Helen camminava avanti e indietro per la stanza, con le mani tra i capelli.
Diede un'occhiata all'orologio e vide che erano le diciotto e trenta. Si lasciò sfuggire un rantolio scoraggiato: era sabato, tra due ore Julio sarebbe passato a prenderla, e lei era ancora in pigiama.
Non essendo mai andata ad una festa non sapeva cosa dovesse indossare, anche perché il suo armadio era privo di abiti eleganti. Però sapeva che presentarsi in jeans e maglietta avrebbe invitato gli altri a prenderela in giro ancora di più, per cui doveva assolutamente trovare una soluzione, anche se non sapeva come.
Svuotò l'armadio e rovesciò tutto il contenuto sul letto: un tripudio di felpe e pantaloni ricoprì le coperte, ma ovviamente non c'era nulla che potesse passare per "elegante". Alla fine prese una drastica decisione, mise le scarpe ed andò nel negozio più vicino in cerca di qualcosa di accettabile da indossare. Alla fine tornò a casa con una gonna scozzese, dei collant spessi neri e una maglietta nera e leggermente scollata.
L'indossò insieme ad una felpa nera con la cerniera davanti che lasciò aperta, e un paio di stivali di pelle tutti stringati e con la suola enorme. Alla fine l'effetto ottenuto non fu proprio " elegante " ma a lei piaceva, dunque non si cambiò. Fece lo shampoo e dopo varie esitazioni decise di lasciare sciolti i capelli, che pettinò con una riga al centro e che adesso ricadevano come due fasce castane ai lati del viso piccolo e pallido, ed arrivavano alla vita.
Curò molto anche il trucco: delineò di occhi azzurri con una spessa linea di eyeliner, e poi passò un rossetto rosso scuro dalle tonalità fredde sulle labbra sottili e ben delineate.
Quando si guardò allo specchio rimase sconvolta << Mi sono lasciata andare un po' troppo>> si rimproverò, e decise di togliere il rossetto e alleggerire gli occhi; ma Julio bussò al campanello, stranamente puntuale.
Corse ad aprirgli e quando spalancò il portone lui rimase letteralmente fulminato: la pelle chiara di Helen era bianca e luminosa come una perla, in contrasto con il rossetto scuro; gli occhi azzurri brillavano come fari tra tutto quel nero; i capelli (che per la prima volta vedeva sciolti) incorniciavano il tutto.
Seguì con gli occhi la linea delicata del suo collo, anche questo di un chiarore latteo. << Sei... Meravigliosa>> sussurrò. Helen arrossí tutta << Grazie >> balbettó << Entra>> disse poi <<Devo ancora scegliere che giubbotto mettere>>
Julio entrò in casa e seguì Helen in soggiorno << Wow! È la prima volta che ti vedo così.>>
<< Così come?>>
<< Messa in tiro. I capelli sciolti, il trucco... E poi questa gonna è magnificamente corta>> disse malizioso. Helen gli tirò una maglietta in faccia << Smettila >> esclamò.
Lui rise << Scherzo. Stai benissimo>>
Helen scosse la testa << Lo dici solo per farmi felice>>
<< Lo dico perché lo penso>> le rispose il ragazzo mentre Helen saliva le scale.
In quei giorni aveva provato a reagire, ed infine era riuscita a riprendersi. Certo, le allucinazioni rendevano tutto più difficile, anche perché adesso non aveva più nessuno con cui parlarne. L'ultima, quella dei ragni, era stata orribile; si era risvegliata sul pavimento dopo qualche minuto, e solo allora si era resa conto che in realtà i ragni non c'erano proprio, eppure quella sensazione disgustosa di averli addosso, nella bocca... Quella era stata terribilmente reale.
Sperava solo che con il tempo la situazione migliorasse, ma più passavano i giorni più le allucinazioni diventavano brutte e crude.
Decise di non pensarci oltre, prese un cappotto nero, e scese giù da Julio che l'aspettava.
Lui non riusciva a staccarle gli occhi di dosso << Sul serio Helen, sei bellissima>>
Lei si limitò a scuotere la testa.
Salirono sul motore di Julio ed andarono nel locale dove si sarebbe tenuta la festa. Arrivarono con qualche minuto di ritardo, Helen scese dal motorino di Julio con le gambe tremanti: una passeggiata in motorino di sera in inverno con le gambe coperte solo da collant non era il massimo. Inoltre tremava non solo per il freddo, ma per il nervosismo. Chissà le frecciatine non appena sarebbe entrata. Varcarono la soglia e furono accolti da musica a tutto volume e da un vociare acceso e rumoroso.
La prima cosa che Helen riuscì a vedere fu Amanda andargli incontro mano nella mano con un altro ragazzo. Dunque si era fidanza...Helen si sentì più serena.
<< Ciao! >> Salutò non appena li raggiunse << Da quant'è che non ci si vede>> disse sorridendo a Julio, il suo sorriso era tradito, però, da un tono acido e spigoloso ( forse volontariamente), chiaro riferimento al fatto che, da quanto Julio aveva conosciuto Helen, era uscito di meno con loro.
<< Ciao Amanda>> rispose secco Julio << In effetti è da un po' che non esco con voi, o perlomeno, da quando abbiamo discusso, ricordi?>>
Amanda diventò più rossa del suo abito , che era corto e aderente fino a metà coscia, e con una scollatura a cuore che sfidava la forza di gravità, e che metteva in bella mostra il suo decoltè. La ragazza bionda si aggiustò il coprispalle striminzito << Si, ricordo. In ogni caso lui e Brade, il mio ragazzo >> disse sottolineando l'ultima parola. Il ragazzo porse la mano a Julio,che la strinse, e poi ad Helen << Piacere>> fece.
<< Bene, adesso che le presentazioni sono fatte, noi andiamo a salutare Zack per fargli gli auguri>> disse Julio, prese per la mano Helen e se ne andò, sotto gli occhi pieni di odio di Amanda. Vagarono un po' ed Helen poté notare che tutte le ragazze erano avvolti in abiti corti o lunghi, sexy o eleganti, ma di certo nessuno era vestito come lei.
Videro il ragazzo dal vaporoso ciuffo biondo intrattenere degli ospiti vicino al tavolino del rinfresco.
<< Eeehi, diciottenne, come ci si sente ad essere maggiorenni?>>
<< Julio!>> esclamò il ragazzo, abbracciando l'amico << Sapevo che saresti venuto>>
<< È normale Zack, non mi sarei mai perso il tuo diciottesimo compleanno>> rispose serio il moro.
Helen che non aveva ancora fiatato prese coraggio e disse << Auguri>> il biondo le rivolse un'occhiata << Oh ciao Anna>>
<< Helen>> lo corresse automaticamente lei.
<< Oh scusa>> disse lui, per niente imbarazzato << Comunque adesso devo andare.>> Disse ammiccando a due ragazze che lo guardavano da lontano <<Spero che vi divertiate...>> si ravvivò il ciuffo con la mano << Ragazze..!>> si allontanò con un sorriso.
<< Beh, me lo ricordavo più antipatico>> commentò Helen.
Julio sorrise << Zack non è cattivo, davvero. Semplicemente non sa rapportarsi con gli estranei>>
<< Lo conosci da molto?>>
<< Oh si. È stato il mio primo amico quando mi sono trasferito qui dalla Spagna...>> Helen annuì, perdendosi nel contemplare il viso di lui.
<< A proposito della Spagna... C'è qualcosa che devo dirti>> visto il tono preoccupato di lui Helen ritornò a concentrarsi sulle parole.
<< Dimmi >> Lo esortò.
Il ragazzo sembrava in difficoltà << È una cosa molto difficile da dire...>>
<< Che noia!>> furono interrotti. Amanda era tornata trascinandosi dietro il ragazzo come un cagnolino.
<< Non vedo l'ora che si inizi a ballare>> sbatté le ciglia e sorrise sorniona << Quante ragazze ci sono eh. Tutte decise a mettere in mostra la loro merce>> rise << Ci sono donne davvero troie >>
Julio non era per niente interessato, Helen si tratteneva per non farle notare che la sua scollatura per poco non arrivava all'ombelico, e Brad era tutto intento a sbirciare dal vestito di lei.
<< Beh Helen>> continuò Amanda, l'unica che teneva viva la conversazione << Come al solito vuoi stare al centro dell'attenzione; sei vestita in modo così... Stravagante. Ti piace essere sotto i riflettori vedo>> fece con voce melliflua.
Julio stava per ribattere ma fu interrotto da Helen.
<< In realtà a me sembrerebbe che quella desiderosa di stare al centro dell'attenzione sia tu>>
<< Io sono vestita come tutte le altre>>
<<Quindi anche tu metti in mostra la tua merce, no?>>
Julio rise di petto << Ti ha zittito, ahahha>>
Amanda rivolse ad Helen uno sguardo carico d'odio << Che c'è, adesso che hai il fidanzatino riesci a parlare? Sta attenta a come ti rivolgi>> e tutta impettita se ne andò insieme all'altro ragazzo.
<< Wow Helen, l'hai spenta >> esclamò Julio. Helen sorrise << A volte so difendermi anch'io>>
Si avvicinarono al tavolo e Julio si riempì il bicchiere <<Vuoi?>> chiese. Helen annuì << Si grazie>>
Passarono mezz'ora a cercare di comunicare sopra il frastuono della musica e della gente, poi dal tetto scese una palla da discoteca e la musica divenne davvero spaccatimpani. La pista da ballo si riempì in un batter d'occhio di ragazzi e ragazze scatenati che desideravano solo divertirsi, Julio urlò all'orecchio di Helen << Ti va di prendere una boccata d'aria?>>
Lei annuì energicamente << Assolutamente si>>
La prese per la mano e la condusse in un balcone del loro locale. Il contatto della pelle di lui riscaldava Helen dalla punta dei capelli sino ai piedi, e soprattutto le riscaldava il cuore.
Dall'ampio balcone si poteva vedere il mare scuro, dove si specchiava la luna, Helen si poggiò alla ringhiera.
<< Cosa dovevi dirmi?>> chiese a Julio, gettando i capelli fuori e dondolandoli, per rinfrescare il collo imperlato di sudore.
<< Riguardo cosa?>>
<< La Spagna..>>
Il ragazzo sentì la gola bruciare << Ah già>> poggiò i gomiti alla ringhiera, in cerca delle parole giuste. Come fare?
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La ragazza di polvere
ParanormaleHelen, sedici anni, un passato tormentato, ed un'inquietante potere che la porterà verso un tragico finale. tratto: Madame Smith la guardò perplessa > chiese. > Nessuno rispose.