Capitolo 31 - In my veins

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ANDREW'S POV

Ed è vero che a volte la vita ti riserva delle sorprese, qualcosa di inaspettato, qualcosa che mai ti saresti lontanamente immaginato. Ed è proprio perché mai lo avresti immaginato, che te lo spiattella davanti, fiera di averti sorpreso, di aver catapultato tutte le tue certezze.

Si arriva ad un punto dove ci si domanda se la vita si stia davvero prendendo gioco di te, ti domandi cosa hai fatto di male, ti sembra di essere in una commedia.
Ma no, la pura e cruda realtà starà sempre davanti ai tuoi occhi, ghignando orgogliosa, rinfacciandoti la verità, ricordandoti come stanno le cose e, soprattutto, che non puoi cambiarle.

Non sono vicino al computer, ma mi è bastato osservare la fotografia, sentire la voce spezzata di Jessica, per far sì che tutto il mondo crollasse insieme a me.
Tutto ci si può aspettare da quell'uomo, ma questo mai lo avrei immaginato. Non conosco il suo passato, non ne so assolutamente nulla e mai me ne ha voluto parlare e per me è stato meglio così, in quanto non mi interessava.
Ma più mi avvicino e più guardo con attenzione quella povera bambina che si trova in cielo, più mi rendo conto che è la copia di Rachel. Potrebbero essere quasi gemelle. Occhi azzurri leggermente a mandorla, naso a patata, capelli lisci e castano scuro, zigomi ben definiti ma con delle guance abbastanza paffute.
Labbra fine incurvate all'insù.

Nessuno osa parlare, ma noto le espressioni scettiche e confuse dei ragazzi, solo io, Jess e Aleeah siamo i più scioccati di tutti poiché conosciamo e abbiamo visto Rachel e quindi ci rendiamo conto della grande somiglianza.

"È ovvio Jess! - Strilla all'improvviso Aleeah, la voce acuta che mi provoca una fitta alle tempie - è per questo che vi ha rapite. Rachel è uguale a sua figlia morta, per questo avere tua sorella con sé, lo faceva sentire di nuovo padre."

"Tutto questo non ha senso, - la interrompo bruscamente - che senso aveva rapire altre bambine? Loro non mi sembra assomiglino neanche vagamente a Rachel o a sua figlia. Che senso aveva rapire anche Jess? O rapire te?" Le chiedo scoccandole un'occhiata. Espira fortemente mentre si passa una mano fra i capelli.
Jessica è troppo spaesata e scossa per rispondere, la vedo come con le dita cerca di aggrapparsi al tavolo mentre deglutisce più volte e sbatte le palpebre ripetutamente.

"Io adesso credo di aver capito perché mi ha rapita. Per due fottuti anni me lo sono chiesta, senza mai riuscire a trovare una spiegazione plausibile, ma alla fine ho capito che una spiegazione non c'era." Risponde pacatamente. Un velo di tristezza si cela nel suo tono di voce.
La osservo con un cipiglio, mentre Kyle si fa sempre più interessato e diventa particolarmente teso, più di tutti gli altri.
Jessica la osserva, ma sembra essere in un altro mondo, la sua mente sembra altrove.

"I-io me la ricordo bene quella sera. Ero appena andata via da una festa e stavo aspettando che i miei genitori mi venissero a prendere. Ero in un parcheggio, dove non c'era quasi nessuno, non c'era anima viva... poi dei rumori, delle ombre in lontananza hanno attirato la mia attenzione. Non capivo bene cosa stesse accadendo. Mi nascosi dietro un muro, sporgendomi soltanto con il capo e quando l'ho fatto, la visione è stata terribile... due o forse tre uomini, tra cui sicuramente uno di questi era Tom stavano cercando di tenere ferma una bambina che urlava anche se aveva la bocca tappata. Mi si gelò il sangue nelle vene a quella visione. Non riuscii né a scappare né ad andarle incontro per provare ad aiutarla, talmente ero paralizzata. Non riuscivo a staccare gli occhi di dosso da quella scena.
Poi uno di loro mi vide. Mi osservò per parecchi secondi e avvertii i miei muscoli paralizzarsi."

Emette un leggero colpo di tosse e poi continua, portando gli occhi in alto, per non far uscire una lacrima, forse.

"E poi mi ci ritrovai io al posto di quella bambina. O meglio, insieme a quella bambina."

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