Helen guardò la bambina.
Questa aveva i capelli lunghi e mossi, mori come cioccolato e lucenti. I suoi occhi erano grandi e castani, ma vuoti come due pozzi perché morti; il suo incarnato era leggermente livido così come le sue labbra gonfie.
Eppure ad Helen fece subito una gran tenerezza.
<< Come posso aiutarti?>>
La bambina si dondolò sui piedi << Voglio andare là>> disse indicando un punto indefinito.
<< là dove?>> chiese Helen.
<<Nella luce >> rispose la bambina << Sono sicura che andando lì mi farei tanti amici, invece di stare qui da sola>>
Helen si piegò per guardarla negli occhi ed arrivare alla sua altezza << E perché non ci vai adesso?>>
Gli occhioni della bimba si riempirono di lacrime, sporse il labbro inferiore <<Non posso senza il mio carillon>>
<< Il tuo carillon?>>
<< Sì>> ripeté la bambina <<È regalo di mia nonna e non posso lasciarlo qui, non senza sentire un' ultima volta sua dolce melodia>>
Helen annuì <<Capisco >>disse << Ma non ci siamo ancora presentate. Io sono Helen tu sei...?>>
<< Elizabeth >> sorrise << sono morta nel sonno>> scrollò i lucenti capelli.
<< E come?>> si interessò lei: doveva sapere più cose possibili per intervenire.
<< Avevo la febbre ed era tanto raffreddata, mi sono soffocata da sola con il muco o con la saliva>>
<<Ah>> Helen sentì un colpo al cuore. Una bambina morta per così poco. Una vita stroncata in modo ridicolo; perché succedevano quel genere di cose? Non avrebbe mai smesso di chiederselo.
" La vita è così precaria" pensò " Un giorno ci sei, il giorno dopo non ci sei più. Siamo tutti così sicuri di noi, viviamo come se fossimo i padroni del mondo e poi la morte sta dietro l'angolo, pronta a coglierci di sorpresa"
<< Bene Elizabeth, se trovassi questo carillon tu potresti andare oltre? >>
La bimba annuì energicamente <<Assolutamente si>> disse <<Forse non potrò portarlo fisicamente con me, ma ho bisogno di rinfrescare nella mia mente il ricordo di quella melodia>>
<< Come mai è così importante per te?>>
<< In quel carillon c'è una ballerina. Lei gira e gira a tempo di musica, con il suo splendido tutù di raso. Ho sempre voluto fare la ballerina, ma mamma non ha mai voluto>> fece una smorfia << diceva che fossi troppo debole>>
<< Perché pensava questo?>>
La bambina fece spallucce << Non lo so. Però quel carillon mi teneva compagnia, lo tenevo sempre con me e passavo le giornate a guardare la ballerina e ascoltare quella canzone.>>
<< Okay, allora farò del mio meglio per ritrovarlo>>
<< Grazie!>> esclamò la bambina allegra, poi scomparve nel nulla.Helen si arrotolò al piumone, soffiando il naso. Quel giorno niente scuola: la sera prima aveva preso sonno tardi, spaventata com'era dalle allucinazioni in bagno, e per di più dopo essersi addormentata aveva fatto quel terribile incubo, ancora una volta, e si era svegliata nel cuore della notte non riuscendo più a prendere sonno. In poche parole aveva passato la notte sveglia, e quella mattina si era pure svegliata con un terribile raffreddore, così aveva mandato a quel paese la scuola ed era rimasta a letto. Il suo piano del giorno era quello di passare la mattinata tra le coperte a leggere e vedere film in compagnia di una calda cioccolata, poi il pomeriggio sarebbe uscita con Julio, visto che era sabato. Così si stiracchiò e prese il computer, decisa di cercare qualche notizia per poi procedere con la lettura. Le venne un'idea; digitò sulla tastiera " bambina morta nel sonno, Elizabeth " e subito le comparve il link di un articolo di giornale e lo aprì.
Lesse ad alta voce " La settimana si apre con un articolo di cronaca nera: Elizabeth Madison, cinque anni, è morta durante la notte a causa di asfissia. La piccola vittima era affetta da fibrosi cistica e mentre dormiva un eccesso di muco le ha occluso le vie respiratorie portandola alla morte. Inutile la corsa all'ospedale e i tentativi dei medici, la piccola era già defunta. Fra due giorni si svolgeranno i funerali ....>> Helen saltò un paio di righe, poi trovò l'indirizzo della chiesa. << Vuol dire che abitava lì vicino, se questa era la sua parrocchia>>
Fece altre ricerche << Mh, ben due ore di autobus>> disse << Beh, ne vale la pena>>
Si stiracchiò facendo risuonare la sua schiena con vari crick e poi con un sorriso soddisfatto pensò " Bene Helen, un'altra anima da aiutare. Ed Emily che non credeva che fosse possibile" si coricò e prese il libro vicino al comodino " Aiuterò pure lei, quando vorrà "
Sentì il telefono squillare : un messaggio da parte di Julio che si informava sul perché non fosse andata a scuola.
Helen sorrise allo schermo <<Che persona fantastica. E che amico>> disse, poi sprofondò tra le pagine del libro.
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La ragazza di polvere
ParanormalHelen, sedici anni, un passato tormentato, ed un'inquietante potere che la porterà verso un tragico finale. tratto: Madame Smith la guardò perplessa > chiese. > Nessuno rispose.