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Helen e Chester stavano davanti l'ospedale, a guardare la costruzione grigia che si stagliava contro il cielo.
<< Allora, qual'è il piano?>> chiese il ragazzo.
<<Non c'è un piano>> rispose candida Helen.
Lui la fissò allibito << Mi stai dicendo che ti sei catapultata qui senza nessuna idea>>
Lei lo guardò << Si è quello che faccio sempre>> rispose, tornando a guardare l'ospedale.
<< Vuoi dire che hai già aiutato altri fantasmi?>>
<<Si, tu sei il terzo>> sulle labbra di Helen si era dipinto un sorriso orgoglioso.
Chester sospirò << Bene, credo che a questo punto l'unica cosa che possiamo fare è improvvisare>>
<< Improvvisare è un'arte>> rispose lei con un sorriso << E funziona sempre>>
Lui rise << Ma lo sai che se ti beccano finisci in guai grossi?>>
<< Infatti non mi scopriranno, su andiamo>>
<< Che intendi fare?>>
<< Sai in che piano è di preciso la stanza di Mike?>>
<< Beh si, è al terzo piano >> rispose confuso lui. Poi capì << No Helen, credo che sia una pessima idea>>
Helen si fermò e lo guardò, scocciata <<Senti, hai un'altro piano?>>
<< No, ma...>>
<< Entreremo dalle scale di emergenza. Se troviamo qualcuno per il corridoio tu lo distrarrai in qualche modo.>>
<< È troppo rischioso. Nessuno ti sta chiedendo di farlo>>
<< Lo so>> sbottò Helen << Lo faccio perché voglio farlo, voglio aiutare te e tuo fratello come ho fatto con gli altri>>
Il ragazzo le rivolse uno sguardo indecifrabile << Perché?>> chiese.
Lei non rispose << Perché sono fatta così>> disse infine << Aiutare gli altri è parte della mia natura, non posso farci nulla. Metto sempre la felicità degli altri prima della mia..>>
<<Non dimenticarti di te stessa Helen>> disse lui, sorridendole dolcemente.
<< Tutti si dimenticano di me, perché non dovrei farlo anche io?>>
<< Quindi è questo che pensi in realtà?>>
Helen non disse nulla, restò ferma a guardare verso l'ospedale, gli occhi azzurri simili a mare in tempesta.
Chester si avvicinò al suo orecchio << Ma capisci almeno che questo non è esatto? C'è qualcuno che tiene davvero a te>>
Lei lo guardò stupita << Che intendi dire?>>
<< Riflettici e lo capirai>>
Helen prese a camminare verso le scale d'emergenza << Fai tutto il misterioso>> disse con un sorriso <<E mi fai perdere tempo. Non m'importa di quello che pensi tu, ma ho l'anima tua e di tuo fratello da liberare, non distrarmi>>
Lui sgignazzò << Agli ordini>> e la seguì. Arrivarono alle scale e le salirono fino al terzo piano << Da un'occhiata>> ordinò Helen, e Chester aprì leggermente la porta infilando la testa dentro, di certo nessuno lo avrebbe visto.
<<C'è una persona, ma la posso distrarre facilmente>> comunicò, Helen annuì, poi il ragazzo entrò e lei restò a guardare dallo spiraglio della porta. Chester si stava avvicinando ad una signora che trasportava un carrellino con sopra lenzuola e altre biancherie; quando questa si girò lui spinse il carrello che si rovesciò, spargendo sul pavimento tutto quello che conteneva.
<< Oh no! >> sbuffò la donna, chinandosi a raccogliere tutto quello che era caduto, Chester fece segno ad Helen, che sgattaiolò dentro la stanza indicata dal ragazzo senza essere vista da nessuno. Chiuse delicatamente la porta alle sue spalle, poi si voltò e lo vide. Mike stava sdraiato su un lettino, pieno di tubi e altri strumenti. Si avvicinò lentamente al ragazzo pallido, con un tubo infilato in gola, la flebo al braccio. Teneva gli occhi chiusi, i capelli neri come quelli del fratello sparsi sul cuscino, e lui giaceva lì, come un corpo morto.
Non si sarebbe mai più svegliato, e nonostante fosse dentro un corpo era già un fantasma, Helen lo sapeva e per questo lo avrebbe liberato da quell'agonia. Lo stomaco le bruciò, sentì il coraggio venirle meno, Chester poggiò la sua mano sulla spalla di lei.
<< Che ingiustizia non trovi?>> disse amaro << Sia io che lui eravamo così giovani, così pieni di aspettative verso la vita...>>
<< La vera ingiustizia è che voi siate bloccati qui >> sussurrò lei. Guardò negli occhi Chester << Sei sicuro che è quello che vuole? Sei sicuro che non si risveglierà mai?>>
<< Fattelo dire da lui stesso. Sono sicura che tu riuscirai a sentirlo>>
Helen chiuse gli occhi, concentrandosi
"Mike" chiamò "Mike, sono Helen, mi senti?"
