Apro gli occhi di scatto, come se qualcuno avesse premuto l'interruttore per accendermi, strano a dirsi ma mi sento così.
Lentamente mi rendo conto di non avere la minima idea di dove mi trovi, questa non assomiglia per niente alla mia cella, è una normalissima camera e in questo momento sono stesa su un morbido letto.
Non è possibile. Deve essere sicuramente un sogno, ne sono certa.
Continuo a guardarmi intorno e più passa il tempo meno riesco a crederci. La camera è molto carina, piccola ma non troppo, davanti al letto c'è una scrivania in legno, molto bella, si vede che è antica, è addobbata solo da una lampada e sopra ad essa è appeso uno specchio. Mi metto a gattonare fino ad arrivare alla fine del letto sporgendomi un po' per osservarmi meglio.
Dio, non mi riconosco nemmeno, mi faccio quasi paura, due enormi occhiaie incorniciano i miei occhi, ho le guance leggermente incavate, le labbra pallide e crespe, i capelli disordinati, sembro quasi una barbona. Mentre continuo ad osservarmi mi accorgo di avere addosso una t-shirt bianca a maniche corte e dei pantaloni larghi neri della tuta, mai visti in vita mia.
All'improvviso mi assale il panico, qualcuno deve avermi spogliata e cambiata per forza.
Ho paura a sapere chi sia, sono terrorizzata e non so se voglio sapere se sia successo anche qualcos'altro, non lo so, ormai mi aspetto di tutto.
Lentamente scendo dal letto caldo e mi avvicino alla maniglia della porta e lascio che le mie dita la tocchino.
Varcando questa soglia avrò tutte le risposte ai miei dubbi. Prendo un respiro profondo e mi faccio forza, potrebbe esserci chiunque dall'altra parte della stanza; scaccio via brutti pensieri e apro la maniglia di scatto una, due, tre volte. Ma niente.
Certo che stupida, avrei dovuto immaginarlo; ovviamente è chiusa a chiave. Sarebbe stato troppo facile.
E adesso? Devo scoprire qualcosa, un minimo dettaglio che mi faccia capire almeno dove sono e con chi sono, il dubbio mi sta mangiando viva.
Comincio a rovistare dappertutto ed è incredibile non riuscire a trovare assolutamente nulla, è pazzesco.
Mi sembra di essere la prima persona che entra in questa camera, non c'è alcuna foto o quaderno o un qualsiasi oggetto che mi faccia passare la confusione. I cassetti della scrivania contengono solo un paio di penne e matite. Vicino al letto c'è un armadio anch'esso di legno, completamente vuoto, apparte per un paio di coperte all'interno, mi ricopro con una per riscaldarmi le spalle, dato che sto cominciando a sentire freddo.
Appena prendo la coperta noto che sotto ci sono i miei vestiti, i vestiti di ieri suppongo, a meno che non siano passati più giorni.
Improvvisamente tutti i ricordi del giorno prima tornano a galla, vengono a farmi visita come un vecchio amico, hanno fatto intrusione nella mia mente come un uragano creando ancora più confusione ma pian piano riesco a mettere insieme i pezzi.
Io che sento Andrew e Tom parlare, Andrew che mi scopre e la conversazione con lui, io che poco a poco svengo perdendo i sensi ed ora eccomi qua.
Non avrei pensato che un giorno lo avrei mai detto, ma vorrei tanto tornare in quella cella, solo per rivedere mia sorella.
Cristo, Rachel.
Cosa le sarà successo? Non la vedo da quando Andrew mia ha portata via dalla sala da pranzo, chissà cosa le avrà fatto l'altro uomo che era con lui.
Non posso nemmeno pensarci, spero solo che Aleeah la controlli in qualche modo, è la mia unica speranza per non impazzire.
Vorrei strapparmi tutti i capelli per il nervoso che provo in questo momento, vorrei gridare, urlare, fare qualsiasi cosa ma mi sento così inutile.
Sono rinchiusa, di nuovo, ma devo fare qualcosa.
Dal riflesso dello specchio noto una tenda blu e subito mi giro.
Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima? Scosto la tenda del tutto e trovo finalmente la mia fonte di salvezza, non riesco a credere ai miei occhi.
Apro la finestra e il vento freddo mi arriva dritto in faccia, ma non me ne importa niente perché non c'è sensazione più bella di questa.
Quante volte ho sognato di poter vedere nuovamente il modo esterno, finalmente posso respirare aria vera, è surreale, vorrei che ci fosse anche Rachel ora e sarebbe tutto perfetto.
Ma lei non è qui e devo andare a salvarla.
Il panorama non è spettacolare, ci sono solo tanti comuni palazzi di fronte a me e il cielo è ricoperto da numerose nuvole grigie, credo che tra poco pioverà.
Abbasso lo sguardo e per poco il mio cuore non perde un battito quando noto l'altezza in cui mi trovo. Saranno almeno quattro o cinque piani, la strada e le persone sembrano così piccole da quassù.
Vedo passare un taxi nero a tutta velocità e subito si accende una lampadina dentro di me: Londra.
Sì, devo essere per forza a Londra o per lo meno in Inghilterra perché riesco a vedere che il lato del guidatore è alla destra, non sono così lontana da Wembley, il mio paese d'origine e questo mi rincuora ancora di più.
Mi sporgo ancora per mettermi seduta sul bordo della finestra e analizzare meglio ogni dettaglio, mi piace osservare le persone, guardare come sono indaffarate a camminare, a parlare al telefono con una tazza di caffè in mano o semplicemente a passeggiare, a amarsi, a vivere.
