alzò il capo e fece un profondo respiro << Bene. Se è la verità che vuoi, la verità avrai. Preparati Helen, e guarda quello che sono>> e le corse incontro. Helen rimase basita; i suoi riflessi lenti non le permisero di spostarsi, così l'unica cosa che riuscì a fare fu coprirsi il viso e prepararsi all'impatto; ma invece di sentire il corpo caldo di Emily o il dolore per lo scontro sentì un'onda gelida attraversarla. Era stato come passare attraverso una nuvola. Helen sgranò gli occhi e cominciò a tremare: che fosse una sua allucinazione?
Si girò di scattò e vide Emily dietro di lei guardarla con occhi tristi << Si Helen, non lo stai immaginando. Io sono un fantasma e tu riesci a vedermi>>.*capitolo corto. Scusate >.<*
STAI LEGGENDO
La ragazza di polvere
ParanormalHelen, sedici anni, un passato tormentato, ed un'inquietante potere che la porterà verso un tragico finale. tratto: Madame Smith la guardò perplessa > chiese. > Nessuno rispose.