Freedom

Capitolo 1 - Dream

"Mamma eccoci, siamo arrivate!" Esclamo entusiasta, euforica, emozionata.

"Sì tesoro." Gira la testa dal sedile del guidatore per guardarmi e sorridermi dolcemente.

Amo tornare nella nostra casa in campagna insieme a mia madre e mia sorella. È come se fosse il nostro rifugio. Il nostro posto segreto per scappare dalla realtà, per isolarci un po' dal mondo e starcene solo noi tre: io, mamma e Rachel.

La piccola Rachel ha ancora la testa appoggiata sulle mie gambe mentre dorme beatamente e io le accarezzo i capelli. Chissà cosa starà sognando. Non vedo l'ora di arrivare e rilassarci, sarà un weekend fantastico, come tutti gli altri che abbiamo vissuto in passato.

Mi si illuminano gli occhi non appena scorgo la piccola villetta ad attenderci, il giardino è da sistemare, ma rimane sempre bellissimo, alcuni vicini sono fuori e arriva fino a noi l'odore del barbecue, che è stato sufficiente per far svegliare Rachel e farle venire fame.
Le ho dovuto promettere che l'avremmo fatto anche noi, questa sera.
Salta fuori dall'auto e immediatamente corre verso l'entrata, aspettando che nostra madre apra la porta.

Appena scendo dalla macchina mi stiracchio le gambe per via del lungo viaggio e chiudo gli occhi inspirando l'aria fresca e dolce della natura, cercando di memorizzare ogni singolo dettaglio, come se fosse un momento sacro per me. Di certo l'aria di città non è così e mi è mancato terribilmente rilassarmi e godermi la pace insieme alle due donne più importanti della mia vita.

***

"Jessica, è ora svegliati! Sono le sette!" Sento una voce chiamarmi e piano piano abbandono il mondo dei sogni, purtroppo, per ritornare alla dura realtà. Apro lentamente gli occhi per poi ritrovarmi Rachel davanti a me.
La mente a volte mi gioca brutti scherzi, da quando sono qui.
Fino a un minuto fa ero convinta di essere insieme a mia madre e Rachel in campagna, quando invece era solo un sogno di cattivo gusto; la realtà deve sempre incombere sulla fantasia, eliminando ogni straccio di felicità, anche la più piccola fessura di serenità, deve essere spazzata via, per sempre.

D'altronde è questo ciò che mi ha fatto questo posto, mi ha annientato, mi ha annichilito i sensi, la mia forza e la mia energia, non mi rimane più nulla.
Non ho più nulla, non ho più me stessa.
Ho soltanto un corpo che continua a vivere solo per inerzia, solo perché ancora riesce a bere e a mangiare e ogni tanto a dormire.

"Buongiorno sorellona." Mi saluta allegramente, ma io di allegro non ci trovo proprio nulla, già solo il fatto di sapere che dovrò vivere la stessa giornata di ieri, sempre le stesse azioni da fare, nessun cambiamento, nessun rischio, nessuna avventura, mi fa venire la nausea.

Ma le sorrido, perché finché lei sta bene allora è tutto a posto, non merita di sapere quanto sia crudele questo posto, o meglio merita di non esserne consapevole.
Finché lei sorride, tiro un sospiro di sollievo e so che ancora non è tutto perduto, so che ancora questo posto non ha risucchiato la sua anima, so che ancora la vera e autentica Rachel è con me, non è sparita, non è stata eliminata.

Quanto vorrei che quel sogno fosse reale, mi manca così tanto la natura, la luce del sole, le nuvole, il cielo, mi manca il mondo esterno, chissà com'è ora. Mi manca il vento che dolcemente mi alzava le ciocche dei capelli lasciandole svolazzare in aria, mentre io correvo senza meta nel campo. Mi sentivo così libera.

Quanto mi manca sentirmi così, ma più di tutto mi manca mia madre. Non ho la più pallida idea di che fine abbia fatto e probabilmente non lo saprò mai.

"Odio questo posto." Mormoro fra me e me ma a quanto pare qualcuno mi ha sentito.

"Risparmiati le lamentele, non servono a niente, non ti faranno uscire." Mi riprende Aleeah, come se non ne fossi già a conoscenza. Non le rispondo, le lascio soltanto un'occhiata stanca.

Tutti i giorni sempre le stesse fottutissime cose. Credo che prima o poi impazzirò, o forse già lo sono adesso. Non ne posso più di vivere dentro queste quattro mura, non so nemmeno che giorno è, se è estate o inverno, se è lunedì o martedì; non so più niente. Che senso ha vivere così? Nessuno.

Ma che vivo a fare? Questo non è vivere, vivere è un'altra cosa, completamente differente e lo so bene, io sto semplicemente esistendo.

Sono un'anima intrappolata in un corpo che non ha l'opportunità di fare ciò che è giusto, ciò che vuole, rinchiusa dentro questa voragine, che secondo dopo secondo, attimo dopo attimo mi sta risucchiando, senza alcuna pietà.

E dopo non rimarrà nemmeno un frammento di me, assolutamente nulla, perchè tu potrai anche scappare da questo posto, ma è lui che non scapperà mai da te. E così ci rinunci, lasci perdere perchè sai che non c'è via di scampo se non accettare la realtà per quella che è e arrendersi.

Ci ho provato, ci ho provato veramente tanto, ma è inutile, la sorte ha voluto questo per me e sono costretta a rassegnarmi.

Io ormai vivo solo per lei, per Rachel, la mia unica ragione di vita. Il solo motivo per cui io ancora esisto. Tiro avanti solo per lei, sennò da sola non ce l'avrei mai fatta a sopportare quest'inferno.

"A cosa pensi Jessy?" La mia sorellina mi chiede, stendendosi sul freddo pavimento vicino a me ed io allargo il braccio avvolgendola intorno a me. Le accarezzo i capelli e lei socchiude le palpebre, rilassandosi e incurvando le labbra all'insù, accoccolandosi ancora di più al mio corpo.

"Stavo immaginando che il muro di questo soffitto fosse il cielo e che quelle muffe laggiù sugli angoli fossero delle nuvole in movimento." Le sussurro all'orecchio mentre con il dito le indico i punti del soffitto; e lei accenna un piccolo sorriso.

"E di là c'è il sole, appena sorto, pronto ad illuminarci con i suoi raggi caldi per un'altra giornata. Uh e guarda stanno volando delle rondini, sono tantissime, non finiscono più!" Mi indica un punto imprecisato del soffitto e io le bacio la fronte, annuendo.

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Ed ecco il primo capitolo, spero che vi sia piaciuto seppur ancora la storia sia un po' confusionaria, ma don't worry! Ben presto sarà tutto più chiaro! Un bacio e alla prossima :)