Capitolo 10 - Unwanted guests

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"Merda." Sussurra Andrew mentre inizia a girovagare per casa come un pazzo in preda al panico.
È divertente vederlo così e dato che sono malefica ho deciso di stuzzicarlo un po'.

"Che succede? Non vuoi aprire? Hai paura che sia qualcuno che potrebbe rovinare i tuoi piani? O meglio, che potrebbe venirne a conoscenza?" Chiedo con tono molto indagatorio, mi sento come una di quelle investigatrici nei film.
Smette di camminare e punta gli occhi su di me, sembrano dei raggi laser, sono sicura che se potessero a quest'ora mi avrebbero già sparato.

I suoi occhi si sono incupiti e un velo grigio scuro li avvolge.

"Tu, di là, ora." Mi ordina.

"Per quale motivo? Non sarebbe educato da parte mia non accogliere ospiti. Che siano indesiderati o meno." Rispondo tranquillamente. So che sto rischiando, ma tanto non ho nulla da perdere.

"Jessica, vai di là, ora." Sta fremendo dalla rabbia e riesco quasi a vedere il fumo che gli esce dalle orecchie.

"Hai paura che sia Tom e che scopra tutto, non è vero?" Esordisco. Sospira frustrato e si passa una mano sui capelli.

"Vero." Affermo soddisfatta.

In un lampo l'unica cosa che so è che il mio corpo non si trova più sul divano ma è sottosopra.

"Non vuoi fare quello che ti dico? Bene, allora sono costretto ad usare le maniere forti." Ghigna mentre mi porta sulla sua spalla e cammina lungo il corridoio molto velocemente.

"Hai dei metodi molto bruschi, sai? Dovresti provare a reprimere questi tuoi modi così rudi e maneschi." Provo, sapendo che il mio discorso è inutile dato che gli entrerà da un orecchio e gli uscirà dall'altro.

"Oh questo non è niente in confronto, credimi." Risponde convinto.

Mi butta a peso morto sul letto e inizia a cercare la chiave della camera come un forsennato ma senza risultati.

"Ma dove l'ho messa!" Urla.

"Ah se non lo sai tu." Rispondo pacatamente mentre me ne sto comoda sul letto.
Il campanello continua a suonare e Andrew si agita ancora di più.

"Okay senti, devi promettermi che non farai scherzi e che non ti farai vedere da chiunque stia suonando per nessun motivo. Potrebbe essere molto pericoloso per te. Per favore, ti chiedo solo di fidarti di me per una volta." Mi prende il viso tra le sue mani, la distanza tra noi è quasi nulla, riesco a sentire i nostri respiri che si fondono e i suoi occhi che mi implorano di fare come mi ha detto.

"Jessica-" Continua ma lo blocco sovrastandolo con la mia voce.

"Va bene." Rispondo sconfitta.

"Grazie, hai fatto la scelta giusta. Mi raccomando non fare alcun rumore." Mi ricorda e detto questo schizza fuori dalla camera per andare ad aprire alla persona che sta aspettando di entrare da davvero un bel po' di tempo.

***

Ripensandoci ad Andrew ho promesso che non mi sarei fatta vedere da questa persona, ma ciò non significa che non posso sbirciare e dare un'occhiata, senza farmi notare. D'altronde ormai sono esperta in questo tipo di cose.
Cammino letteralmente in punta di piedi e raggiungo il corridoio che porta direttamente in sala.
Mi spiaccico dietro la porta che è semi aperta e lentamente provo ad affacciarmi con la testa scorgendo due figure che fortunatamente mi danno le spalle.
Vedo Andrew in piedi e una donna seduta sulla spalliera del divano. Cosa ci fa una donna qui? Da quanto ne so non penso che Andrew sia fidanzato, non mi sembra il tipo ma forse mi sbaglio.
A pelle già mi sta antipatica, non so perché ma le uniche cose che provo sono irritazione e fastidio, ecco cosa mi trasmette quella.
Se ne sta a gambe incrociate e chiunque capirebbe che lo fa per accorciare il suo vestitino nero di pizzo che le arriva poco sopra il petto e lascia davvero poco spazio all'immaginazione.
Indossa dei tacchi che saranno alti minimo dieci centimetri. Dei folti capelli rosso bordeaux le ricadono sulle spalle mentre gioca con una ciocca girandola intorno al dito, intanto si atteggia e mastica in modo evidente ed esagerato una gomma, facendo comparire ogni tre secondi una bolla nelle sue labbra colorate di rosso fuoco.

