Helen sgranò gli occhi.
Era apparso quello che probabilmente era il fantasma di Math.
<< T-tu...>> biascicò, tremando.
Il pallido ragazzo la fissò << Riesci a vedermi?>>
Helen annuì impercettibilmente.
<< Helen tutto bene?>> chiese stranito Julio.
<< Si! >> si affrettò a rispondere Helen, mentre vedeva il ragazzo sparire silenziosamente come quando era arrivato.
<< Sono solo un po' scossa>>
<< Scusa, non volevo turbarti>>
<< Scusa di che?! Sono felice che tu ti sia aperto in questo modo con me, significa tanto>> sorrise lei.
Julio asciugò una lacrima che ancora brillava sulla sua guancia.
<< Spero che sia felice dove si trova adesso>> disse, mesto; ed Helen annuì tristemente, sapendo che Math era rimasto ancorato alla terra e che quindi di sicuro non era felice. Doveva parlarne con Emily, solo lei poteva darle qualche consiglio. Così quando suonó la campanella e tornarono in classe, andò in bagno ( subendo i rimproveri dei professori).
Ma in bagno Emily non c'era.
" Questo si che è un bel problema" pensò " come faccio a trovarla adesso?"
Stette un attimo a guardarsi attorno, in cerca di qualche idea, ma non le venne in mente nulla.
" e se provassi a chiamarla?" si chiese, ma l'idea le parve tanto stupida che decise di accantonarla. Poi però in mancanza d'altro decise di provare, così chiamò << Emily! Ci sei?>> ma la risposta fu solo l'eco della sua voce. Stava per andarsene quando si sentì chiamare << Helen, mi cercavi?>> era Emily. La ragazza era apparsa dal nulla proprio come aveva fatto Math poco prima.
<<Non ci credo ha funzionato. Comunque ho bisogno di chiederti una cosa>> esclamò Helen.
<<Dimmi pure>>
<< È successo qualcosa di incredibile: Julio, il mio amico, stava parlando di un ex compagno morto, e questo è apparso all'improvviso.>>
<< Vuol dire che è legato sentimentalmente a qualcosa, probabilmente a questo Julio.>> fece lei.
Helen rifletté un attimo << Ma voi fantasmi non vorreste andare oltre e, come dire... "Morire" per sempre?>>
<< Oh si vorremmo, ma non possiamo.>> disse malinconica Emily, passandosi una mano tra i capelli. Poggiò le spalle al muro e cominciò a guardare un punto indefinito della stanza.
<< Mi sembra ingiusto>> rispose sgomenta Helen << Questo ragazzo ha già sofferto abbastanza in vita, perché deve continuare a farlo anche da morto?>>
Emily fece spallucce << È così e basta. È brutto da dire ma è la cruda verità, mi dispiace per questo ragazzo, visto che so come ci si sente a restare incatenati al mondo dei vivi per sempre>>
<<Ma non c'è proprio nulla da fare?>> chiese Helen. Sentiva che doveva aiutarlo, sentiva che era una cosa che doveva fare. Forse era proprio questo lo scopo delle persone con il suo stesso potere: aiutare i fantasmi in difficoltà. Del resto lei non era mai stata capace di stare con le mani in mano di fronte un'ingiustizia.
Emily inarcò le sopracciglia <<Beh, in realtà un modo ci sarebbe: spezzare il legame; ma se non ci è riuscita la morte figurati se può riuscirci lui da solo>>
<< Forse da solo no>> fece Helen, avvicinandosi alla finestra. Si poggiò al davanzale <<Ma con il mio aiuto si.>>
Guardò un attimo il paesaggio grigio e appassito, riempiendo gli occhi azzurri di quella luce debole donata dal cielo plumbeo. <<Ho deciso Emily>> fece Helen, ferma << Voglio aiutarlo. E non solo lui, ma tutti quelli che incontrerò. Ho questo potere? Vuol dire che lo userò per fare del bene agli altri. I fantasmi che rimangono bloccati sulla terra, non hanno ricevuto nessun aiuto da vivi, ma lo riceveranno da morti. So cosa significa ritrovarsi da soli sommersi dai problemi, e so anche quanto io abbia desiderato una mano che mi aiutasse a tirarmi su.>> sorrise << Voglio fare del bene Emily, ma a volte i vivi non lo meritano, per questo lo darò ai morti>>
Emily stava sorridendo, commossa << È una cosa molto nobile>> commentò.
