Si dice che si vuole sempre tornare da dove si è venuti, il posto in cui si è cresciuti e maturati è il posto che avrà sempre uno spazio nel tuo cuore e ovunque andrai saprai che la tua sola e unica casa sarà soltanto quel luogo in cui affondano le tue radici.
Ma per me non è così, assolutamente, erano cinque anni che non ci ritornavo, e di certo il motivo del mio ritorno non è stato dettato dalla nostalgia, ma perché non ho vie di scelta.
Mi sono visto costretto a dover ripercorrere quelle strade che conosco a memoria, tutti i ricordi riaffiorano, mentre cammino per il corso mi sembra di poter essere uno spettatore e di poter osservare me stesso all'età di sedici anni camminare in queste strade con i miei vecchi amici. Gli stessi vecchi amici che spero siano ancora qui e spero non mi salutino con un pugno in faccia, anche se non li biasimarei.Prendo qualche respiro e mi avvicino alla palazzina, cerco con gli occhi il cognome di cui ho bisogno, rilascio mentalmente un sospiro di sollievo quando trovo ancora il suo nome lì, per fortuna non si è trasferito.
Esitante suono il citofono e mi mordo un labbro per la tensione. Ho paura di come reagirebbe nel vedermi, dopo tutti questi anni.
Mi sento uno schifo, ma ho davvero bisogno del suo aiuto, non so a chi altro rivolgermi."Chi è?" Nel sentire una voce femminile, mi rilasso parzialmente. È sua madre e si ricorda di me, così apre il portone e salgo le scale fino al secondo piano.
La porta è sfessurata, così la scosto con la mano, mi guardo intorno per qualche secondo, pronunciando un "permesso" quasi a sottovoce, ma che per fortuna viene sentito.
"Vieni Andrew! Entra pure!" Mi risponde sua madre dalla cucina. Tutto è rimasto uguale: il corridoio d'ingresso con il solito tappeto colorato, il grande specchio a destra, mi dirigo a sinistra per raggiungere la signora e mi fermo sull'uscio della stanza.
"Salve Madison." Si volta di scatto e un grosso sorriso accogliente incornicia le sue labbra, facendo spazio anche a qualche ruga sulle sue guance.
È intenta a pelare delle patate, ma immediatamente si lava mani nel lavandino, asciugandosele sul grembiule e infine si avvicina a me, ma si ferma, rimanendo a due passi di distanza.
Si prende qualche secondo per osservarmi, studiando con lo sguardo ogni mio cambiamento, questo suo modo di fare mi mette in imbarazzo e quasi in soggezione, ma d'altronde è sempre stata così, è stata quasi una seconda mamma per me.
Il secondo dopo le sue braccia sono avvolte dietro il mio collo e non esito a stringerla.
Mi ricorda così tanto mia madre."Sono così contenta di rivederti Andrew, dalla voce quasi non ti riconoscevo, e poi sei cambiato tantissimo." Si allontana da me, avviandosi verso il soggiorno e mi invita a sedersi sul divano vicino a lei, così acconsento.
"L'ultima volta che ti ho visto eri un ragazzino, ora sei un uomo.""Sono cambiato così tanto?" Chiedo con un velo di ironia, per smorzare la tensione. Sorride leggermente e annuisce.
"Sei qui per Kyle, vero?" Domanda, ma sa già la risposta.
"Sì, - confermo - non è in casa?" In quell'istante mi balena l'idea che possa essersene andato in un'altra città e tutto questo viaggio sarebbe stato inutile.
"Sì, dovrebbe tornare dall'università tra poco." A quell'affermazione non posso che esserne contento, sia perché si trova ancora qui, sia perché sta studiando e sta costruendo il suo futuro. Sono contento abbia messo la testa a posto.
"Che università ha scelto?" Domando curioso.
"Economia e commercio." Risponde fiera.
"Wow, deve essere interessante. Sono sicuro che se la starà cavando alla grande."
"Sì, ultimamente è sempre stato sui libri, la settimana scorsa ha dato l'ultimo esame della sessione, poi verso Aprile avrà i prossimi." Non me lo sarei mai aspettato. A scuola non studiava mai, era il solito ragazzo che provocava confusione in classe, ma è sempre stato intelligente, per questo la sua media era abbastanza alta.
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Freedom
Misteri / Thriller[ COMPLETA ] A volte gli eventi tragici che ti accadano possono portarti a gesti estremi, a farti perdere completamente il senso della ragione, accecato e sopraffatto dal dolore. Inizi ad autodistruggerti lentamente, trascinando nella tua spirale d...