"Cosa ci fai qui? E soprattutto come fai a sapere dove abito?" Ruggisce con un tono basso di voce, è arrabbiato. Almeno per una volta non lo è con me.

"Avevi detto che mi avresti richiamato, ma dato che non ti sei fatto vivo l'ho fatto io, non sei contento?" Esclama euforica con una voce così acuta e stridente che ti fa saltare i nervi.

"Grazie per il pensiero ma questi giorni ho molto da fare, appena ho un minuto libero ti chiamo." Afferma in modo concitato per poter chiudere la conversazione e cercando di far capire alla rossa di andarsene ma lei non mostra la minima intenzione di volersi muovere da lì.
Piuttosto si guarda intorno abbastanza curiosa, che ficcanaso, ma come fa a trovarsi tipe del genere?

"Beh ma adesso non mi sembra che hai da fare, potremo starcene un po' da soli e divertirci come due settimane fa quando ci siamo incontrati in quel bar, ricordi?" Si alza e si avvicina a lui, toccando il colletto della camicia bianca che indossa e slacciando il primo bottone, sfiora il suo collo con le labbra e l'accenno di barba che ha con le dita. Lui resta impassibile a fissarla mentre lei cerca di sedurlo.
Lo guarda con occhi ardenti, pieni di lussuria e di desiderio, non aspettano altro che una sua mossa, un suo minimo cenno positivo che lei sarà pronta a fare tutto ciò che lui vuole.
In un movimento veloce Andrew la prende in braccio e lei aggancia le gambe alla sua vita con una grinta che mai avevo visto, non aspettava altro.
Le sbatte la schiena sulla porta di casa e inizia a baciarle il collo sussurrandole qualcosa che francamente non sono interessata a sentire.
Quando credo sia meglio tornare in camera e lasciarli alla loro privacy, la sua voce mi coglie di sorpresa.

"Beh Lizzie," Incomincia lui.

"Lexi." Lo corregge stizzita, sembra leggermente ferita, ma cerca di nasconderlo.

"Sì come preferisci, ti sbagliavi, ho molto da fare oggi quindi credo sia meglio se tu te ne vada." Tenendola ancora in braccio apre la porta e la fa scendere mormorando un "mi dispiace" poco convinto mentre alza le spalle e lei esce indispettita, senza fiatare.

Stavolta non voglio farmi beccare quindi corro subito in camera stendendomi sul letto e facendo finta di dormire.
Qualche secondo dopo sento la porta aprirsi e rimango nella mia posizione aprendo soltanto un occhio per vedere Andrew che mi osserva e immediatamente lo richiudo.
Successivamente sento delle mani aggiustarmi la coperta e spostarmi i capelli dal viso in maniera così dolce, il suo semplice tocco mi fa rabbrividire ma preferisco rimanere così senza rovinare la situazione facendogli credere che stia dormendo.
Poi sento uno scricchiolio proveniente dal materasso e mi rendo conto che Andrew si è steso vicino a me, la sua mano sfiora quasi la mia come per controllare che resti lì.
E mi basta sentire il suo respiro che pian piano si fa più pesante per cadere anche io in un sonno profondo.

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Ehi! Innanzitutto scusate il ritardo ma purtroppo a causa della scuola non ce l'ho fatta ad aggiornare prima e ho dovuto aspettare le vacanze per farlo.
Questo capitolo non mi soddisfa per niente ma ho deciso di concluderlo così sennò sarebbe stato troppo lungo e preferisco mettere tutto il resto nel prossimo.
Preparatevi che dal prossimo si scopriranno alcune cose finalmente e cercherò di aggiornare il prima possibile!
Grazie per aver letto e vi auguro buone feste

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