Stettero un attimo in silenzio, poi la rossa ruppe il ghiaccio << Avevi altro da chiedermi?>>
<< Si >> rispose Helen << Quasi dimenticavo. Perché ho le allucinazioni? Da bambina mi torturavano, poi sono finite per un certo periodo, ma temo che stiano ricominciando.>>
<< Che genere di allucinazioni?>>
Helen sentì i capelli sulla nuca rizzarsi << Brutte. Angoscianti. Sabato sera ho visto i capelli che mi cadevano, tutti. L'altro giorno ho visto le altalene muoversi da sole, ed è da due notti che faccio lo stesso incubo.>>
Emily impallidì << Mmmmh. Non promette nulla di buono: in genere questi eventi sono legati ai fantasmi malvagi, i fantasmi costretti a stare qui per sempre. È questa la loro punizione per aver compiuto una vita peccaminosa, e questo li rende ancora più cattivi e crudeli. Loro perseguitano gli umani, si divertono a farli impazzire, portandoli in certi casi al suicidio...>>
Helen era diventata bianca come un cencio, e si teneva lo stomaco che aveva cominciato a farle male << Devi riguardarti da questi fantasmi: se muori per opera loro ti polverizzi. Come se non fossi mai esistita: puff! scomparsa, diventi polvere che volerà via nel vento e via dalla memoria di tutti. E credo che non ci sia cosa più brutta>>
<< È orrendo>> affermò Helen, disgustata << Scomparire anziché morire.>>. Sospirò <<Non c'è nulla che io possa fare per difendermi?>> chiese. Emily rifletté << Quando ti capita di vedere determinate cose non lasciarti prendere dal panico, perché è proprio questo quello che vogliono. Vogliono indurti alla pazzia, e tu non devi lasciarglielo fare; ricordati che quello che ti fanno vedere non è reale. Se pensi questo e resti calma loro ti lasceranno in pace>>
<< Okay, ma questo significa che ci deve essere qualche fantasma che cel'ha con me?>> disse Helen con un brivido.
<< Credo di si >>confermò l'altra.
Stettero un attimo in silenzio, poi Helen disse << Sarà meglio che io torni in classe>>
Emily annuí << A presto, se hai bisogno di qualcosa chiamami>>
<< Certo>> rispose lei, poi esclamò <<comunque aiuterò anche te>> e se ne andò con un sorriso.
Emily scosse la testa. Cielo quanto le sarebbe piaciuto abbandonare la terra ed andare per sempre nel regno dei morti, in pace. Ma non poteva, ormai si era rassegnata da tempo, e presto lo avrebbe capito anche Helen.Helen camminava velocemente lungo la strada di casa, immersa nei suoi pensieri. Aprì il portone di casa, andò in cucina per preparare qualcosa da mangiare a pranzo. Aprì il frigo quasi vuoto e ne uscì dei formaggi, ma quando si girò le caddero a terra: sull'uscio della porta c'era Math.
Guardò la figura amorfa che aveva davanti, il suo pallido incarnato, gli occhi vuoti e la ferita al collo da cui sembrava che sgorgasse ancora sangue.
<< Che ci fai qui?>> chiese, prendendosi di coraggio.
<< Non lo so>> rispose il ragazzo << Ho bisogno di parlare con qualcuno >>
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La ragazza di polvere
ParanormalHelen, sedici anni, un passato tormentato, ed un'inquietante potere che la porterà verso un tragico finale. tratto: Madame Smith la guardò perplessa > chiese. > Nessuno rispose.