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Erano passati diversi giorni dalla festa di Zack, e la partenza di Julio era sempre più imminente.
In quei giorni erano stati sempre insieme, avevano passato ogni secondo in compagnia, tant'è che nonostante tutto Helen era felice.
Julio aveva spiegato che i suoi genitori gli davano il permesso di uscire perché si rendevano conto di quanto fosse difficile per il ragazzo lasciare i suoi amici ( <<almeno questo>> aveva commentato Julio).
Ogni giorno dopo la scuola si vedevano, a volte andavano in giro, altre volte stavano a casa di Helen, e così secondo dopo secondo l'amore che li univa cresceva, ma il giorno della partenza si avvicinava.
Alla vigilia di giorno venti Julio aveva salutato Helen con un forte abbraccio
<< Beh>> balbettó<< Se non te la sentì di venire domani in aeroporto...>>
<< No >> lo interruppe Helen, poggiandogli una mano sul petto << Ci sarò.>>
Lui sorrise <<  Grazie.>> restò ancora sulla soglia della porta, passando il peso da un piede all'altro, come se volesse fare qualcosa ma fosse indeciso.
<<Non voglio andarmene>> fece << Non posso lasciarti qui Helen..>>
Una fitta di dolore colpì la ragazza al petto << Non abbiamo scelta Julio, è qualcosa che non abbiamo deciso noi>> mormorò, e lui non sapeva che quelle erano le stesse parole che si era ripetuta ogni notte per non piangere, prima di andare a dormire.
<< Si, hai ragione... A domani allora Helen>> la baciò, e poi a malincuore si incamminò verso casa.
Guardò attentamente ogni angolo di strada, ogni dettaglio che fino a quel momento non aveva visto, ascoltò  ogni rumore, perché quella sarebbe stata la sua ultima passeggiata nelle vie di quella città.

La mattina della partenza Helen si svegliò presto, agitata, nervosa.
Si preparò con cura solo per tenere occupata la mente, per non pensare a quello che sarebbe accaduto da lì a qualche ora. Dunque alla fine era davvero arrivato il momento in cui avrebbe dovuto dire addio a Julio.
Avrebbe dovuto rinunciare a lui come aveva rinunciato ad Emily, come . Era la vittima prediletta dell'ingiustizia. Prese il bus senza staccare gli occhi da terra, con la musica sparata nelle orecchie per non soccombere alla disperazione. Non totalmente per lo meno. Arrivò alla stazione con qualche minuto di anticipo, scese dall'autobus che li lasciò nel parcheggio e si avviò verso l'entrata; sollevò lentamente gli occhi chiari e lo vide. Julio stava davanti la porta, con il trolley accanto e le braccia conserte; aspettava lei, aspettava lei per dirle addio. Allora lei perse i freni e gli corse incontro, gettandogli le braccia al collo. No, non poteva mentire al suo cuore. Lei lo amava, lo amava e forse lo aveva sempre fatto. Il battito del suo cuore accelerava al solo pensiero di lui, quando chiudeva gli occhi vedeva il suo viso e quando pensava alla felicità lui era il suo primo pensiero. Lui, che era stato il primo ad amarla, lui che l'aveva difesa, che l'aveva protetta dalla cattiveria degli altri, lui che la faceva sentire speciale con quegli sguardi pieni di amore. Lui che per primo le aveva stretto la mano, che l'aveva baciata. Lui che l'aveva amata in silenzio, soffrendo, guardandola da lontano. Lui, Julio, il ragazzo più dolce che avesse mai conosciuto. Ed Helen lo amava.
La strinse ancora più forte ed ogni anfratto del suo corpo tremò.
<<Helen..>> sussurrò lui.
Quella calda voce carica di sentimento la colpiva come una lama, la sua anima fu avvolta in quel turbinio di emozioni, e la sua forza scomparve nell'impeto di quel sentimento che come una creatura cresceva dentro di lei. Come poteva provare una sensazione così intensa?
Non lo sapeva, non riusciva a trovare risposta. Perciò, decise, si sarebbe limitata ad amarlo e basta.
Lo avrebbe amato, per sempre.
Julio la guardò negli occhi, e lei poté vedere quelli di lui diventare lucidi.
<< Non ti dimenticherò mai>> disse il ragazzo, mentre una lacrima scendeva sul suo volto.
<< Neanch'io >> rispose Helen <<Lo giuro Julio. Anche a volerlo non potrei>>
Il ragazzo le lasciò un lungo e disperato bacio, poi si staccò da lei.
<< Ti amo >> disse.
Helen lo guardò a lungo, i capelli mossi dal vento.
<< Ti amo anch'io>> fece, infine. Quelle erano le ultime parole che gli avrebbe detto. E lui, con un ultimo sorriso dolce amaro se ne andò, con le guance umide. Camminò svelto, senza guardarsi indietro, perché solo la vista di lei in lacrime lo avrebbe distrutto.
Helen restò ferma, a guardarlo fino all'ultimo, con le lacrime disperate che le scivolavano sul volto. Non un singhiozzo, sin da piccola aveva pianto in silenzio, ma la vista delle spalle di Julio, il ragazzo che amava, che si allontanavano era qualcosa di insopportabile; così si accasciò al suolo singhiozzando disperata.
<< Julio...>> il suo cuore era in frantumi. Lo stava perdendo, e non poteva far nulla per impedirlo.  Gli stava scivolando via dalle mani, l'unico che gli era rimasto, l'unico che amava. Il dolore che provava era qualcosa di indescrivibile, così restò inginocchiata a piangere, ignorando gli sguardi delle altre persone. Non gli importava di nessuno al di fuori di Julio, anche perché non aveva nessuno.
<< Julio... Ti amo>> disse tra i singhiozzi, le mani premute sugli occhi. No, non poteva perderlo, ma ormai non aveva più nemmeno la forza di alzarsi e rincorrerlo.
Se solo avesse potuto aprigli il suo cuore, se solo avesse potuto fargli capire quanto lo amava. Quel sentimento l'avvolgeva, la soffocava, e lei non poteva far nient'altro se non abbandonarsi totalmente a lui. Avrebbe voluto abbracciare Julio, sprofondare tra le sue braccia e ripetergli che lo amava, ma non lo aveva mai fatto ed ormai era troppo tardi. Era rimasta sola, ancora una volta.
Alla fine si alzò barcollando, prese il primo autobus ma non tornò a casa, andò in quella che era stata la casa di Julio, dove adesso sul portone vigeva un cartello portante la scritta " VENDESI" che fece sentire Helen ancora peggio. Si sedette sulla panchina dove si erano seduti quando lei gli aveva dato il biglietto scritto da Math; avevano vissuto così tante cose insieme, e se lei si fosse accorta prima di quei sentimenti avrebbero potuto viverne ancora di più.
<< Perché>> mormorò a denti stretti <<Perché ogni volta che penso di essere felice finisco con il soffrire? Cos'ho fatto per meritarlo?!>>
I singhiozzi erano ormai incontrollati.
Non meritava nulla di quello che stava succedendo eppure le disgrazie continuavano a piombarle addosso.
Era sola, senza nessun appiglio; se l'era cavata una volta da bambina, non sarebbe riuscita a farcela di nuovo.
Lei, aveva bisogno di qualcosa o, meglio ancora, di qualcuno.

*dedicato alla persona che amo*

La ragazza di polvereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora