Erano le tre del pomeriggio quando Helen si trovò davanti casa di Julio. Non poteva aspettare. Doveva immediatamente dargli il biglietto e risolvere quella situazione. Sia Math che Julio si sarebbero liberati dai loro demoni, sarebbero stati finalmente liberi. Bussò alla porta, e dopo qualche secondo Julio aprì il portone. Il ragazzo la guardò, stupito << Helen?>> chiese perplesso <<Che ci fai qui?>>
Lei deglutí << Ho bisogno di parlarti>> disse grave, Julio annuì << Si, metto le scarpe e andiamo a fare due passi>>
Così si ritrovarono a camminare avanti e indietro per la via dietro la casa di lui, una strada piena di verde ( anche se essendo autunno inoltrato la flora stava sui toni del marrone e del rosso) e dove la mattina c'era un via vai di corridori. In quel momento però non c'era nessuno, e quella solitudine insieme alle foglie degli alberi che cadevano a terra come farfalle morte, davano una profonda sensazione di malinconia.
Julio le porse il braccio, e dopo aver fatto avanti e indietro più volte senza fiatare, si sedettero su una panchina.
Julio la guardò ansioso <<Allora?>> chiese.
<< Non è facile da spiegare>> fece lei. Si fermò un attimo a guardare le foglie e il sole che si nascondeva dietro una nuvola metallica.
<< Oggi sono stata a casa di Math>> disse. Julio fece un'espressione stranita << Cosa? E perché?>>
<< Vedi, la storia di Math mi ha colpito molto, e soprattutto mi ha colpito il fatto che tu ti ritenersi responsabile della sua morte. Così ho fatto delle ricerche... Ho scoperto dove abitava, oggi ho preso l'autobus e sono andata a fare visita alla sua famiglia. Ho parlato con sua madre...>>
Gli occhi avevano preso a bruciarle, al ricordo della madre addolorata si dovette trattenere per non piangere << Julio, mi ha assicurata che Math ti ha sempre voluto bene, e che tu sei stato importante per lui>>
<< È questo il problema Helen! Io ero importante per lui e l'ho abbandonato! >>
<< No Julio, non è vero! Lui non lo ha mai pensato>>
<< Come fai a dirlo con tanta certezza?>> la gote del ragazzo si stava arrossando.
Lei si bloccò << Perché ti conosco>> disse calda << Ti conosco abbastanza da capire quanto tu possa essere d'aiuto per una persona sola. Lo so perché l'ho vissuto>> ormai la commozione aveva preso il sopravvento, e le lacrime scendevano lente lungo le guance << So cosa significa vivere soli, senza nessun appiglio. Anche io come Math ho avuto un destino crudele, ma entrambi ne siamo usciti grazie a te. Se non fosse stato per te io sarei ancora sola, senza nessuno. Perché sei un ragazzo d'oro Julio, ed è per questo che sei il mio migliore amico>>
L'espressione di Julio si era addolcita
<<Helen, sei così buona con me. >> le strinse la mano << Ma tu non c'eri, tu non lo hai vissuto>>
<<Perché non capisci>> esclamò lei stringendogli la mano << Leggi questo allora>> prese il biglietto dalla tasca e lo porse al ragazzo stupito, che lo aprì e lo guardò << Ma questa è la calligrafia di Math!>>
<< Esatto>> fece Helen << Sono le parole che scrisse prima di uccidersi>>
Julio cominciò a leggere, con mani tremanti, mentre le lacrime cominciavano a scendere copiose sul viso. Finì di leggere e piegò con cura il foglio, poi scoppiò a piangere.
Helen lo strinse a se, soffocando i singhiozzi di lui sulla sua spalla
<<Math, Amico mio>> singhiozzava il ragazzo << amico mio...>> la sua voce era ovattatta e rotta dal pianto.
Restò a piangere a lungo, disperandosi al ricordo dell'amico morto, dell'amico a cui tanto aveva voluto bene ma che aveva perso per sempre. Ma almeno adesso aveva capito di essere stato d'aiuto almeno un po'. Così quando si calmò si staccò da Helen e riaprì il foglio, per rileggerlo.
Chiuse gli occhi gonfi, poi li riaprì guardando il cielo << Un giorno andai a casa di Math>> cominciò a raccontare << E gli parlai dei miei problemi: quel giorno avevo litigato di brutto con i miei genitori. Lui mi ascoltò e mi consolò, nonostante avesse problemi ben più gravi dei miei. Lui mi disse che quando stava male aveva la sensazione di cadere nel vuoto, ed io gli dissi che era la stessa cosa che provavo io, ma grazie a lui cadevo come una piuma, e di conseguenza senza sentire il dolore.>> fece un respiro <<Lo ha scritto qui, proprio su questo foglio>>
Helen annuì : lo aveva già letto ed adesso stava iniziando a capirlo appieno.
<< Sono così felice di avergli causato la stessa sensazione, di essere stato il balsamo per le sue ferite>>
<< Visto? È quello che cercavo di dirti anche io>>
Julio sorrise << Ma leggerlo attraverso le parole scritte da Math stesso è diverso>>
Helen annuì <<Capisco>> entrambi guardarono verso l'orizzonte, con la brezza autunnale che scompigliava i capelli << È proprio così Julio. Vivere è come camminare lungo un filo, in equilibrio precario. Prima o poi cadremo giù, ma grazie alle cose che ci fanno stare bene lo facciamo come le foglie di questi alberi>> ne prese una da terra e la sistemò tra le mani di Julio << Tocchiamo il fondo, sanguinando, ma non sentiamo il dolore>>
Julio le sorrise << Giusto. Grazie Helen>>
<<Grazie ..>> Helen vide la sagoma di Math stagliata contro il sole << Julio hai finalmente capito. Non ti ho mai odiato, anzi, ti ho sempre voluto bene e sempre te ne vorrò. Adesso che lo hai capito posso andarmene in pace.>> si diede un'occhiata intorno << Grazie ancora Helen. Addio>>disse il pallido ragazzo e scomparve nella luce del sole, lasciando l'ombra di un dolce sorriso.
<< Addio Math>> sussurrò lei, fissando il punto dove era scomparso il ragazzo. Tutto andava avanti senza fermarsi e Julio guardava il cielo senza sapere cosa fosse successo; ma un'anima era riuscita a trovare la felicità, un persona che era morta da tempo, adesso era davvero nel regno dei defunti. Matthew, un ragazzo buono e intelligente, vittima di violenza, un ragazzo suicida aveva sorriso prima di scomparire. Tornarono a casa di Julio, tenendosi per mano. Helen lo abbracciò sulla soglia, stringendolo << Ti voglio bene >> disse.
<< Ti voglio bene>> rispose lui, chiuse la porta e si poggiò al muro. Il suo cuore era in tumulto per il vortice di emozioni che stava provando. Helen era andata fino a casa di Math per cercare la prova che lo convincesse di essere stato un buon amico; lo aveva fatto per farlo stare bene, lo aveva consolato con parole dolci... Era una persona altruista, ferita ma che si preoccupa di curare i problemi altrui. Eppure le aveva mentito, lo aveva capito in quell'istante, pensando a come lo aveva fatto stare bene, liberandolo dal suo più grande peso. Aveva mentito ad Helen, perché non le voleva bene.
Lui l'amava.
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La ragazza di polvere
ParanormalHelen, sedici anni, un passato tormentato, ed un'inquietante potere che la porterà verso un tragico finale. tratto: Madame Smith la guardò perplessa > chiese. > Nessuno rispose.