Per loro sarà solo una semplicissima giornata d'inverno, ma per me no.
Sono a un passo dalla libertà e non mi resta altro che compiere l'ultima mossa per abbracciarla e accoglierla in pieno.
Aspettavo da troppo tempo questo momento e non posso farmelo sfuggire.
Il vento soffia ancora più forte sul mio viso, le guance gelide e rosse, l'adrenalina a mille per l'eccitazione, le nocche bianche per la stretta solida al bordo della finestra, le braccia ricoperte dalla pelle d'oca per il freddo.
Ecco, sono pronta.
Mi butto?"Cosa pensi di fare?" Una voce abbastanza conosciuta mi richiama e per lo spavento casco quasi dalla finestra lasciando cadere la coperta e cacciando un urlo di terrore.
Andrew corre verso di me senza esitare un attimo e poco dopo le sue grandi mani tirano su con forza i miei polsi, poi la mia vita e infine le mie gambe e rientro completamente dentro la stanza.
Mi sento stordita e spaesata, ho un leggero giramento di testa ma spero che mi passi presto.
Abbiamo tutti e due il fiatone, Andrew appoggia le mani sulle ginocchia per riprendersi e io mi siedo sul bordo del letto per riposarmi un attimo.C'è mancato davvero poco, ma alla fine era questo che volevo fare prima, no? Una parte di me è contenta che Andrew mi abbia salvata, ma solo perché se fossi caduta in quella maniera a quest'ora non sarei viva.
"Mi hai fatto prendere un colpo, giuro. Ho perso dieci anni di vita." Ovvio che era la casa di Andrew, tutto coincide con quello che Tom gli ha ordinato e poi lui è stata l'ultima persona con cui ho parlato prima di venire qui.
"A te cosa sarebbe cambiato se mi fossi buttata o meno?" Devo quasi alzare la testa del tutto per riuscire a guardarlo, mi sento così piccola e impotente a confronto, ma non voglio farlo notare.
Mi squadra dall'alto in basso fino a soffermarsi sui miei occhi, come per cercare di leggere i miei pensieri, ma penso che non abbia trova accesso sennò non avrebbe indugiato così tanto.
Si passa una mano tra i capelli mori tirandoli leggermente e continuo ad osservarlo, aspettando una risposta da parte sua.
Sospira più volte guardando ovunque, analizzando ogni parte della stanza, che tra l'altro ho messo a soqquadro, pur di non guardarmi negli occhi, pur di non affrontarmi.
Apre e richiude la bocca più volte non sapendo come organizzare il discorso, e posso capirlo, mi deve molte spiegazioni."Allora, perché sono qui?" Non sopporto più questo silenzio e la mia pazienza è al limite.
"Mh?" Si rigira per guardarmi con una faccia da schiaffi, sono sicura che con quei occhi color verde acqua faccia impazzire un sacco di ragazze, ma con me non abbocca.
"Riportami subito da mia sorella."
"Non posso."
"Che vuol dire che non puoi? Fallo e basta, ho bisogno di rivederla."
"Non posso e basta." Ripete usando il mio stesso tono.
Sospiro profondamente e provo a cambiare tattica."Da quanto tempo sono qua?"
"Un paio di giorni. Da quando sei svenuta l'altro giorno ti ho subito portata qui e non hai fatto altro che dormire."
Wow, ho davvero dormito per due giorni interi?"Aspetta, Tom sa che sono qui?"
Scuote la testa e io sto diventando ancora più confusa."E perché non glielo hai detto?"
"Oh beh se ci tieni tanto posso..." Fa per tirare fuori dalla tasca il telefono ma lo blocco.
"No!" Sbuffo. "Non intendevo quello, ma ti prego ho bisogno di risposte, non posso continuare così. Per favore." Il mio tono assume un suono particolarmente disperato, ma ho bisogno di convincerlo a parlarmi.
Si siede sul letto accanto a me, ma sempre con la dovuta distanza, si sente solo il rumore del mio piede che martella ripetutamente a terra per l'agitazione."Tom non vuole più che stai là perché dice che lo intralci e quindi per ora starai un po' a casa mia, non so perché non gli ho detto che ti ci avevo portato, non mi andava e basta. Ecco tutto ora fattene una ragione e non riempirmi più di domande." Detto questo si alza e sbatte la porta dietro di sé, non lasciandomi nemmeno il tempo di replicare o almeno di assimilare le sue parole che già se n'è andato.
Che poi non mi ha dato chissà quali risposte, mi ha ripetuto soltanto quello che si era detto con Tom e io l'avevo già sentito quindi sono punto a capo.
Mi butto sul letto sconfitta a fissare il soffitto, è incredibile, tutto questo è incredibile, penso che se un giorno raccontassi a qualcuno la storia della mia vita mi riderebbe in faccia per quanto siano ridicole e senza senso le situazioni che ho passato e che sto vivendo tutt'ora.__________________________________________________
Salve a tutti!
Ecco il settimo capitolo, spero sia di vostro gradimento e che non abbia deluso le vostre aspettative. Come vedete ora Jessica non è più rinchiusa come prima, almeno ora si trova in una casa ahah.
Fatemi sapere cosa ne pensate sono molto curiosa di conoscere le vostre opinioni!
Un bacio! :-*
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Freedom
Mystery / Thriller[ COMPLETA ] A volte gli eventi tragici che ti accadano possono portarti a gesti estremi, a farti perdere completamente il senso della ragione, accecato e sopraffatto dal dolore. Inizi ad autodistruggerti lentamente, trascinando nella tua spirale d...