"Helen?"
sussultò, lo aveva sentito.
"Come mai sei qui?"
"Per liberarti"
"Anche tu sei un fantasma? Non puoi farlo, i fantasmi non possono togliere la vita direttamente"
" Infatti non sono un fantasma, io sono una viva un po' speciale. Ed io ti Aiuterò ad andare verso la luce insieme a tuo fratello, vuoi?"
"Oh si, ti prego, ti prego"
Helen deglutí, si avvicinò alla spina di un grande macchinario, poi dopo infiniti attimi di incertezza, con mano tremante la staccò.
Immediatamente vide l'anima di Mike sollevarsi, ed andare incontro al fratello.
<< Finalmente>> trillò il ragazzo << Siamo insieme finalmente Chazzy!>>
Lui rideva con le lacrime agli occhi, stringendo a sé il fratello << Si, finalmente>> poi all'improvviso, tutti e due si volsero verso un punto, e sui loro visi si dipinse un gioioso sorriso
<< È così bella. Questa luce è così calda e familiare, mentre prima mi sembrava fredda e lontana>> disse Chester, con gli occhi spalancati.
Si voltò verso Helen << Grazie, grazie di cuore. Sei la ragazza più forte, coraggiosa, e gentile che io conosca. Ti auguro le cose più belle di questo mondo Helen, te le meriti tutte>>
Prese per mano il fratello, e si girarono di spalle << Un'ultima cosa>> disse Chester << Ama chi ti ama, ok?>> e insieme scomparvero nel nulla.
Helen era rimasta immobile, incantata da quello che aveva visto e allo stesso tempo stupita dalle parole di Chester.
Non ebbe tempo di pensarci oltre però, perché si rese conto di essere sola in una stanza dove non doveva essere. Aprì leggermente la porta e non vide nessuno. " Ora o mai più " pensò e corse via alla velocità della luce, scendendo le scale con un balzo.
Corse fino al parco, dove cercò di ricomporsi per non attirare l'attenzione, poi con passo calmo e disinvolto andò a casa. Chiuse la porta e poggiò le spalle al muro, tirando un sospiro di sollievo. Anche quella volta ce l'aveva fatta, aveva aiutato ben due spiriti. Era vero, aveva una cotta per Chester, ma sarebbe stato egoistico lasciarlo in quella condizione per sempre. Tra l'altro pensava che la cosa l'avrebbe rattristata molto, ed invece aveva giusto un po' di malinconia.
Guardò l'orario: era già ora di cena, così riscaldò qualcosa e la mangiò, poi andò a coricarsi perché era davvero stanca. Voleva addormentarsi subito, ma appena chiuse gli occhi la sua mente fu invasa da un turbinio di pensieri, che prepotenti e devastanti le inondavano la testa. Pensò ai fantasmi che aveva aiutato e che, grazie a lei, erano veramente passati a "miglior vita"; pensò a Julio.
Julio.
Quella mattina sembrava così triste, così frustrato. Chissà cosa gli era successo. Quando pensava a lui si rendeva conto che forse era meglio stare senza una famiglia che con una che ti fa stare male, con dei genitori che opprimono, fanno soffrire, e un fratello di cui non ti puoi fidare.
Si girò da un lato, continuando a pensare a quel ragazzo. Julio era un ragazzo d'oro, lui era stato il primo a farla sentire bene, era stato il primo a volerle bene. Anche se in quei giorni aveva il sospetto che il sentimento dell'amico non fosse solo di affetto...
Ripensò alle parole di Chester " Ama chi ti ama"
Senti il cuore battere più forte, le guance arrossire. Si strinse alle coperte, e nel buio le parve di vedere il viso dolce di lui, quei capelli ricci e ribelli, quel sorriso caldo che la riscaldava direttamente al cuore.
<< Ah, ma che sto pensando>> esclamò al buio, scalciando con le gambe. Si distese supina con un sorriso ebete, poi però, all'improvviso, sentì colpi alla porta. No, non poteva reggere altre allucinazioni, sarebbe diventata pazza. Così accese la luce e dopo un attimo di esitazione chiamò << Emily, puoi venire?>>
La bella ragazza con i capelli rossi apparve davanti a lei << Certo >> disse << Di cosa hai bisogno>>
Helen si sentì una bimba stupida << Potresti.. Potresti restare qui?>>
<<Ma certo!>> esclamò lei, sedendosi ai piedi del letto << Aspetterò fino a quando non ti addormenterai OK?>>
Helen sorrise << sei gentilissima>>
Si sedette poggiando la schiena alla tastiera del letto << Emily, è da tanto che volevo chiederlo...>>
<< Dimmi>>
<< Come sei morta?>>
Emily si rattristò di colpo << Beh, vorrei dirti che è una lunga storia,ma non lo è>> fece una pausa << Mi hanno uccisa>>
Helen trattenne il respiro.

La ragazza di polvereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora